MoVimento 5 Stelle Molise

Caccia in Molise, un colpo al cerchio e un colpo alla botte

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Il consigliere delegato alla caccia Di Pietro palleggiato tra i pareri vincolanti dell’Ispra e le segnalazioni dei cacciatori della regione. In sede di approvazione del calendario venatorio si fa di tutto per seguire le valutazioni da parte dell’Ispra sulla tutela della fauna regionale e successivamente in sordina si approvano delibere in deroga per “accontentare” la lobby dei cacciatori molisani.

Come al solito siamo in attesa di preaperture alla caccia che non vengono sottoposte al parere dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), – sostiene il consigliere del MoVimento 5 Stelle Manzo – in barba ad ogni tipo di programmazione, perché i calendari venatori continuano da anni ormai ad essere definiti in assenza di un Piano faunistico venatorio regionale. Un documento programmatico che non avrebbe permesso al politico di turno di fare liberamente, e a proprio piacimento, ciò che non si può fare (consuetudine non nuova e reiterata anche dai passati consiglieri delegati). Non ultime, le assurde proposte di legge presentate in Commissione senza il confronto coi tecnici della Regione o senza un coordinamento con un piano faunistico, che, come dimostrato anche dal fatto che sono state successivamente ritirate dallo stesso proponente, sono sintomatiche della totale incompetenza sul tema da parte del delegato nominato dal presidente Frattura. Il timore è che le prescrizioni previste in quelle norme (ci riferiamo alla legge sulle zone RAMSAR), poi ritirate, vengano inserite successivamente nei prossimi documenti programmatici.

Ciò premesso, e considerato che il consigliere delegato Di Pietro non è affatto nuovo a scivoloni di questo tipo (non è dato sapere quanto “non voluti”), in vista dell’ormai imminente rimpasto di giunta sarebbe d’uopo sollevare lo stesso del “gravoso” incarico; questa regione ha bisogno di persone preparate, competenti o comunque meno abili a rendersi benevoli nei confronti delle richieste dei cacciatori (5000 aventi diritto di voto, di questo si parla) o di altri gruppi di pressione di turno.

Cinquemila voti che evidentemente fanno gola anche al consigliere Cavaliere, il quale, vistosi togliere lo ‘scettro’ della caccia in regione, ora alza la voce per recuperare consensi, quando però tutti sanno che nei dieci anni di governo centro destra non si sono fatti passi avanti per la redazione di un Piano faunistico venatorio degno di tale nome. Per questo motivo ora fa sorridere leggere della querelle tra i due consiglieri, veri responsabili della assoluta mancanza di programmazione.

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