Nell’ambito del Patto per il Molise sono stati assegnati oltre 32 milioni a diversi Comuni per contrastare un fenomeno che mette a rischio migliaia di cittadini. Abbiamo ricostruito l’iter di assegnazione dei fondi e abbiamo visto che tanti aspetti sono avvolti dai dubbi. Ad esempio tra i beneficiari non c’è Civitacampomarano, paese simbolo di dissesto in Molise. Abbiamo presentato una interrogazione in Consiglio regionale
Il 17 aprile scorso, a cinque giorni dalle elezioni Regionali, il IV Dipartimento della Regione Molise ha approvato un elenco di 45 interventi da finanziare per complessivi 32 milioni 288.269 euro destinati al contrasto del dissesto idrogeologico. Una pioggia di milioni sicuramente salutare per dare risposte adeguate a una regione che in troppe zone è interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico che mettono a rischio migliaia di cittadini.
Ebbene, a partire dal 2015 le risorse destinate a finanziare questi interventi sono utilizzate previo Accordo di programma tra Regione e Ministero dell’Ambiente e gli interventi sono poi individuati con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta dello stesso Ministero.
Infatti proprio un Decreto del Presidente del Consiglio, a maggio 2015, ha definito criteri, modalità e procedure per fare richiesta di finanziamento degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, idraulico e di erosione delle coste, tramite una apposita piattaforma, il cosiddetto sistema ReNDiS-Web (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa Suolo). In pratica gli interessati hanno dovuto registrarsi su questa piattaforma e inserire tutte le informazioni relative ai lavori da portare avanti contro il dissesto.
La determinazione che ha approvato l’elenco dei beneficiari specifica, inoltre, che per comporre questa lista sono stati presi in considerazione interventi con “accertate situazioni di urgenza ed emergenza, attestate anche da ordinanze sindacali per la pubblica e privata incolumità”. Insomma, per ottenere i fondi, i Comuni hanno dovuto dimostrare di averne reale bisogno, ad esempio documentando di esser stati costretti a sfollare gente o comunque a far fronte a situazioni che hanno messo a rischio la pubblica incolumità.
La stessa determina poi però specifica che “è stato necessario procedere ad un ulteriore processo selettivo, tenendo conto del rapporto costo/benefici e dell’idoneità dell’intervento a realizzare un’azione funzionale di messa in sicurezza dei territori interessati”. Una formula più o meno chiara per dire che sono subentrati altri criteri per la scelta dei beneficiari.
I portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Greco, Angelo Primiani, Fabio De Chirico e Vittorio Nola hanno presentato una interrogazione al governatore del Molise Donato Toma al quale chiediamo diverse cose.
Vogliamo sapere quali sono i Comuni che hanno emesso davvero ordinanze o altri tipi di provvedimenti che accertano quelle situazioni di urgenza ed emergenza fondamentali ad ottenere i fondi. Ad esempio è scandaloso che tra i Comuni beneficiari non ci sia quello di Civitacampomarano che da oltre un anno ha dovuto chiudere mezzo centro storico a causa di una enorme frana che ha stravolto la vita di tanti cittadini.
Vogliamo poi sapere quali erano tutti i progetti presentati sulla piattaforma Rendis esaminati dalla Regione e chi ha vagliato l’ulteriore selezione delle domande una volta aggiunti i nuovi criteri.
Ma vogliamo anche sapere se sono state seguite tutte le norme previste dal Piano di assetto idrogeologico, quali saranno le procedure d’appalto da adottare per l’affidamento dei lavori, perché alcuni comuni sono stati esclusi dall’assegnazione dei fondi nonostante pesanti forme di dissesto e se la struttura commissariale ha previsto sopralluoghi per verificare le condizioni di tutti i siti interessati.