MoVimento 5 Stelle Molise

Piano energetico: c’è un Molise che vuole cambiare

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La Giunta regionale non può sottovalutare i circa 100mila molisani che chiedono una politica energetica diversa. Il Piano regionale giace in un cassetto da oltre un anno: è ora di tirarlo fuori

“In questi giorni – spiegano i portavoce in Consiglio regionale Patrizia Manzo e Antonio Federico – si fa un gran parlare di referendum e di energia da fonti fossili, ma la decarbonizzazione ha bisogno di una strategia e di una politica diversa.

Il Molise ha risposto con quasi 100.000 elettori alla chiamata referendaria di domenica scorsa, confermando il dissenso alle tradizionali politiche energetiche: vecchie, pericolose per l’ambiente e per la nostra salute, ormai superate dalle fonti rinnovabili e dall’avanzamento tecnologico.
A queste persone chiediamo di non arrendersi, di continuare a salvaguardare il territorio e a loro va il nostro grazie di cuore.  Anche grazie a loro continuiamo a lavorare con fiducia e forza maggiori, sia in Regione che in Parlamento, per riuscire a far approvazione un Piano energetico nazionale e regionale. Siamo consapevoli degli obiettivi ambiziosi che perseguiamo.

La proposta di Piano energetico dei nostri portavoce alla Camera e al Senato, infatti, punta all’abbandono delle fonti fossili (petrolio e gas) entro il 2050 in tutti i settori, dall’autotrazione al riscaldamento, in doverosa controtendenza rispetto alle politiche intraprese dal governo Renzi, sotto la spinta di un’economia malsana che fa gli interessi delle lobby di petrolio, gas e carbone”.

Il Piano energetico regionale rappresenta lo strumento programmatico e di indirizzo del territorio in relazione agli interventi strategici in tema di energia. Stiamo parlando di efficientamento energetico di abitazioni e strutture pubbliche, di impianti domestici a biomasse in filiera sostenibile e a chilometro zero, di eolico orientato ad impianti di mini e micro generazione per utilizzi privati e di fotovoltaico installato non a terra, ma sopra i tetti degli edifici.

“Purtroppo però – spiegano sempre Manzo e Federico – la maggioranza Pd non sembra tenerci molto, dato che la proposta, ormai da oltre un anno, giace nel cassetto dei “ritardi infiniti”, nonostante le ottimistiche previsioni della Giunta regionale. Il cronoprogramma delle attività connesse al procedimento, infatti, prevedeva tra novembre e dicembre 2015 l’approvazione del Pear (Programma energetico ambientale regionale) in Consiglio regionale dopo la preventiva adozione della Giunta.

Ai tempi biblici, ormai una scellerata costante, abbiamo riposto con un’ultima interrogazione e ancora attendiamo una risposta da parte del Presidente Frattura. Noi insistiamo perché siamo sicuri che il Molise ha bisogno di una misura del genere, non solo per elevarsi a regione virtuosa e attenta ai temi ambientali ed energetici, ma soprattutto per garantire ai cittadini un giusto livello di efficienza, efficacia ed economicità dell’attività amministrativa in materia energetica, con conseguenti ricadute in termini di costi e benefici”.

Tutto questo impegno, tuttavia – terminano Manzo e Federico – si scontra frontalmente con quanto voluto da Matteo Renzi, un Presidente del Consiglio che, senza pudore, ha chiesto pubblicamente l’astensione al referendum su un quesito che avrebbe potuto abrogare una norma probabile oggetto di infrazione europea nei confronti dell’Italia”.

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