Gli ingenti danni causati dal terremoto in provincia di Catania richiamano subito il ricordo delle numerose emergenze che ha dovuto affrontare il nostro Paese negli ultimi mesi. Una su tutte è quella relativa al sisma di agosto in basso Molise e ai 540 sfollati che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni.
Sfollati che attendono ancora oggi il contributo per l’autonoma sistemazione previsto per legge e che hanno perso, in alcuni di casi, anche la sede della propria attività lavorativa. Non esistono emergenze di serie B, soprattutto per chi le vive sulla propria pelle. Non dimentichiamolo.
Abbiamo presentato un’interpellanza, appena intuito che la Regione era stata tardiva in alcune procedure, ma dopo quasi due mesi ci è ancora impedito di discuterla in Aula a causa della consueta anticipazione, da parte della maggioranza, di atti per lo più strumentali.
Il portavoce Fabio De Chirico ha chiesto più volte al governatore e commissario Donato Toma e agli uffici tecnici i relativi aggiornamenti, formulando anche una richiesta di accesso agli atti per chiedere la visione della nota inviata dal Commissario al Capo del Dipartimento della Protezione Civile con cui si sottoponeva ad approvazione il ‘Piano degli interventi sisma 2018’.
Ad oggi, dopo 30 giorni, non abbiamo avuto risposta. In generale, dinanzi a un’istanza di accesso, l’amministrazione è tenuta a rispondere, positivamente o negativamente, entro il termine massimo di 30 giorni.
Abbiamo comunque organizzato, in alcuni casi, una interlocuzione diretta con il Capo dipartimento Angelo Borrelli tramite il nostro deputato Antonio Federico per avere le informazioni che ci spettano. Il Commissario Toma ha emanato un unico decreto in seguito all’ordinanza del Capo dipartimento Borrelli, ma questo atto non risulta accessibile online nella sezione ‘Stati di emergenza’.
Ci chiediamo: è stato redatto e inviato nei termini previsti (1 novembre) il Piano degli interventi necessario alla riscossione dei 2 milioni di euro stanziati dal Governo? È probabile che la scadenza sia stata rispettata inviando un documento approssimativo e inefficace che ha necessitato di ulteriori rettifiche e correzioni.
Ma non ci è ancora dato sapere.
Gli ultimi aggiornamenti ci raccontano che la Regione ha ricevuto, una settimana fa, la somma stanziata dal Governo, ma prima di versare le relative quote ai Comuni interessati sembra si debba aspettare il 2 gennaio poiché è chiusa la ragioneria della Banca d’Italia che sovrintende a questi movimenti di denaro. In seguito saranno i Comuni interessati a dare i contributi a chi ne ha bisogno, e speriamo vivamente che i sindaci si sentano responsabili non solo tecnici ma anche morali della sussistenza del ‘nesso di causalità’ previsto in ordinanza, tra sisma e danno subìto.
Allargare le maglie delle rendicontazioni potrebbe andare a discapito di chi necessita di immediato sostegno.