Abbiamo scoperto che l’ex direttore, l’uomo delle esternalizzazioni inutili, è uscito dalla porta ma è rientrato in Fondazione dalla finestra, per altro pretendendo premio di produzione, riconoscimento ferie e contratto a tempo indeterminato. Ma Frattura è a conoscenza di queste cose? Ecco l’intervento dei nostri portavoce in Consiglio regionale Antonio Federico e Patrizia Manzo
Toh, chi si rivede! Mesi fa, sulla governance di Molise Cultura ci eravamo lasciati con vari esempi di esternalizzazione servizi tra cui lo scempio del maxi bando da circa 250 mila euro assegnato alla società Multitasking di Roma per compiti che avrebbe potuto svolgere anche il personale interno alla Fondazione. Guarda caso, dopo la nostra denuncia, il direttore di Molise Cultura, Sandro Arco, è stato defenestrato anzi la giunta fu costretta a cancellare direttamente la figura del direttore.
Tuttavia Arco non ha demorso e ha chiesto una reintegra. Così dal 31 agosto scorso è tornato a lavorare in Fondazione con funzione di coordinatore. Lo abbiamo scoperto tramite una richiesta formale di accesso agli atti presentata al consigliere delegato Francesca Carnevale.
Giorni fa, inoltre, il nostro portavoce in Consiglio regionale Antonio Federico è stato in visita in Fondazione insieme al portavoce M5S al Comune di Campobasso Roberto Gravina e alla portavoce M5S al Comune di Campobasso Paola Felice, anche componente della Commissione Cultura municipale.
Il quadro venuto fuori dagli atti è chiaro. A metà luglio 2017 Sandro Arco chiede una reintegra in Fondazione e, a seguito dell’approvazione del nuovo regolamento di Molise Cultura, viene inventata la figura del coordinatore che per funzione gestisce, appunto, il coordinamento, l’indirizzo e organizzazione della Fondazione. Arco viene quindi riassorbito come coordinatore con contratto a tempo determinato. Non solo, grazie alle nuove regole, partecipa anche alle riunioni del consiglio d’amministrazione come consigliere ‘speciale’ della presidente Antonella Presutti. Ma non finisce qui.
Nei verbali del cda abbiamo scoperto che Arco questa volta ha finanche chiesto precise tutele: il pagamento del premio di produzione degli ultimi due anni, il riconoscimento ferie non godute e la riconversione del proprio contratto a tempo da determinato a indeterminato. Proprio domani, lunedì 5 febbraio, ci sarà la conciliazione e quindi sapremo se Molise Cultura accetterà queste richieste.
Una cosa è certa: la nostra richiesta di accesso agli atti sembra aver messo in subbuglio la Fondazione. Durante la nostra visita le hanno provate tutte: prima la presidente ha tentato in modo assurdo di spiegare che la richiesta di accesso agli atti doveva passare al vaglio del cda, poi dopo l’arrivo di Arco, tramite un dipendente della Fondazione, la stessa presidente e l’ex direttore hanno invitato i nostri portavoce in Comune ad allontanarsi dalla sede di via Milano contestando le modalità con cui stavamo visionando gli atti. Comportamenti eloquenti, sintomo di forte imbarazzo. Ma perché? La fondazione ha qualcosa da nascondere?
La questione è anche squisitamente politica visto che la Fondazione è promossa e partecipata unicamente dalla Regione Molise. Per questo i nostri portavoce Antonio Federico e Patrizia Manzo si rivolgono al governatore Paolo Di Laura Frattura per fargli qualche domanda: è a conoscenza di quanto sta accadendo in Fondazione? È a conoscenza del fatto che Arco è stato reintegrato? È a conoscenza del fatto che tra poche ore, tramite conciliazione, potrebbe finanche ottenere un contratto a tempo indeterminato?
Sono interrogativi che non possono essere elusi. Sarebbe un pessimo biglietto da visita per la campagna elettorale del Pd.