Ieri pomeriggio presso il Comune di Agnone i portavoce del MoVimento 5 Stelle di Molise e Abruzzo, Antonio Federico e Sara Marcozzi, insieme al sindaco e vice sindaco di Fallo (CH) hanno incontrato il primo cittadino e la Giunta comunale altomolisana per un confronto sui sovracanoni Bim.
Ma di cosa si tratta? “Ci sono milioni di euro a disposizione di alcuni piccoli comuni a cavallo tra Molise e Abruzzo, ma per ottenerli serve collaborazione. Questi fondi rappresentano una opportunità da cogliere al volo” dichiara Antonio Federico.
Il Bim (bacino imbrifero montano) in pratica è un bacino che accoglie acqua piovana. Nella legge finanziaria Letta n. 228 del 2013 si dava una piccola-grande possibilità (a seconda dei casi) ai comuni montani. L’art 1 al comma 137, infatti, stabiliva che: “Al fine di consentire la prosecuzione degli interventi infrastrutturali da parte dei comuni e dei bacini imbriferi montani, i sovracanoni idroelettrici, previsti ai sensi dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 1953, n. 959, sono estesi con decorrenza dal 1° gennaio 2013 a tutti gli impianti di produzione di energia idroelettrica superiori a 220 kw di potenza nominale media, le cui opere di presa ricadano in tutto o in parte nei territori dei comuni compresi in un bacino imbrifero montano già delimitato.”
Detto in altre parole: sono previsti canoni di ristoro per quei Comuni che insistono tra il fiume Sangro e dei suoi affluenti Aventino e Verde, le cui acque sono captate dalle centrali idroelettiche, come l’acqua utilizzata nella centrale di S. Angelo. La legge prevede che le società gestrici paghino i comuni e che questi possano investire le risorse in infrastrutture. Nel caso specifico abruzzese-molisano, ai comuni ricompresi nel Bacino imbrifero montano del fiume Sangro, la Acea (Azienda comunale elettricità acque di Roma) dovrebbe corrispondere oltre 9 milioni di euro, una cifra iperbolica stimata dal raggruppamento dei Comuni appartenenti al Bim-Sangro. Questa cifra ricadrebbe su oltre 60 piccoli comuni di cui ben dieci ricompresi nella provincia d’Isernia. Di seguito, la stima comune per comune:
Agnone: euro 42.186,99 di arretrati a 4.223,53 annui (con rivalutazione annuale); Belmonte del Sannio: euro 25.896,03 di arretrati e 2.592,57 annui; Capracotta: euro 102.830,78 di arretrati e 10.294,85 annui; Castel del Giudice: euro 163.474,57 di arretrati e 16.366,17 annui; Montenero Val Cocchiara: euro 110.740,84 di arretrati e 11.086,76 annui; Pescopennataro: euro 102.548,28 di arretrati e 10.266,57 annui; Rionero Sannitico: euro 32.111,08 di arretrati e 3.214,78 annui; San Pietro Avellana: euro 212.818,28 di arretrati e 21.306,19 annui; Sant’Angelo del Pesco: euro 354.257,68 di arretrati e 35.466,32 annui; Vastogirardi: euro 34.653,60 di arretrati e 3.469,33 annui.
A seguito di un’azione portata avanti dalla portavoce Sara Marcozzi, il presidente abruzzese Luciano D’Alfonso ha dovuto diffidare Acea al pagamento dei sovra canoni nei confronti dei comuni. “I sindaci di piccole realtà, come Fallo, sono stati abbandonati dalla politica e dagli amministratori regionali e nazionali. La questione ACEA è vecchia, ma nessuno, prima dell’avvento del M5S era riuscito a sbloccarla. Evidentemente non c’era alcuna volontà politica di aiutare i piccoli comuni e i loro abitanti a scapito di un colosso come ACEA. Noi abbiamo preferito fare gli interessi delle piccole comunità”.
Ma non è finita, ricevuta la diffida a pagare, Acea l’ha impugnata e il 7 luglio prossimo si terrà l’udienza davanti il Tribunale Speciale delle acque. In quella data sarà importante la presenza in giudizio di più Comuni possibili, per far fronte comune insieme al sindaco di Fallo e altri sindaci abruzzesi e vedersi riconosciuti quei sovracanoni che potrebbero portare una boccata d’ossigeno alle casse comunali.
“Il M5S si schiera al fianco dei sindaci e delle loro comunità. Porteremo avanti questa battaglia e, per questo speriamo che tutti gli amministratori interessati ci contattarono per costituirsi in giudizio e fare gli interessi dei loro cittadini, non quelli di partito. Ci raccontano sempre che non ci sono i soldi. Ebbene, ora qualche quattrino potrebbe esserci: basta avere la volontà di chiederli al colosso Acea spa” conclude Federico.
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