Per mezzo stampa apprendiamo di un incontro a Foggia tra il commissario dei consorzio di bonifica Trigno – Biferno e Larinese e il presidente del consorzio della Capitanata. Sul tavolo arriverà la possibile cessione delle risorse idriche molisane alla regione confinante. Il tutto accade senza alcuna comunicazione ufficiale fatta in Consiglio
di Patrizia Manzo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale
Non possiamo permettere che, di nuovo, una delle nostre risorse più preziose diventi merce di uno scambio che penalizza il territorio e chi ci vive. Né, tantomeno, possiamo accettare che gli agricoltori debbano subire scelte scellerate, calate dall’alto e sconosciute persino al Consiglio regionale, il luogo dove tali decisioni devono essere affrontate ed assunte.
L’ultimo colpo di scena nella triste e sempre più surreale storia della gestione territoriale del Molise è la paventata cessione della nostra acqua alla Capitanata, questa volta da prelevare nell’invaso del Liscione. La notizia arriva, o meglio tracima, in Molise grazie ad un articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno che ci informa che tale tema sarà oggetto di un incontro che si terrà oggi a Foggia, presso il Consorzio di bonifica della Capitanata al quale, stando alle notizie, parteciperà il commissario dei consorzi di bonifica Trigno-Biferno e Larinese, l’ingegnere Vincenzo Napoli, delegato a trattare la cessione dell’acqua del Liscione alla Capitanata.
Quindi la Regione Molise, rappresentata da un tecnico che avrebbe avuto ‘un ampio mandato politico’ – ignoriamo da chi, quando e perché – parteciperà al primo tavolo tecnico interregionale sulla costruzione di una condotta di dieci chilometri – “due tubi di 400 millimetri ciascuno e un investimento di 10 milioni” – che porterà l’acqua dalla diga del Liscione all’impianto di potabilizzazione di Finocchito, a due passi dalla diga di Occhito.
A discapito delle esigenze più volte rappresentate dai nostri agricoltori e dai Consorzi di bonifica, l’acqua “molisana” potrebbe quindi arrivare a Foggia e nelle campagne a sud della regione che avrebbero così una dotazione maggiore per fare fronte alle periodiche crisi idriche come quella che interessa anche oggi l’invaso di Occhito che è ai limiti storici. Gli ultimi dati sono allarmanti: una disponibilità di quasi 125 milioni di metri cubi mentre lo scorso anno, in questo stesso periodo, era di 224 milioni circa. La solidarietà non è in discussione ma, è evidente, un altro tema: quello – solito – del mancato confronto in Aula, della mancata condivisione di strategie e programmazione.
E’ inconcepibile che si apprendano notizie del genere per puro caso, che l’Aula non sia a conoscenza di questo progetto: è quantomeno curioso che ora, nelle mire dei nostri vicini, ci sia l’acqua del Liscione. Adesso che i cittadini del basso Molise usufruiscono finalmente dell’acqua sorgiva, rinunciamo a quella che invece potrebbe essere appannaggio delle necessità del settore agricolo? Nella ricostruzione del presidente del Consorzio della Capitanata, Giuseppe De Filippo sembra che ci facciano anche un favore. Lo stesso Di Filippo ci suggerisce (come riportato nello stesso articolo) anche come ovviare ad eventuali problemi di natura amministrativo-contabile!
A parte lo sconforto nell’appurare che da altre regioni ci si arroghi tranquillamente il diritto di indicarci come e dove spendere i nostri soldi – emblema questo dell’inconsistenza politica del nostro esecutivo regionale – sfugge al presidente De Filippo che nella trappola del ristoro economico il Molise è già caduto parecchi decenni fa quando, cedendo alla Puglia le acque dell’invaso di Occhito, avrebbe dovuto avere un ‘ritorno’ in termini infrastrutturali mai realizzato. Oggetto, questo accordo datato 1978, di una mia interpellanza urgente, depositata il 6 aprile scorso.
Sulle recenti novità, su questo progetto sconosciuto sul quale si apre un confronto interregionale ho sottoscritto una mozione che spero venga trattata con urgenza dall’Aula con l’obiettivo di comprendere chi ha dato il proprio assenso a tale incontro, le motivazioni per le quali partecipa un tecnico e non la Regione Molise, e soprattutto come mai tale problematica abbia bypassato il Consiglio regionale. Si dice che ‘quando si prega per la pioggia il fango va messo in conto’, ma qui si rischia di arrivare al paradosso che, in Molise, resti solo il fango.