Nel 1999 venne costituita la società “Aeroporto del Molise Spa” con lo scopo di gestire lo scalo che sarebbe dovuto nascere nella nostra Regione negli anni successivi.
La società è nata però, come nella migliore tradizione italiana, dalla commistione pubblico-privato: la società per azioni “Aeroporto del Molise” è partecipata dalla Regione Molise e dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Campobasso-Bojano, ha dilapidato oltre cento mila euro l’anno e, come risulta dalla scheda di Unioncamere, è in fase di liquidazione dal 14 ottobre 2010 con Commissario incaricato tale Del Cioppo.
Ripercorrere la travagliata storia della solita grande opera inutile è facile.
Nel 1998, con la delibera n. 1126, la giunta regionale stanziò 200 milioni di Lire per la redazione di uno studio di fattibilità della “realizzazione di una struttura aeroportuale”. L’Ente attuatore dello studio venne individuato nel consorzio per il nucleo di industrializzazione Campobasso-Bojano.
La giunta di Michele Iorio (PDL) nel 2006 ha stanziato ulteriori 750.000 euro per il progetto definitivo dello scalo senza poi portare avanti la realizzazione dell’aeroporto a Sepino, mentre, in piena campagna elettorale per le elezioni regionali dell’ottobre 2011, ha riconsiderato la possibilità di creare lo scalo molisano che sarebbe sorto, questa volta, nell’agro dei comuni di Cantalupo nel Sannio e San Massimo.
Il nuovo progetto per la realizzazione dell’aeroporto nella nuova area è stato sviluppato dalla società privata Avioproject srl il cui Presidente è Ottavio Balducci a spese proprie. Ma le indicazioni dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), contenute nella relazione del 30 ottobre 2009, riducevano la rilevanza dell’aeroporto molisano, riconducendo il tutto alla costituzione di un’aviosuperficie, cioè di un’area che non appartiene al demanio aeronautico su cui è possibile atterrare perché il proprietario, privato o pubblico che sia, lo consente. In sostanza l’Enac faceva sapere quello che ogni molisano già sapeva e cioè che «in relazione alla prevista domanda di traffico commerciale, la particolare natura del territorio non lascia prevedere livelli significativi da giustificare l’onerosa realizzazione e gestione di un nuovo aeroporto»; per cui lo stesso ente autorizzava, nella zona indicata dalla Regione la realizzazione di un’aviosuperficie e non di un aeroporto, consentendo, così, il volo a velivoli da nove posti al massimo e a nessun volo di linea.
L’ultimo (speriamo!) sussulto, la Regione Molise lo ha dato approvando la delibera di Giunta n. 804 del settembre 2011, in piena campagna elettorale titolata: “Scalo aeroportuale del Molise – Localizzazione in agro comuni di Cantalupo nel Sannio (IS) e San Massimo (CB). Provvedimenti di programmazione”.
Speriamo la pietra tombale l’abbiano messa l’ultimo Piano Nazionale degli Aeroporti, documento stilato dall’Enac, che non cita in alcun modo il Molise: né come aeroporto, né come aviosuperficie, il cui costo stimato della classica cattedrale nel deserto si aggirava intorno ai dieci, undici milioni di euro; e la risposta del Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Passera che, rispondendo ad una interrogazione parlamentare dell’IDV ha confermato la proposta di Piano nazionale degli aeroporti (su citato), “che, salve limitate accezioni, non contempla l’istituzione di nuovi aeroporti” e “non prevede la realizzazione di un aeroporto in Molise. Ciò in quanto la prevedibile domanda di traffico commerciale non sarebbe tale da giustificare gli ingenti oneri di costruzione e soprattutto di esercizio per un nuovo scalo”.
Se non dovessero bastare le vistose difficoltà riscontrate dai piccoli aeroporti già esistenti a convincere dell’inutilità di quest’opera (solo per fare qualche numero, si è avuto un crollo dei traffici del 90 per cento per Crotone, del 50 per Forlì, del 38 per Bolzano) si tenga presente che un eventuale aeroporto o aviosuperficie molisana resterebbe totalmente scollegata. Ad esempio, Termoli, la seconda città del Molise, dista dall’aeroporto di Pescara poco più di cento kilometri, percorribili in appena un’ora di autostrada, mentre la stessa Termoli disterebbe, da un aeroporto sito in Cantalupo, novantatré kilometri di strada statale, percorribili in non meno di un’ora e mezza. La rete viaria è, infatti, obsoleta e quella ferroviaria conta solo 23 chilometri di binari doppi elettrificati.
A due anni dalla messa in liquidazione il MoVimento 5 Stelle Molise chiede di sapere come saranno impiegati i soldi non più malamente sprecati in questa ennesima gestione fallimentare della politica molisana.
Noi ci auguriamo che non vengano buttati in una nuova cattedrale nel deserto (l’autostrada del Molise) o in consulenze facili (vedere l’esperto non-esperto di derivati), bensì andrebbero spesi per migliorare, ampliare e valorizzare quello che è già presente in regione, senza puntare ad opere gigantesche che non vedranno mai la luce, ma ampliando la rete dei trasporti su gomma (raddoppio delle corsie) e su ferro (estensione dei tratti con doppi binari elettrificati), con un ritorno senz’altro superiore per l’economia del Molise.
1 commento
Inoltre:
Non siamo prevenuti a priori, ci mancherebbe, sistemare un chilometro di pista per consentire a mezzi leggeri di poter decollare e atterrare sarebbe positiva non solo per gli appassionati di volo, ma anche perchè porterebbe indotto occupazionale, potrebbe garantire un migliore servizio di pronto intervento con le reti ospedaliere, ecc. Il problema è che, anche in varie interviste si parlava di costi esorbitanti, nell’ordine delle decine di milioni di euro, mentre per una aviosuperficie l’investimento può essere sostenuto con meno di duecento mila euro.
Ecco l’intervista in cui Ottavio Balducci stima i costi dell’opera: http://www.malitalia.it/2011/10/in-molise-cambia-tutto-arriva-l’aeroporto/