Appalti sanitari prorogati senza una regolare gara d’appalto, passati da 70.000 euro del 2020 a 5 milioni nell’arco di appena due anni. I nostri dubbi su procedure anomale trovano conferma dall’indagine portata a termine dalla Procura di Campobasso, che vede indagate diverse persone.
Durante la pandemia, l’Asrem affidò per tre mesi i servizi di sanificazione dei maggiori ospedali molisani e delle ambulanze, Usca comprese, alla ditta ITS srl per un importo stimato di 71.961,60 euro. Terminato il periodo, con procedura telematica Mepa, l’Azienda sanitaria regionale prorogò alla stessa società e per lo stesso periodo il servizio per un impegno di spesa pari a 236.576,30 euro, iva esclusa. Seguirono altre sei proroghe senza mai indire una gara d’appalto pubblica che potesse tutelare i principi di legalità, economicità, efficacia, correttezza, libera concorrenza e trasparenza. Il tutto mentre l’emergenza pandemica allentava la morsa, rendendo quindi sempre più immaginabile un bando di gara.
Il nostro esposto alla Corte dei Conti
Di fatto lo “schema” delle proroghe è apparso subito anomalo. Così nel giugno del 2022 ho presentato un esposto alla Corte dei Conti del Molise. Al procuratore generale chiesi di far luce sulle eventuali criticità riscontrate per i metodi di affidamento e delle relative delibere di pagamento, liquidate poi con oltre 5 milioni di euro dall’Azienda sanitaria della Regione Molise. Oggi, quello che pensavo fosse un sospetto trova riscontro nell’indagine condotta dalla Procura della Repubblica con i giudici del tribunale di Campobasso che nelle ultime ore hanno formulato la richiesta di rinvio a giudizio per diverse persone tra dirigenti Asrem e imprenditori. Confidando nell’azione dei magistrati, appare evidente come in Molise, ancora una volta, si agisce in spregio a qualsiasi norma o codice.
Nel caso specifico è accertato infatti come l’uso improprio delle proroghe può assumere profili di illegittimità e danno erariale soprattutto quando la Pubblica amministrazione non attiva gli strumenti necessari per assicurare l’economicità, nonché il confronto competitivo tra aspiranti concorrenti.
Appare innegabile che il rilancio della sanità debba passare quindi per una corretta e trasparente gestione delle risorse pubbliche. Un principio che negli ultimi anni in Molise purtroppo è sembrato venire meno e la conferma arriva dalla conclusione delle indagini della Procura che, nel caso in questione, ipotizza il reato di turbativa d’asta in concorso.