Di fronte alla bocciatura inappellabile da parte della Corte dei Conti e all’immobilismo della Regione, non possiamo che affermare come si è celebrato il funerale del Molise. Questa lenta agonia, durata sei lunghi anni, è il frutto della incapace gestione del centrodestra.
di MoVimento 5 Stelle Molise
Bocciatura inappellabile della Corte dei Conti sul bilancio della Regione Molise per l’anno 2022: un fallimento di cui è politicamente responsabile il centrodestra che governa la Regione da sei anni senza risultati concreti. Il disavanzo effettivo è di 562 milioni di euro, equivalente a 1.935 euro per ogni cittadino molisano, 100 volte in più della Basilicata, tanto per fare un esempio. Questo dato posiziona il Molise come la regione con la peggiore performance economica in Italia.
Una situazione drammatica, poiché la Corte dei Conti avverte che il debito pro capite potrebbe aumentare ulteriormente a causa di “buchi” finanziari mai risanati dagli anni precedenti. E in questo scenario, da luglio 2023, quindi dall’insediamento della maggioranza a guida Roberti, non si sono registrati miglioramenti: il Molise continua a fronteggiare gli stessi problemi di sempre, paralizzando ogni iniziativa di crescita.
La gestione delle risorse pubbliche è caratterizzata dall’inefficienza di chi, nella scorsa legislatura, ha votato per approvare atti contabili che hanno consolidato una situazione economica disastrosa. Intanto il debito continua a crescere, con spese fuori bilancio che aggravano ulteriormente una situazione già critica.
Tra queste, il ricorso sistematico allo sforamento del budget in sanità che genera potenziali shock finanziari a causa di spese impreviste. Questo stato di cose rappresenta una violazione che denunciamo da anni, compromettendo la possibilità di uscire dal piano di rientro e influenzando negativamente la spesa sanitaria e, di conseguenza, il diritto alla salute dei cittadini.
La Corte dei Conti è chiarissima: il ricorso all’extrabudget potrebbe diventare ingovernabile, tanto che ci sarebbero profili di potenziale danno erariale per coloro che avallano e hanno avallato certe dinamiche.
Inoltre, la delicata situazione economico-finanziaria della Regione compromette la programmazione: i fondi europei sono distribuiti senza una strategia chiara, come dimostrano i milioni destinati al Fondo di Sviluppo e Coesione, che non portano a risultati significativi in termini di occupazione, infrastrutture o servizi. Nel contempo, le tasse, come l’Irpef, sono tra le più alte in Italia.
Nessuno ha finora preso decisioni coraggiose di fronte a questo stato dei conti regionali. Anche l’assessore Gianluca Cefaratti, che si era detto fiducioso e aveva promesso di risolvere la situazione, non ha ottenuto risultati. La richiesta di rielezione del centrodestra al governo regionale si scontra con la realtà: senza rendiconti chiari, non è possibile sapere come e quanto si può spendere.
E la difesa d’ufficio del presidente Francesco Roberti è ancor più imbarazzante: il vertice della Giunta regionale cerca ora di smarcarsi politicamente da ogni responsabilità, visto che nel 2022 non era ancora stato eletto, ma è lui il primo garante politico di una gestione che necessitava di una chiara inversione di rotta. Oltretutto, quando è stato scelto come candidato presidente era ben cosciente della situazione e dal momento dell’elezione ad oggi siede accanto a chi, come ieri, era già in maggioranza nella scorsa legislatura.
Sono loro che dovrebbero assumersi la responsabilità politica di un fallimento conclamato, per l’ennesima volta, dalla Corte dei Conti che ha posto un punto finale a una gestione inadeguata che finisce per colpire direttamente le tasche dei molisani.