Le sentenze del Tar Molise che rigettano le richieste milionarie di risarcimento avanzate da chi voleva realizzare due centrali a biomasse nell’area del Matese premiano la lungimiranza del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
Un successo che riporta alla mente mesi di presidi, ricorsi, manifestazioni e lunghe discussioni in Aula, con la presenza importante dei cittadini dell’area matesina, i veri vincitori di tutta questa storia, ma anche dei tanti attivisti del MoVimento in zona. Ricordi che portano con sé anche le parole che usò il Presidente Frattura che non ebbe alcuna difficoltà nell’usare termini come “conigli” o “don Abbondio” per definire l’azione dei portavoce pentastellati in Regione Molise. Il governatore disse: “Con il voto di oggi in aula i cittadini molisani hanno finalmente potuto capire chi fa politica con serietà e chi invece, alla prova dei fatti, non ha il coraggio di assumersi le responsabilità che si legano alla carica elettiva ricoperta”.
La colpa del Movimento 5 Stelle, in verità un merito visti gli ultimi aggiornamenti, derivò dal proprio deciso NO alla proposta di revoca delle autorizzazioni di Frattura. Un NO motivato due volte. La prima: quello era un voto tutto politico sulla gestione del centrosinistra dell’intera vicenda; la seconda: la revoca avrebbe spalancato le porte a un indennizzo diretto della pubblica amministrazione, in altre parole la ditta si sarebbe vista ristorare i ‘danni’ direttamente dall’amministrazione senza dover passare per il TAR.
Per questo, oltre un mese prima, avevamo già proposto e fatto approvare all’unanimità una mozione che impegnava il Presidente della Giunta a “fare tutto quello che è in suo potere al fine di ANNULLARE (e non revocare) in autotutela” le Determine di Autorizzazione. Proprio questa azione, che scongiurava qualunque tipo di indennizzo, ha dato il via alla Determina di annullamento delle due ‘concessioni’ eseguite dal Servizio Politiche energetiche della Regione. Con buona pace di Frattura e dei suoi vaneggiamenti.
Ma torniamo al merito della sentenza del Tar. Il motivo fondante dell’annullamento è soltanto uno: la Legge regionale numero 22 del 2009 vieta l’installazione di qualunque tipo di impianto di produzione energetica da fonte rinnovabile all’interno di una cosiddetta “area IBA”, ovvero aree protette per gli uccelli selvatici.
Quello che resta ancora un mistero, invece, è come sia stato possibile che il servizio Politiche energetiche abbia autorizzato, in prima battuta, quegli impianti, in palese contrasto con la norma regionale vigente!
Insomma: è stata una battaglia decisiva, con cui la popolazione matesina ha avuto uno scatto di orgoglio contro chi voleva arricchirsi ai danni di un territorio che meriterebbe tutt’altro tipo di attenzione. Non ce ne voglia nessuno, ma anche questa volta avevamo visto giusto.