La Regione Molise adotta scarse misure per arginare l’emergenza cinghiali. Gli ungulati continuano a devastare i raccolti dei nostri agricoltori mentre Toma e Cavaliere mettono in campo scarse misure. Bene l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, ma è un deterrente che non riuscirà a frenare l’annoso problema. Ecco invece cosa bisognerebbe fare.
Di Vittorio Nola, portavoce M5S in Consiglio regionale
Trovo il calendario venatorio 2020-2021 assolutamente insufficiente. È quanto ho ribadito questa mattina durante i lavori della Seconda Commissione consiliare, che ha affrontato il problema della proliferazione degli ungulati in regione.
Un tema delicato e molto sentito dai nostri agricoltori, che quotidianamente sono costretti a fare i conti con i disastri provocati dai cinghiali. Un fenomeno non di poco conto, che ormai non si riesce ad arginare, anche per colpa di una classe politica incapace di fornire risposte concrete e strutturate.
Mi riferisco in particolare all’azione di governo portata avanti dal presidente Donato Toma e dal suo assessore Nicola Cavaliere, che di fatto hanno raccolto la pessima eredità lasciatagli dal tandem precedente Frattura–Facciolla, senza aggiungere alcuna nuova visione. Resto dell’avviso che la recente sentenza della Corte Costituzionale (n.160 del 24 giugno 2020), che permette alle persone abilitate di intervenire contro l’invasione nei campi da parte della fauna selvatica, non basterà per risolvere l’annoso problema.
Ritengo piuttosto necessario, voglio ribadirlo con forza, porre in essere azioni più incisive, tra le quali:
- concordare con Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) le modalità per attivare le cosiddette misure di ‘contenimento della specie’;
- velocizzare le procedure per risarcire i danni agli agricoltori e ai cittadini danneggiati, costretti ultimamente ad ‘aggredire’ la Regione Molise anche attraverso onerosi decreti ingiuntivi;
- attivare la filiera delle carni selvatiche, organizzando anche opportuni incontri con gli operatori del settore interessati.
La Regione Molise deve farsi parte diligente in questo settore, così come stiamo procedendo in seconda Commissione, anche per valorizzare il patrimonio tartufigeno molisano con l’istituzione di un marchio regionale di qualità ed un nuovo calendario per la raccolta.