Negli anni ’60, su iniziativa di alcuni imprenditori edili lombardi, nacque sulle montagne molisane, in località San Massimo, un comprensorio sciistico che in breve tempo divenne una delle più importanti attrazione turistiche del centro-sud Italia.
La favola che vogliamo raccontare inizia negli anni seguenti, anni in cui si succedettero diverse società private, proprietarie degli impianti e delle attività immobiliari nel territorio di Campitello. Fino agli anni ’90 in cui arrivò una cordata di imprenditori molisani che espressamente dichiararono di voler perseguire “l’obiettivo di uno sviluppo residenziale sostenibile al fine di costituire un comprensorio turistico ben radicato nell’economia della zona e nella cultura del luogo”. Malgrado tali bellissime premesse, nel 1999 il mancato raggiungimento del necessario equilibrio economico, costrinse la società privata Intur, costituita precedentemente per la gestione degli impianti di risalita, ad invitare gli enti locali del territorio coinvolto e la Regione Molise a costituire una società mista pubblico-privata sotto forma di consorzio. Gli enti locali e la Regione Molise naturalmente non si tirarono indietro, perché troppo importante era lo sviluppo turistico ed economico della zona coinvolta. La scelta è condivisibile ma alla luce della situazione odierna discutibile sugli effetti prodotti.
Il 19 luglio del 1999 la società privata richiamata si rese disponibile a vendere l’intero ramo d’azienda alla Provincia di Campobasso, al Comune di San Massimo e al Comune di Roccamandolfi. L’affare era talmente buono che in breve tempo venne sottoscritto un “accordo” da perseguire con la costituenda “società per azioni consortile Campitello Matese”, senza scopo di lucro, a capitale maggioritario pubblico, destinata alla promozione dello sviluppo turistico e territoriale della intera area del Matese (locuzione questa che rimane leit motiv dell’oggetto sociale di tutte le società passate, presenti e future ma, nostro malgrado, mai realizzato).
Rispetto a questo importante obiettivo da raggiungere la Regione Molise poteva mai restarne fuori? Naturalmente no!
Il 23 agosto 1999 nacque la società per azioni consortile Campitello Matese con capitale sociale di 1.020.000.000 delle vecchie lire (n. 1.020 azioni, del valore di 1.000.000 di lire suddivise in: 849 azioni all’Amministrazione provinciale di Campobasso, 170 azioni al Comune di San Massimo e 1 al Comune di Roccamandolfi ), ed il 6 aprile del 2000 la Regione Molise in esecuzione della deliberazione della Giunta Regionale n. 512 del 28 marzo 2000 sottoscrisse un aumento di capitale del “consorzio” pari a 4.000.000.000 di lire costituendo un capitale totale pari a 5.020.000.000 di lire.
Il 27 dicembre in pieno spirito natalizio, si diede esecuzione “all’accordo” con la cessione del ramo d’azienda al modico prezzo di 5.850.000.000 di lire, il tutto formalizzato con atto pubblico del 7 agosto 2001.
Riportando il tutto alla moneta corrente il capitale del consorzio è pari a 2.876.985,39 euro (di cui: n. 35.875 azioni del valore di 2.784.617,50 euro detenute dalla Regione Molise; n. 849 azioni del valore di 65.899,38 euro detenute dalla Provincia di Campobasso; n. 170 del valore di 13.195,40 euro detenute dal Comune di San Massimo; n. 170 del valore di 13.195,40 euro detenute dal Comune di Capracotta; n.1 azione del valore di 77,62 detenute dal Comune di Roccamandolfi).
Negli anni a seguire la gestione del ramo aziendale fu a dir poco fallimentare, il consorzio nel tempo è divenuto “postificio” atto a porre in essere politiche clientelari-elettorali più che di sviluppo territoriale, a tal punto che anche gli stessi artefici di tutto questo nel 2009 sentirono l’esigenza di prevedere nella finanziaria 2009 “la ristrutturazione economica e finanziaria delle imprese a partecipazione regionale, da realizzarsi anche a mezzo di ulteriori sottoscrizioni di aumenti di capitale, sulla base di adeguati e motivati programmi di risanamento” traducendo dal politichese: altri soldi dei contribuenti su Campitello Matese! Da veri capitani, la giunta Iorio voleva salvare la barca che loro stessi avevano portato alla deriva.
Qui che entra in gioco a gamba tesa “lo statista” Gianfranco Vitagliano che, diretto dall’immancabile Angelo Michele Iorio, mise in campo un “piano industriale” redatto dal dott. Carmine Franco D’Abate che prevedeva la liquidazione del “consorzio” ad opera dello stesso dott. D’Abate (nel piano industriale era prevista la liquidazione del consorzio tramite concordato fallimentare ex art 160 e seg. legge fallimentare, successivamente nella delibera 211 del 29 marzo 2011 il concordato lasciò spazio ad una liquidazione semplice ad opera del dott. D’Abate con disponibilità di 3.500.000 euro!) e la creazione di due società di cui la seconda completamente detenuta dalla prima, una scatola cinese!
Entrando nel merito del piano industriale le due società sono la prima Sviluppo Montagna Molisana S.p.A., società in house providing avente oggetto il leit motive di tutte le società di Campitello Matese e la seconda denominata Funivie del Molise S.p.A. vero fulcro della trattativa.
In sostanza Funivie del Molise avrebbe rilevato e gestito il ramo aziendale del vecchio Consorzio versando il capitale a quest’ultimo, che così avrebbe soddisfatto i creditori e portato a termine la liquidazione. Nel tempo in cui fossero versate le varie rate dell’acquisizione, inoltre, la nuova società regionale si impegnava a versare un corrispettivo per l’affitto del ramo d’azienda e l’esercizio dello stesso.
Parlare di scatole cinesi è forse riduttivo, “lo statista” va oltre: tre società, tutte sostanzialmente della Regione Molise, la prima (Sviluppo Montagna Molisana) detiene la seconda (Funivie del Molise), che paga i debiti della terza (Consorzio) a patto di acquisire successivamente il ramo d’azienda ma nel frattempo per gestire lo stesso gli paga l’affitto!
Monetizzando, la Regione Molise dopo aver immesso nel capitale del consorzio euro 2.876.985,39 euro, con delibera di Giunta regionale n. 1005 del 29 settembre 2009 stanzia 350.000 euro per creare Sviluppo Montagna S.p.A. tramite quest’ultima creare Funivie del Molise S.p.A. e con delibera delibera n. 211 del 29 marzo 2011 immette 3.500.000 euro nel capitale di Funivie del Molise S.p.A. per liquidare il consorzio e fare una evidenza pubblica per vendere o far gestire senza oneri ad un privato il ramo aziendale, a questi vanno aggiunti altri mandati di pagamento a diverso titolo dalla Regione Molise a Sviluppo Montagna Molisana S.p.A. per un totale di 4.248.000 euro che sommati ai 2,876.958 euro fanno un totale di 7.124.958 euro.
Follie finanziarie di debiti e crediti in capo a società che sostanzialmente servono a mantenere in piedi un sistema gestionale che non funziona, quasi nulla rispettoso delle normative europee e tutto a carico della Regione Molise e dei suoi cittadini.
Faticosamente arriviamo ai giorni nostri.
Dopo 1 anno e 8 mesi di governo Frattura, dopo aver letto e riletto comunicati stampa, in pieno stile renziano, volti a dare una definizione alla questione e un rilancio alle attività del territorio alto matesino, il Consorzio ancora non è stato liquidato e si presume abbia una esposizione debitoria di quasi un milione di euro, Funivie del Molise ha continuato a gestire in modo anti economico il ramo d’azienda (con spese nell’ultimo anno sotto l’attenzione della Procura della Repubblica) e, anch’essa, con una esposizione debitoria che si aggira intorno al milione di euro.
Ci chiediamo quindi:
- Quale futuro avrà Campitello Matese?
- Come farà la Regione a far fronte a questi debiti?
- Come uscirà definitivamente da queste società partecipate?
- Quando ci sarà una gara di evidenza pubblica che metterà in vendita il ramo d’azienda o la gestione dello stesso senza più oneri in capo alla regione ?
Soprattutto, quando daremo le risposte a tutte quelle famiglie che vivono grazie al lavoro che svolgono nel comprensorio di Campitello o con attività ad esso collegate e che ad oggi, a ristretta vicinanza della stagione invernale, non sanno se gli impianti di risalita verranno o meno messi in funzione, limitando pesantemente la programmazione della loro attività economica?
Il MoVimento 5 stelle già da prima dell’estate si è posto il problema chiedendo queste risposte all’esecutivo regionale attraverso due atti formali in attesa di risposta e discussione (interpellanza al Presidente della Giunta Regionale ed interrogazione scritta/orale consegnata ad inizio luglio ma ancora senza alcuna risposta) e riservandosi una volta avuto l’accesso a tutti gli atti richiesti, eventuali azioni politiche e di responsabilità di gestione.
Come ogni favola vorremmo anche noi finirla con il “vissero tutti felici e contenti” ma in questo caso crediamo sia difficile.
L’inverno è alle porte, Frattura non andare in letargo!