Dal 5 ottobre la chirurgia dell’ospedale Cardarelli rischia la paralisi a causa delle assurde lungaggini registrate nei concorsi Asrem. Mancano almeno 5 anestesisti, ma le selezioni vengono rallentate dall’inerzia del presidente Toma. Basta scaricabarile, i livelli essenziali di assistenza sono a rischio. La salute dei molisani è appesa a un filo. Chiederemo un Consiglio regionale monotematico.
Al caos drammatico in cui versa la sanità molisana si aggiunge oggi la vicenda dell’Ospedale Cardarelli. Dal 5 ottobre prossimo, l’hub regionale rischia una paralisi del reparto di Chirurgia, che potrà garantire solo le urgenze. Il motivo? La solita, ormai ingiustificata, carenza di personale.
Dieci mesi per il concorso 2019, i medici trovano lavoro in altre regioni
Ma se in passato si trovava nel blocco del turnover il comodo riparo contro le critiche, oggi queste indegne carenze sono tutte dovute all’inerzia della Regione, ovvero del presidente Toma. Come abbiamo riscontrato in tutti i nosocomi molisani, una delle carenze più drammatiche al Cardarelli è quella dei medici specializzati in Anestesia e Rianimazione. Secondo il piano dei fabbisogni assunzionali, già dal 2019 era chiaro che gli ospedali della regione avessero bisogno di almeno 6 anestesisti. A maggio dello stesso anno, con delibera del Direttore Generale Asrem, sono stati messi a bando i posti vacanti ma, incredibilmente, la procedura concorsuale è terminata solo a marzo del 2020.
Nel frattempo, com’era prevedibile, i medici che avevano partecipato alla selezione hanno trovato impiego in altre strutture sanitarie fuori regione. Il motivo di tanta attesa? L’ormai insostenibile lentezza con cui la Regione ha nominato il membro della Commissione valutatrice di sua competenza: hanno atteso fino a dicembre 2019. Per i non addetti ai lavori, funziona così: una volta bandito il concorso, va nominata una Commissione di tre membri (2 nominati da Asrem, uno dalla Regione) per valutare i candidati.
Concorso 2020 per anestesisti a rischio per i soliti ritardi della Regione
A seguito del colpevole ritardo nelle procedure, a fine aprile 2020 è stato pubblicato un nuovo bando, fotocopia del precedente. In questo caso, la Commissione si è insediata il 15 settembre, ma siamo ancora in attesa di vedere la fine della selezione, nonostante l’elenco degli ammessi sia stato pubblicato il 14 settembre: hanno passato questa fase 5 medici specializzati (tutti giovani, nati a cavallo tra gli anni ’70 e ’80) e 13 specializzandi. L’età media dei medici selezionati garantirebbe un ricambio generazionale nella sanità molisana per gli anni a venire. Sempre che non si indugi oltre, perdendo anche queste importanti risorse umane.
In attesa dell’espletamento del concorso, inoltre, a luglio è stato pubblicato un avviso pubblico, per dotare l’ospedale Cardarelli dei 5 anestesisti indispensabili per evitare il blocco della chirurgia, seppur a tempo determinato. Hanno risposto solo 2 medici specializzati, data la scarsa appetibilità di un contratto a termine per figure mediche ricercate disperatamente in tutti gli ospedali della Penisola. Ma neanche questi due anestesisti sono stati ancora ingaggiati.
La responsabilità di Toma nella carenza di personale medico
Al di là del racconto cronologico dei fatti, c’è una costante che ormai ci lascia senza parole: nonostante il continuo scaricabarile, tanto imbarazzante quanto fuori luogo, il presidente Toma non può più ripeterci la storiella della responsabilità commissariale. Dal governo, il MoVimento 5 Stelle ha fatto il possibile per risolvere gli annosi problemi della sanità molisana. Lo sblocco del turnover previsto dal ‘decreto Calabria’ poteva e doveva rappresentare il rilancio degli ospedali pubblici, in affanno da anni. Ma non sta né al governo né ai Commissari portare a termine i concorsi per l’assunzione di personale. La responsabilità, è ora che si dica chiaramente, è del presidente Toma e del suo assurdo immobilismo.
Da cittadini prima e da consiglieri poi, non dormiamo la notte nel sapere in che condizioni versa la sanità regionale. Come può il presidente continuare a recitare la parte della vittima e dormire sonni tranquilli? Come può negare ai cittadini che dovrebbe amministrare e difendere, da buon padre di famiglia, il sacrosanto diritto alla salute? Tutto il tempo che il presidente perde, nel dialogo con Asrem per la nomina delle commissioni valutatrici, aumenta il rischio di tracollo dei nostri ospedali. Per di più, in piena pandemia. E il copione si ripete ormai ovunque, dagli ospedali della costa all’alto Molise.
I livelli essenziali di assistenza sono a rischio, le nostre vite sono appese a un filo. Tanto più perché, oggi, a rischiare il collasso è l’hub regionale e se va in tilt l’hub, possiamo solo immaginare le ricadute sugli ospedali minori (spoke). È ora che Toma assuma il peso delle sue responsabilità, senza indugi, porti finalmente a termine i concorsi. Dal canto nostro, proveremo ad inchiodare lui e la sua giunta all’obbligo di dare risposte ai cittadini, chiedendo un Consiglio regionale monotematico sulla vicenda.