Milioni di euro spesi in attrezzature e posti letto di terapia intensiva, ma il Centro Covid del Molise resta un fantasma. Il presidente-commissario Donato Toma è chiamato a dare risposte, ecco il perché della nostra interrogazione.
Il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera legato all’emergenza Covid – da realizzare con i 6.9 milioni di euro stanziati dallo Stato per il Molise e già impegnati in bilancio regionale – è ancora avvolto da un alone di mistero. Ho cercato di fare una ricognizione dei fatti per fornire ai cittadini qualche risposta agli interrogativi che ci poniamo da un anno e mezzo. Partiamo col dire che ad oggi Asrem, soggetto attuatore dell’intervento, ha già speso una parte di quei soldi. Stando ai 15 atti di affidamento, Asrem ha acquistato e preso in consegna ben 2 milioni di euro di attrezzature elettromedicali per allestire i 35 posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva previsti, 30 dei quali nel Centro Covid al Cardarelli di Campobasso. Letti attrezzati, pianificati a luglio dell’anno scorso con l’approvazione del Ministero, ma ancora colpevolmente inesistenti.
Soldi investiti e attrezzature inutilizzate
In qualche magazzino dell’Asrem dovrebbero giacere, tra le altre attrezzature, 35 travi testaletto (costate 725.000 euro) e un tomografo (costato 314.000 euro). Un tomografo nuovo di zecca passato nel silenzio, mentre per quello noleggiato due anni fa Toma e Florenzano gongolavano orgogliosi in conferenza stampa. Il Piano inviato a luglio dello scorso anno – approvato dal Ministero – riguardava principalmente il ‘Cardarelli’, ma anche gli ospedali di Termoli e Isernia. Inizialmente, la spesa complessiva prevista (rivelatasi estremamente riduttiva) era di 7.5 milioni, di cui 6.9 a carico dello Stato. Denaro destinato alla fornitura di attrezzature elettromedicali e a lavori strutturali nei tre ospedali. Per l’intervento ‘Terapie Intensive e Semintensive e Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Campobasso’ (Centro Covid) si prevedeva una spesa di 5.6 milioni di euro, di cui 1.6 di attrezzature.
Il Centro Covid fantasma
Centro Covid che non ha mai visto partire i lavori ma, interpretando le recenti dichiarazioni del neo Commissario Toma, potrebbe essere ridimensionato o addirittura accantonato. Questo a causa di errori madornali nei preventivi di spesa, nonché per la mancanza di certificazioni antincendio. Che, a dirla tutta, mancano per l’intera struttura ospedaliera. Un’altra previsione sbagliata, un altro progetto elaborato e pagato profumatamente, che rischia di cadere nel ‘buco nero’ chiamato Regione Molise.
Il governatore Toma riferisca in Aula
Come e perché si è arenato il progetto, tanto voluto da Toma e Florenzano? Come fa oggi Toma a dichiarare di non conoscere i dettagli della vicenda, restando in attesa di una fantomatica relazione di Florenzano? Eppure, lo stesso presidente si fece promotore di quel Piano di riorganizzazione sottolineando, con una nota all’ex commissario Giustini e ai ministeri competenti, che ‘la fattibilità di un’implementazione dell’Ospedale hub di Campobasso era stata già testata sul campo’. Addirittura, il neo commissario aggiunge candidamente che servirebbero ulteriori 2 milioni per completare i lavori.
Ma i costi erano già lievitati. Il 21 gennaio 2021, due giorni dopo la ricezione del progetto, negli uffici di via Genova si prese atto che il quadro economico era molto più oneroso delle aspettative: servivano 2 milioni di euro in più rispetto ai 4 previsti. Si decise quindi di reperire altri fondi tra quelli ancora inutilizzati ma già impegnati per altri lavori negli ospedali. A firmare quel verbale furono, oltre agli ex Commissari e ai dirigenti Asrem, anche la dirigente confermata da Toma a capo del Dipartimento Salute e nominata dallo stesso ‘Referente unica per i contatti con il Ministero Salute’.
Progetto inattuabile e troppo costoso
Ma c’è di più. In quell’occasione avranno certamente parlato del primo quadro economico inviato dal progettista a dicembre. Non ne conosciamo la stima, ma presumiamo fosse molto più costoso di quello oggetto della riunione, dato che il Responsabile del Procedimento e il dirigente del Servizio tecnico dell’Asrem rimandarono indietro il documento valutando ‘la possibilità di alcune ulteriori ottimizzazioni dello stesso finalizzate a consentire un risparmio di risorse economiche ed una maggiore velocità nell’esecuzione dei lavori’. Sembra paradossale oggi leggere di una richiesta di accelerazione dei lavori, ma la cosa grave è che a dicembre scorso – quindi prima che partissero tutti gli acquisti di attrezzature per la Torre Covid – qualcuno avrebbe potuto già realizzare che il progetto era inattuabile e troppo costoso.
Cosa è successo dopo quella riunione in via Genova? L’Asrem – che aveva già speso in gran parte i 2 milioni di attrezzature – ha approvato il progetto definitivo e, a fine febbraio, dopo le verifiche progettuali, ha approvato il progetto esecutivo. Da quel giorno i lavori non sono mai stati ufficialmente affidati alla società che si era aggiudicata il bando. È stata la stessa società a rilevare delle criticità insormontabili, poi effettivamente riscontrate.
Operazione trasparenza
Dal neo Commissario ora ci si aspetterebbe la massima trasparenza sulla vicenda, nonché la volontà di scoprire i responsabili delle errate ipotesi di copertura finanziaria, fatte sia a luglio 2020 che a gennaio scorso. D’altra parte, avrebbe potuto conoscere anticipatamente, in qualità di responsabile della Protezione civile, la mancanza di requisiti di sicurezza per quella parte di edificio.
Credo che Toma sia obbligato a riferire ai cittadini e al Consiglio regionale i motivi di questa mancata realizzazione. Per questo, in vista del monotematico di lunedì 27, presenterò una formale interrogazione. Stando alle ultime stime presentate, come ci si può sbagliare di circa 4 milioni rispetto al prospetto iniziale? Parliamo di un aumento pari al 100%!
Dei 6.9 milioni di euro che lo Stato ha stanziato per il Molise, Asrem ha speso 2 milioni in attrezzature elettromedicali. Che fine hanno fatto queste attrezzature, non saranno mica in qualche scantinato a prendere polvere? Si sta configurando, a mio avviso, un potenziale spreco di denaro pubblico. Perché questi 2 milioni non sono serviti a mettere una sola pietra sulla riorganizzazione ospedaliera richiesta con urgenza da Roma ormai un anno e mezzo fa.
Questa volta, Presidente, a chi darà la colpa di questa incredibile vergogna?