Non può passare inascoltato il grido d’aiuto degli utenti e dei genitori dei bambini in cura presso il centro di riabilitazione di Termoli che rischia di chiudere.
Il presagio è stato confermato il 3 dicembre scorso, per una beffarda casualità, proprio il giorno in cui ricorreva la ‘Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità’. Così ora le famiglie si sentono abbandonate.
La loro storia di incertezza e preoccupazione comincia un anno fa, quando la Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio ha venduto il ramo di azienda relativo ai centri ambulatoriali del Basso Molise, cedendoli alla società ‘Centri di Riabilitazione srl’. Già in quei giorni le famiglie espressero le proprie perplessità, ma chiesero solo che i servizi fossero garantiti. Varie amministrazioni, a diversi livelli, oltre che la società acquirente, assicurarono alle famiglie dei pazienti, adulti e bambini con disabilità più o meno grave, che la cessione non avrebbe intaccato la qualità del servizio e la continuità terapeutica.
Nel corso di un intero anno, però, è rimasto tutto fermo. Anzi peggio: quattro operatori che per anni si sono presi cura di adulti e bambini, sono stati licenziati. E, come se non bastasse, alcuni utenti hanno anche visto ridursi il numero delle terapie. Nonostante questo le famiglie hanno atteso, si sono spinte a comprendere che in periodo di crisi si può finanche rinunciare a qualche sacrosanto diritto per il bene collettivo.
Ma l’incertezza prosegue, ora si paventa la chiusura del centro ambulatoriale e non si sa cosa sarà degli operatori. Del resto, come hanno spiegato proprio le famiglie, “prendersi carico di un paziente, e di un bambino specialmente, non significa soltanto espletare un’attività professionale, quale è la riabilitazione neuromotoria o la logopedia. Significa soprattutto dedicarsi ad un essere umano e supportare la sua famiglia in un percorso che non si esaurisce nello spazio terapeutico di un ambulatorio, ma dura per anni e spesso per una vita intera”. Per questo da un anno familiari e utenti chiedono che sia garantita la continuità terapeutica con gli stessi operatori, oltre che sia preservata l’unicità del centro, per anni un punto di riferimento per la riabilitazione in età evolutiva.
La città di Termoli non può perdere l’ennesimo servizio, anche per questo il Movimento 5 Stelle raccoglie l’appello delle famiglie. Per ognuna di esse si tratta di una battaglia allo stesso tempo personale: per loro riabilitazione vuol dire, speranza, futuro. Ma è anche una battaglia collettiva, in quanto si parla di servizi essenziali. Bisogna dar voce a questo appello. La chiusura del centro di riabilitazione è un pericolo che coinvolge Termoli, il Basso Molise, ma si ripercuote anche sul resto della regione.
Le famiglie lo hanno detto a chiare lettere: “La capacità di una pubblica amministrazione si misura da quanto sappia prendersi cura dei cittadini, specie di quelli più fragili, così come la forza di un’impresa si misura dalla qualità dei servizi che sa offrire”. Dunque, le istituzioni hanno il dovere di intervenire.
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