I ritardi nell’inoltro delle domande di Cassa integrazione in deroga sono al centro di uno “scaricabarile” tra Regioni e Inps. Sta di fatto che, soprattutto in Molise, sono migliaia le famiglie che attendono questo importante ammortizzatore sociale, da quasi due mesi ormai. Alla celerità del Governo nazionale non sembra essere seguita altrettanta velocità da parte della nostra Regione nell’analisi e inoltro delle domande. È ora di capire come dare risposte ai lavoratori in difficoltà economiche, uscendo dall’impasse. Per questo abbiamo chiesto la convocazione delle Commissioni e l’audizione del capo dipartimento competente e del direttore regionale dell’Inps.
Di Patrizia Manzo, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise
Sono migliaia le famiglie molisane che, nonostante il sostegno economico attivato attraverso lo strumento della Cassa integrazione in deroga, contenuto nelle previsioni del decreto “Cura Italia“, vivono ancora tantissimi disagi. Tra difficoltà che sembrano insormontabili e ritardi incomprensibili, si registra da settimane un vero e proprio cortocircuito tra le Regioni e l’Inps che, però, trova il tempo di alimentare polemiche e accuse reciproche.
Protagonisti, in questa fase di emergenza sociale che richiede risposte e non stucchevoli scambi al veleno, i presidenti delle Regioni e il vertice dell’Istituto, Pasquale Tridico. L’inammissibile scaricabarile penalizza migliaia di famiglie, che contano su questo ammortizzatore sociale quale unica forma di reddito, a seguito degli effetti del lockdown e dell’emergenza sanitaria. È indispensabile chiarire, una volta per tutte e con i diretti interessati, le motivazioni di questi ritardi inaccettabili. Per questo motivo ho chiesto ufficialmente al presidente del Consiglio regionale che siano convocate con urgenza le commissioni regionali competenti e che siano invitati in audizione il capo dipartimento competente e il direttore regionale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale.
Così si potranno individuare, con precisione, gli intoppi e le criticità che potrebbero abbattersi anche sulla fase successiva, quella della proroga dell’attivazione della cassa integrazione in deroga, che sarà contenuta nel prossimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di imminente emanazione. La Regione, per sua stessa ammissione, ha difficoltà oggettive nella fase di lavorazione delle migliaia di domande arrivate in queste settimane: lo ha spiegato lo stesso presidente Donato Toma che, relativamente alla mole di documenti, ha comunicato di aver provveduto alla rimodulazione del personale da impiegare, per accelerare la verifica delle istanze e l’inoltro all’Inps.
Toma parla di tremila domande arrivate in Regione, l’Inps comunica di averne ricevute 500. E, di queste, di averne ‘bocciate’ 83. Numeri che significano persone in difficoltà, alle prese con le necessità di sostentamento di intere famiglie. Per questo occorre chiarire la vicenda con urgenza, per rispetto di chi aspetta da oltre un mese e mezzo delle risposte. Lo strumento della Cig in deroga è stato attivato nell’immediatezza dal Governo nazionale, ma deve essere trattato con la stessa urgenza dagli organi deputati sul territorio regionale.
Come mai gli istituti bancari non anticipano le somme, così come stabilito dalla convenzione con l’Abi sottoscritta il 6 aprile? Si tratta di una procedura più snella, che avrebbe dovuto evitare i ritardi che, invece, stanno generando gravi problemi di ordine sociale per migliaia di famiglie, che non possono contare su alcuna forma di reddito. Come è evidente, si tratta di un argomento ‘sensibile’ sul quale hanno chiesto lumi anche alcuni colleghi consiglieri regionali. L’unico luogo dove avanzare domande e chiedere risposte certe e chiare è il Consiglio regionale, che attraverso le Commissioni consiliari competenti può e deve avviare l’iter conoscitivo dello stato dell’arte delle procedure: dove si sono bloccate, quali le responsabilità e soprattutto quali le soluzioni per rispondere con celerità alle legittime attese di chi, oggi, non ha null’altro.