L’ampliamento del Consorzio di bonifica di Venafro porta con sé una serie di rischi, ambientali e finanziari. Per questo riteniamo fondamentale una seria concertazione. Abbiamo presentato un’interrogazione urgente in Consiglio regionale. Non è certo questo il progetto di qualche anno fa, in cui erano previsti impegni dalla Regione Campania e non si chiedevano soldi ai consorziati per allargare il comprensorio al depuratore di Pozzilli.
di Vittorio Nola
Per anni ho denunciato il mancato coinvolgimento delle Regioni Molise e Campania nel possibile ampliamento del Consorzio di bonifica della piana di Venafro. Ora anche quest’assenza di condivisione getta ombre sul cosiddetto “grande progetto strategico” che estenderebbe l’attuale comprensorio irriguo del Consorzio alle pianure di Capriati e Torcino, addirittura addossando i costi ai consorziati in un periodo in cui la crisi climatica e la siccità evidente impongono una differente visione strategica.
I potenziali rischi ambientali e finanziari
Per noi questo progetto rischia di essere viziato da vari profili di illegittimità, soprattutto sul piano ambientale e finanziario, motivo per cui abbiamo presentato una interrogazione urgente in Consiglio regionale.
I dubbi che solleviamo hanno anche natura tecnica. Qualsiasi estensione del comprensorio irriguo consortile deve essere conforme agli strumenti di pianificazione regionale e deve quindi essere preceduto da una valutazione della Regione.
I consorziati rischiano di pagare progetti utili a terzi
Il progetto strategico, infine, non sembra in linea con lo Statuto e le procedure interne del Consorzio. In particolare non sarebbe possibile anticipare né eventualmente impegnare i contributi dei consorziati per opere di interesse per terzi, come la sistemazione del depuratore del Nucleo industriale di Pozzilli, il rifacimento di strade o la costruzione di ponti in territori non compresi nel cosiddetto Piano di Classifica che individua le macro zone in cui si riscontrano i diversi benefici di bonifica.
Ritengo che questi rilievi vadano vagliati uno ad uno anche perché diversi portatori d’interesse hanno presentato formale opposizione alla deliberazione del Comitato esecutivo del Consorzio di bonifica che riguarda il progetto. La questione, dunque, deve approdare prima presso il Consiglio dei delegati del Consorzio dove siedono anche rappresentanti nominati dalla Regione Molise, compreso il revisore unico. Poi è necessaria un’istruttoria da parte della Regione che ha un ruolo attivo e determinante nella delimitazione dei bacini territoriali, in particolar modo, nei casi come questo in cui l’ampliamento interessa regioni diverse.
La nostra interrogazione in Consiglio per fare luce sulla vicenda
Per questi motivi il MoVimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione a mia prima firma. Vogliamo sapere se i Comuni sono stati coinvolti, se davvero la Regione vuole ampliare il bacino idrografico del Consorzio, se sono in corso interlocuzioni con la Regione Campania; se la Consulta regionale per la bonifica e l’irrigazione ha espresso pareri o formulato proposte sul tema; se risultano anche al presidente Toma le opposizioni dei portatori d’interesse al progetto strategico.
In definitiva, chiediamo trasparenza e coinvolgimento. Per noi la Regione Molise ha il dovere di verificare ogni aspetto della vicenda per rispetto dei consorziati, degli stakeholders e degli amministratori locali, a maggior ragione perché di mezzo ci sono sia gli interessi sia i soldi dei cittadini e, soprattutto, il nostro ambiente e il nostro prezioso patrimonio di acqua.