Mentre il presidente Francesco Roberti se la prende con la trasmissione di Milena Gabanelli e la delegazione parlamentare di centrodestra è impegnata ad esultare per i recenti risultati elettorali, la Consulta boccia il rendiconto 2020 e la Regione Molise sprofonda nell’oblio dei conti pubblici.
di Angelo Primiani
Ad otto mesi dal voto per le elezioni regionali abbiamo assistito solo a proclami che oggi si infrangono contro l’ennesima sentenza negativa della Corte costituzionale, la numero 39/2024, che dichiara illegittimo il Rendiconto 2020 e, a cascata, tutti i provvedimenti successivi.
A suo tempo, già la Corte dei Conti aveva avvisato la Regione sui numeri di quel documento come del resto facemmo noi del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale dall’opposizione. Tuttavia il centrodestra preferì ignorare ogni appello e ora eccoci qui con l’ennesima batosta della Consulta.
Stando alla sentenza fresca di pubblicazione, ballerebbero oltre 90 milioni di euro di disavanzo:
Nel testo, infatti, si legge: «le scritture di competenza del 2021 (impegni e accertamenti) si sviluppavano, sulla base di un disavanzo di amministrazione gravemente sottostimato, cristallizzato nella legislazione regionale di approvazione del rendiconto finanziario per l’esercizio stesso» – scrivono dalla Corte.
Ma si sa, quando si tratta di bilanci vige il principio di continuità, che implica che i dati contabili, anno per anno, debbano essere rilevati e rappresentati con correttezza. Le risultanze dell’annualità precedente rappresentano, infatti, un dato di riferimento dell’anno successivo, incidendo direttamente sulla programmazione delle risorse. E la grave sottostima del disavanzo rilevata prima dalla Corte dei Conti, poi dalla Corte costituzionale, ha comportato un indebito ampliamento della spesa.
Alla luce di questa sentenza, dunque, la Regione rischia seriamente di collassare da un punto di vista economico-finanziario, andando a peggiorare una situazione già di per sé molto grave visto già il disavanzo da circa 500 milioni di euro.
Ora sarà molto facile scaricare la colpa sul Governo Toma, ma una cosa è evidente: l’attuale maggioranza è composta per larga parte dagli stessi esponenti che hanno votato e approvato i documenti contabili dichiarati oggi illegittimi.
Anche per questo posso affermare con certezza che i molisani non si sentono offesi dalle ricostruzioni della giornalista Milena Gabanelli sull’evidente fallimento dell’autonomia regionale, bensì da una gestione politica che ha creato e continua a creare i presupposti per la fine di quell’autonomia.
In continuità, se non peggio, rispetto al suo predecessore, Roberti si scontra quindi con la dura realtà delle cose. E l’incapacità del centrodestra di trovare soluzioni reali per la nostra regione è sotto gli occhi di tutti.
Forse è giunta l’ora di iniziare a governare seriamente. I proclami, ormai, non servono: ci vogliono i fatti se si intende lavorare per il bene di questa terra.