Giorni fa già la Corte dei Conti aveva bocciato il bilancio della Regione Molise mettendo in luce una gestione amministrativa approssimativa e condizionata dai soliti vizi. Infatti, leggendo carte e numeri, siamo di fronte ad una situazione drammatica con un bilancio ormai in disavanzo cronico. Il governatore Donato Toma, come prevedibile, imputa il disastro alle passate amministrazioni, ma la verità è che nei 18 mesi alla guida dell’Ente, l’attuale governatore non è stato capace di fare meglio, anzi.
Per quanto riguarda il 2018 tutti gli indicatori, nonché la relazione della Corte dei Conti, denunciano un peggioramento importante in termini di contenimento del disavanzo che nei due anni precedenti, a seguito del piano di rientro, avevano cominciato a ridursi.
Il rendiconto 2018 è infatti lo specchio dell’attuale amministrazione, un accrocchio raffazzonato di pezze a colori che ha seguito un iter sofferto: approvazione in Giunta a maggio; rettifica ad agosto dopo le batoste prese dalla Corte dei Conti per operazioni errate anche di importi rilevanti; pareri negativi dei revisori, poi rettificati per grazia divina; giudizio di parifica umiliante per tutte le criticità riscontrate dai magistrati contabili.
Ma il dato forse più emblematico è il seguente: mentre le altre regioni approvano il bilancio preventivo per il 2020 noi siamo ancora invischiati ad approvare rendiconto e consolidato 2018 ed assestamento 2019. In pratica, mentre le altre regioni disegnano il futuro dei propri cittadini, il Consiglio regionale tenta di mettere toppe ad un passato disastrato, ragionando su un documento che doveva essere approvato entro il 31 luglio scorso.
Anche sul disavanzo, numeri incontestabili confermano che la gestione del 2018 ha di fatto annullato i progressi fatti nel 2017. Così anche sul bilancio consolidato, sull’assestamento del bilancio previsionale 2019 e sul bilancio del Consiglio regionale.
Il rendiconto 2018 accerta un disavanzo di quasi 512 milioni di euro, mentre nel 2017 eravamo a 508 milioni di euro. In sostanza non solo non abbiamo coperto la parte di disavanzo prevista nel piano di rientro in sede di bilancio di previsione 2018-2020 (ovvero 19,5 milioni) ma addirittura abbiamo registrato un ulteriore aggravamento del deficit per oltre 3 milioni di euro. Malgrado il peggioramento si è rimasti al di sotto della soglia obiettivo prevista nell’anno 2018 (pari a 513 milioni) grazie alle maggiori riduzioni del disavanzo registrate negli anni precedenti. Nel 2017 ad esempio, a fronte di una soglia obiettivo di 532,5 milioni si è arrivati, a 508.5 milioni ben 24 al di sotto della soglia obiettivo. In pratica, la gestione del 2018 ha annullato di fatto i progressi fatti nell’anno 2017.
E che dire del consolidato, il bilancio che tiene conto anche degli enti strumentali. Il Collegio dei revisori ha espresso parere negativo sul bilancio consolidato 2018 in quanto ritiene la contabilità non attendibile, affermando che sarebbe stato cancellato dal bilancio della società Molise Dati un credito verso la Regione Molise di 7.908.051 euro e in effetti risulta che la società abbia cancellato un debito della stessa cifra dal proprio bilancio. Tuttavia questa ‘partita’ non risulta nel rendiconto 2018 ma è ricomparsa all’interno del bilancio regionale. Molise Dati sostiene di aver presentato alla Regione regolari fatture che però, a quanto pare, non sono state contabilizzate. Ad ogni modo una nuova delibera di Giunta ha poi sanato la questione, anche se sul tema siamo d’accordo nel chiedere un apposito consiglio monotematico.
E a proposito di dubbi. Vi abbiamo raccontato che la Regione vanta un debito di oltre 20 milioni di euro nei confronti di Trenitalia relativo al 2018. Ad oggi ancora non abbiamo capito come verranno sanate queste pendenze dato che non c’è traccia del riconoscimento di questo debito, ma soprattutto non abbiamo capito dove verranno presi i soldi per pagare i (dis)servizi che i pendolari molisani devono sopportare ogni giorno.
Ancora. Sul personale, in sede di parifica, è stato certificato in Regione si è passati dalle 555 unità del 2017 alle 569 del 2018. In sostanza la Regione ha effettuato assunzioni contravvenendo a specifiche disposizioni di legge. Se questa è la situazione ci domandiamo come si intende procedere rispetto ai bandi attualmente in essere: può la Giunta regionale continuare ad agire come nulla fosse in palese violazione della legge, ma soprattutto contrariamente all’indirizzo espresso dal Consiglio?
Inoltre tra le variazioni presenti in legge di assestamento vi è un ulteriore aumento di 1.016.555 euro per ‘spese correnti organi istituzionali’, in pratica hanno riconosciuto un milione in più ai costi della politica tra cui quelli per i vitalizi degli ex consiglieri. Nei mesi precedenti abbiamo denunciato le spese spropositate della segreteria particolare del presidente, ci è stato negato l’accesso alle spese effettuate con le carte di credito sia della Giunta che dei dirigenti, abbiamo proposto il taglio degli emolumenti e l’abolizione dell’istituto della surroga per i consiglieri nominati assessori, un ulteriore aggravio di spesa da circa 1 milione di euro l’anno per non parlare delle spese spropositate del Consiglio regionale, un’assise dal costo complessivo di 11 milioni di euro.
Nonostante tutti i nostri rilievi, il governatore Toma è intervenuto senza mai rispondere nel merito delle nostre accuse, ma parlando di altro, mentre dai banchi della maggioranza non si è levata una sola voce in difesa del bilancio: forse perché anche il centrodestra è consapevole dello sfascio dei conti regionali o forse perché, nei momenti che contano, i consiglieri di maggioranza recitano solo il ruolo di comparse silenziose.
Ad ogni modo, lo scorso anno Toma aveva promesso di riallineare i tempi di approvazione dei documenti come previsto dalla legge. Una promessa mancata, l’ennesima. Anzi, siamo convinti che questa Giunta sta condannando la Regione ad altri 4-5 mesi di esercizio provvisorio e che poi, con la compiacenza della maggioranza, riuscirà ad approvare un bilancio per pochi; un bilancio che, ad esempio, darà altri soldi alle Comunità montane per far felici gli alleati in campagna elettorale come già accaduto.
Ma se invece la responsabilità di tutti questi numeri è delle passate amministrazioni, è ora che Toma indichi i responsabili. Sono politici o dirigenti? Di certo, coloro che hanno messo mano ai bilanci delle passate amministrazioni sono gli stessi che siedono ora in Giunta con lui.
Toma, infatti, ha confermato tutto il pacchetto di dirigenti, segretari, funzionari che fanno capo ai suoi sponsor politici, perché non ha le mani libere. Un presidente con le mani libere, infatti, porterebbe alle autorità giudiziarie tutte le carte che comprovano i disastri degli anni passati, spiegando ai molisani la reale situazione finanziaria della Regione Molise.
Invece niente. Numeri e persone mettono in mostra una continuità di metodo sconcertante che crea danni ogni anno. Per una persona che si vanta di essere esperto di finanza pubblica, non è poco, è il nulla.