L’emergenza da Covid-19 ha esposto a rischio categorie come medici e infermieri. Ma anche operai e impiegati delle fabbriche, che vanno tutelati come il personale medico: mascherine e distanze di sicurezza, anche nei bus che li portano nelle zone industriali di Termoli e Atessa. Se il Paese non si ferma, la priorità è garantire la massima sicurezza a tutti i lavoratori. Ma occorre anche maggiore comunicazione da parte del tavolo di crisi regionale, nei confronti dei cittadini e dei loro portavoce, affinché tutti siano informati al meglio.
Di Patrizia Manzo e Valerio Fontana, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise
I molisani stanno dando prova di essere un popolo responsabile e di saper rispettare le regole, nell’interesse collettivo. Anche per questo meritano il massimo dalle istituzioni, che non possono e non devono trascurare i problemi che, in questo momento delicato, mettono a repentaglio la sicurezza di migliaia di cittadini. Fari puntati sulla situazione, delicatissima, della Zona industriale di Termoli, dove insistono aziende dall’alta movimentazione quotidiana di merci e persone, ad esempio Fiat, ITT, Vibac e le tre industrie sottoposte a normativa Seveso, che già normalmente richiedono dovute accortezze per i dipendenti. Se è vero che l’Italia non si ferma, agli operai, ai dipendenti e a tutti gli addetti del nucleo industriale va garantita la massima sicurezza. Ora più che mai ognuno ha un ruolo e deve fare la propria parte ma ciò non può prescindere dal garantire gli standard di sicurezza imposti dal Dpcm: per questo motivo auspichiamo che i sindaci del Consorzio industriale della valle del Biferno si uniscano al nostro appello. È di queste ore un accordo tra sigle sindacali e Governo nazionale per affrontare la situazione nelle fabbriche ma chiediamo con forza che venga garantito prioritariamente il diritto alla salute dei nostri lavoratori, così come sancito dalla Costituzione. Ancora: quando le fabbriche termineranno le sanificazioni e adotteranno tutte le misure necessarie, ci aspettiamo un controllo serrato da parte delle Forze dell’ordine sulle condizioni di viaggio dei tanti lavoratori pendolari. Se da un lato sono soppresse le corse al servizio degli studenti, restano a rischio quelle che conducono i lavoratori pendolari molisani negli stabilimenti industriali di Termoli e Val di Sangro. Sarebbe auspicabile aumentare gli autobus a disposizione dei nostri operai, così da garantire le distanze minime tra i passeggeri ed evitare i prevedibili assembramenti in bus troppo affollati. Su questo punto ci aspettiamo una risposta rapida ed efficace da parte della Prefettura, del Presidente della Giunta regionale e dell’assessore ai Trasporti, in considerazione di quanto disposto dai recenti decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri lì dove si richiama la competenza delle Regioni sul trasporto pubblico locale, sulla necessità di valutare interventi straordinari in tema di sanificazione dei mezzi, nonché di riduzione o soppressione delle corse non strettamente necessarie.
La situazione dei lavoratori che operano nei nuclei industriali di Termoli e Atessa si incrocia poi con l’altra grande emergenza del Basso Molise, ovvero la chiusura dell’ospedale San Timoteo. Il nosocomio potrebbe riaprire le porte solo a metà della prossima settimana, dopo oltre una settimana di chiusura al pubblico, lo stop della postazione del servizio di 118 e l’impossibilità di accogliere degenze. Nei fatti, quindi, oltre 100.000 cittadini, da più di sette giorni, sono privi di assistenza sanitaria sul territorio. Davanti a un quadro simile sarebbe il minimo avere informazioni dettagliate e costantemente aggiornate sui tempi del processo di sanificazione e sulla riapertura dell’ospedale.
Ma il problema è più ampio e riguarda la gestione della comunicazione verso cittadini, rappresentanti in Consiglio regionale e medici di base, schierati in prima linea nella lotta contro il Coronavirus. In questo black out comunicativo, i consiglieri regionali non sono adeguatamente messi al corrente delle decisioni, delle emergenze che si paventano e delle soluzioni proposte. Né possono offrire spunti di riflessione e collaborazione: eppure esiste una figura istituita proprio con questo scopo che dovrebbe essere il tramite tra il Consiglio e la Giunta. Al sottosegretario Pallante, che siede al tavolo dell’unità di crisi regionale, chiediamo ufficialmente che l’intera assise sia messa al corrente delle decisioni da assumere e assunte e delle situazioni emergenziali che riguardano il nostro territorio. Non crediamo sia sufficiente un appuntamento settimanale, in occasione del tavolo permanente, per consentire ad ogni rappresentante istituzionale di poter adempiere al proprio compito con responsabilità e vicinanza al territorio. Solo grazie ad una informazione costante nessuno si sentirà solo, per questo crediamo che sia indispensabile che l’unità di crisi regionale faccia sentire a tutti la propria vicinanza, sfruttando tutti i canali e mezzi di informazione utili per una piena trasparenza delle operazioni. In considerazione di questo, abbiamo inoltrato formale richiesta alla Presidenza del Consiglio di trasmettere in modalità di teleconferenza o streaming le sedute del tavolo Covid-19 Molise del martedì, così che i consiglieri possano parteciparvi senza lasciare le proprie abitazioni, in piena osservanza dei DPCM e delle raccomandazioni della Presidenza del Consiglio regionale. Ma anche affinché tutti i cittadini possano informarsi direttamente, dalle loro case.
Noi restiamo a casa, ma da ogni abitazione del Molise, ne siamo certi, arriva forte l’abbraccio a chi è impegnato in corsia per garantire il diritto alla salute, a chi non chiude occhio da giorni per organizzare la massima assistenza necessaria a tutti i cittadini, a chi segue responsabilmente le regole, a chi si preoccupa di assistere anziani e malati, ai medici e agli operatori della postazione del 118 termolese, che diligentemente rispettano la quarantena e che fremono per poter rientrare in servizio e dare il loro prezioso contributo alla cittadinanza in questa situazione emergenziale. Non abbassiamo la guardia, facciamolo tutti insieme e ognuno con le proprie responsabilità: ce la faremo e saremo più uniti di prima!