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Regione, la Corte dei Conti accerta un debito di 15 milioni

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Da un controllo a campione sul bilancio del 2018, la magistratura contabile ha evidenziato un’anomalia nelle scritture contabili della Regione Molise: in più occasioni i debiti maturati nel 2017 non erano stati iscritti a bilancio nell’anno di esercizio, ma erano stati iscritti e liquidati nel corso del 2018. Debiti che potrebbero gravare ancora una volta sulle tasche dei molisani.

Un vero fulmine a ciel sereno si abbatte sui conti della Regione Molise, che esattamente un mese dopo la missiva della Corte dei Conti, il 19 agosto, con una Delibera di Giunta (la 328\2019), prende atto di debiti fuori bilancio pari ad oltre 15 milioni di euro per impegni di spesa e pagamenti effettuati in esercizi successivi a quelli di competenza.

Si dovrebbe ricorrere ai debiti fuori bilancio (disciplinati dall’Art. 73 del Decreto Legislativo 118\2011) principalmente per far fronte ad una spesa straordinaria, che non poteva essere preventivata, come il pagamento di sentenze esecutive, la copertura dei disavanzi di enti e società controllati dalla Regione, l’acquisizione di beni e servizi in assenza di preventivo impegno di spesa. Non capiamo dunque perché, nel bilancio 2017, non siano stati assunti i relativi impegni di spesa per servizi come il Trasporto pubblico su ferro, visto che si tratta di un servizio basato su contratti pluriennali e, dunque, con importi preventivabili. Sarebbe proprio questa la voce più consistente tra i debiti fuori bilancio, un servizio che ha già portato in passato all’accumulo di 90 milioni di debiti, poi saldati grazie ad uno stanziamento straordinario del Governo nazionale nel 2016. Nel 2018, la Regione ha impegnato e pagato a Trenitalia fatture per importi pari a circa 10 milioni di euro, per servizi resi dalla stessa società nel 2017 (e dunque di competenza di quell’esercizio). La situazione del Trasporto pubblico su ferro non sembra essere migliorata nel frattempo: dopo vari incontri tra l’assessorato ai Trasporti della Regione Molise e Trenitalia, quest’ultima ha proposto un piano di rientro per debiti superiori a 20 milioni di euro (che presumiamo riguardino tutte le fatture non pagate, relative al 2018).

Al di là delle singole voci di bilancio, analizzate, come detto, a campione, la Corte dei conti sottolinea come il pagamento di debiti relativi ad annualità precedenti determina “tensioni sui capitoli di spesa interessati, a causa del rinvio agli esercizi successivi dell’assunzione di impegni relativi alla gestione di competenza, e potrebbe avere inciso sulla determinazione del risultato di amministrazione”. I bilanci successivi dunque non sono “allineati”, ovvero non forniscono un’idea chiara rispetto alla reale situazione finanziaria della Regione. In altre parole, la Regione, probabilmente a corto di risorse finanziarie, ha pensato bene di rimandare ad esercizi successivi alcuni impegni di spesa, anche relativi a servizi essenziali, non curandosi di seguire la procedura di riconoscimento dei debiti fuori bilancio prevista dell’art. 73 del D.Lgs. 118/2011. Secondo questa procedura, infatti, la legittimità dei debiti fuori bilancio deve essere sottoposta al vaglio del Consiglio regionale, come sottolineano i magistrati contabili: “La Sezione evidenzia pertanto la necessità che, relativamente a tali operazioni, sia coinvolto, sia pur tardivamente, il Consiglio regionale, anche attraverso una specifica ratifica nell’ambito della legge di approvazione del rendiconto”.

Cosa succede adesso? Gli scenari sono incerti, ma la situazione sembra destinata a peggiorare, anche perché la Giunta ha disposto una revisione straordinaria sugli impegni di spesa del 2019. Ciò lascia presagire che anche nell’esercizio in corso potrebbero emergere nuovi debiti fuori bilancio. Pertanto, il Presidente Toma, già alle prese con i problemi interni alla sua maggioranza, dovrà trovare nelle strette maglie del bilancio regionale i fondi necessari a ripianare una situazione debitoria tutt’altro che trascurabile. Ciò che ci preoccupa ulteriormente è che gli strumenti a disposizione del Presidente non sono tantissimi e vanno da un aumento delle tasse alla contrazione di nuovi mutui, alla riduzione della spesa (e relativa riduzione dei servizi offerti ai cittadini), il tutto con la possibilità di concordare un piano di rientro con i creditori.

Vogliamo vederci chiaro: il Presidente Toma venga in aula a spiegare a tutti i molisani con quali risorse intende coprire i debiti fuori bilancio non ancora pagati, che la Regione ha accumulato verso i propri fornitori. Vogliamo conoscere anche le responsabilità delle incongruenze evidenziate dalla Corte dei Conti: al netto delle responsabilità degli amministratori, Toma dovrà dirci chiaramente chi ha sbagliato e quali provvedimenti adotterà verso i responsabili. Dovrà poi spiegare ai molisani se sia a conoscenza dell’esposizione debitoria complessiva della Regione Molise (ora che ai debiti della sanità regionale si sommano questi ulteriori 15 milioni) e, in caso positivo, quali provvedimenti intenda adottare. In ogni caso durante il prossimo Consiglio regionale si dovrà discutere con urgenza di questo tema e noi ci riserviamo di presentare un’apposita interrogazione.

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