Far ripartire l’economia è un dovere, ma a patto che sia garantita la salute dei lavoratori in ogni modo. Il governatore Toma deve vigilare sulle misure di prevenzione adottate dalle aziende di trasporto a tutela dei lavoratori pendolari della Sevel e di tante altre aziende. Non lo dice solo il MoVimento 5 Stelle, ma le norme vigenti.
di Valerio Fontana, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise
Tra qualche giorno riapriranno i cancelli della Sevel, l’azienda metalmeccanica situata nella zona industriale di Val di Sangro, che impiega tanti lavoratori molisani. Le maggiori sigle sindacali hanno già manifestato pubblicamente le loro preoccupazioni sull’efficacia delle misure di sicurezza predisposte dall’azienda per tutelare la salute dei lavoratori, ma anche e soprattutto sul rischio concreto che potrebbe derivare in caso di diffusione del virus.
Del resto siamo ancora in una fase in cui l’emergenza non pare affatto superata e basterebbe poco, anche una piccola disattenzione, per vanificare tutti gli sforzi compiuti nelle ultime settimane.
Oltre ai protocolli di sicurezza che riguardano le condizioni di lavoro, i lavoratori molisani, essendo pendolari, hanno manifestato preoccupazione sull’efficacia delle misure di prevenzione predisposte dall’azienda che effettua il servizio di trasporto.
Ben consci delle inaccettabili inadempienze del servizio reso in questi anni, costretti a viaggiare su mezzi fatiscenti e spesso non adeguatamente igienizzati, oggi a maggior ragione pretendono garanzie, sia sulle operazioni preliminari di sanificazione, sia sul distanziamento tra i passeggeri, reso obbligatorio dalle ordinanze vigenti: i pullman pieni, per la loro conformazione, sono ambienti potenzialmente molto pericolosi.
Ci si interroga insomma se l’azienda di trasporto Atm sia in grado o meno di garantire un servizio che rispetti appieno le norme di sicurezza anti-covid, per garantire la doverosa tutela della salute dei lavoratori e, di conseguenza, delle rispettive famiglie e comunità.
Per questo motivo, dopo aver provato più volte a sollevare il problema all’interno del Consiglio regionale senza ottenere alcuna risposta, ieri ho inoltrato una nota ufficiale, indirizzata al Presidente della Giunta regionale Donato Toma.
Le disposizioni nazionali, infatti, riconoscono al governatore funzioni di controllo e di disposizione. In praticolare come si legge nel decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo scorso, richiamato nel Dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 aprile, si legge: “il Presidente della Regione può disporre la programmazione del servizio erogato dalle aziende del trasporto pubblico locale, anche non di linea, finalizzata alla riduzione e alla soppressione dei servizi in relazione agli interventi sanitari necessari per contenere l’emergenza coronavirus sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali”.
Per tutto questo ho chiesto formalmente al Presidente Toma di vigilare affinché sia posta la massima attenzione alle istanze dei lavoratori pendolari. All’esito delle verifiche, qualora venisse accertato che l’azienda non è in grado di garantire opportune misure di sicurezza, Toma dovrà adottare gli opportuni provvedimenti a tutela della salute pubblica.