L’eventuale introduzione dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti rischia di diventare un problema anche per il sistema produttivo molisano. Per non farci trovare impreparati e tutelare i lavoratori della nostra regione, ho portato in Aula, insieme ai colleghi Andrea Greco e Angelo Primiani, una mozione per sollecitare misure di sostegno alle imprese e per avviare strategie concrete di rilancio dell’export regionale.
di Roberto Gravina
La minaccia dei dazi imposti dall’amministrazione statunitense non è più solo un’ipotesi remota, ma un pericolo sempre più concreto che rischia di colpire duramente il nostro sistema produttivo. Non possiamo limitarci ad assistere a queste dinamiche da spettatori, mentre i nostri partner internazionali definiscono le regole del commercio globale a discapito dei prodotti italiani, molisani e del mercato europeo, per questo ho portato la questione in Aula con una mozione firmata insieme ai miei colleghi Andrea Greco e Angelo Primiani.
La nostra economia regionale è fortemente esposta a choc esterni, con l’86,9% del valore delle esportazioni concentrato su appena dieci prodotti. Settori chiave come il chimico, l’automotive e l’agroalimentare rischiano di subire un duro contraccolpo dalle nuove barriere tariffarie imposte dall’amministrazione statunitense, con ripercussioni pesanti sul piano occupazionale e produttivo.
Un esempio concreto è il comparto dei prodotti da forno, che include pasta, farine e semole di alta qualità, con aziende radicate nell’area di Campobasso che hanno costruito solide relazioni commerciali con il mercato americano. Ora, queste realtà rischierebbero una drastica riduzione delle esportazioni. Stesso destino potrebbe toccare al settore vitivinicolo, tra i più esposti all’eventuale aumento dei dazi.
Nel 2023, l’export di vino molisano ha registrato una crescita del 17,6%, con denominazioni di pregio come la Tintilia che stanno conquistando sempre più spazio all’estero. Un incremento delle tariffe doganali metterebbe a rischio questa crescita, penalizzando l’intera filiera agroalimentare regionale. Ma ad essere particolarmente vulnerabile è anche il settore lattiero-caseario, che rappresenta un’altra delle eccellenze del nostro territorio. Considerando che il mercato statunitense è uno dei principali sbocchi per i formaggi italiani, l’eventuale aumento dei dazi metterebbe in difficoltà molte aziende locali, riducendo la competitività dei nostri prodotti e compromettendo il lavoro di intere filiere produttive.
Anche il settore automotive non è immune: oltre allo stabilimento Stellantis di Termoli, le politiche protezionistiche USA potrebbero avere ripercussioni anche nella provincia di Isernia, con effetti a catena sull’intero sistema economico molisano.
Secondo i dati ISTAT, il Molise ha registrato un incremento dell’export del 5,8% nel 2024, raggiungendo 1.292 milioni di euro. Tuttavia, il comparto chimico ha già subito un calo del 9,7% a causa delle restrizioni commerciali USA, mentre proprio il settore automobilistico e l’agroalimentare potrebbero subire ulteriori perdite.
Dinanzi a questi dati, le imprese molisane non possono essere lasciate sole, è fondamentale che la Regione assuma un ruolo attivo nella tutela dell’export, promuovendo una discussione in sede di Conferenza Stato-Regioni per sollecitare il Governo a misure straordinarie di sostegno. Per questo nella mozione presentata viene chiesto di sostenere le aziende agroalimentari e manifatturiere interessate dalle paventate misure doganali, favorendo l’accesso a fondi specifici per la crescita e l’innovazione, ma anche con misure di sostegno economico-finanziario delle filiere, attingendo dalle risorse del PR Molise.
Anche l’OCSE nei giorni scorsi ha fornito un quadro decisamente chiaro sul tema dazi: l’Italia, con un’economia fortemente orientata all’export, sarebbe tra i paesi più penalizzati dalla paventata svolta protezionistica americana.
Oggi i dazi non hanno ancora prodotto effetti immediati, ma il solo annuncio ha già innescato tensioni e incertezze nel nostro tessuto produttivo. Non possiamo aspettare il 2 aprile, data annunciata in queste ore da Trump per la partenza dei dazi sulle automobili, per sapere se la nostra economia verrà messa in difficoltà da decisioni unilaterali. Il governo italiano parla di azione diplomatica, ma servono risposte più concrete. La nostra agricoltura, ad esempio, deve essere protetta con strumenti efficaci a livello europeo. Il Movimento 5 Stelle chiede un’azione comune dell’Unione Europea, non solo per scongiurare i dazi, ma per difendere il potere d’acquisto dei cittadini. Se gli Stati Uniti alzano barriere commerciali, noi non possiamo rispondere con un immobilismo che penalizzerebbe solo le nostre imprese.
La nostra intenzione è di impegnare la Giunta regionale ad attivare un tavolo di crisi per monitorare gli effetti dei dazi sulle imprese locali, con un primo report sugli impatti entro sei mesi. Inoltre bisogna individuare strumenti finanziari di supporto per le aziende colpite e un piano di diversificazione dei mercati, puntando su nuove opportunità in Asia e nei Paesi del Golfo.
La recente iniziativa della Regione di partecipare all’Expo di Tokyo è un segnale positivo, ma non basta. Come detto, servono azioni concrete e immediate per evitare un effetto domino sull’intero sistema produttivo molisano. La Regione deve fare la sua parte, introducendo strumenti di supporto efficaci e scongiurando il rischio di una crisi che potrebbe avere ripercussioni pesanti sul nostro tessuto economico e occupazionale. Il mio auspicio è trovare una convergenza ampia in Consiglio regionale per l’approvazione della mozione, segno che la difesa dei nostri prodotti italiani e molisani debba essere una battaglia condivisa al di là delle appartenenze politiche.
La tutela delle nostre imprese e dei nostri lavoratori deve essere una priorità per tutti. Per questo mi auguro che il Consiglio regionale mostri unità d’intenti e approvi questa mozione con convinzione. Non possiamo permetterci divisioni su un tema così cruciale per l’economia del Molise e dell’Italia.