Il Presidente Frattura tronfio e fiero dei conclamati e continui fallimenti in ogni ambito ne combina un’altra delle “sue”. E’ infatti di lunedì 22 giugno scorso il decreto n. 62 con cui ha nominato quale Commissario Straordinario dell’ARPA Molise il dr. Quintino Pallante, noto imprenditore molisano già Direttore dello stesso Ente, la cui nomina triennale, effettuata dall’ex governatore Iorio, era scaduta l’8 maggio.
Da tale data fino al Decreto Presidenziale, l’organo è rimasto in regime di prorogatio per 45 giorni, limite massimo entro cui la Giunta Regionale si è pronunciata sul filo di lana, ma non per la ricostituzione dell’organo secondo le procedure previste dalla legge (pubblicazione di un Avviso Pubblico e scelta tra candidati aventi i requisiti previsti), bensì facendo un vero e proprio regalo, ovvero: la nomina di Commissario (figura non disciplinata da alcuna norma specifica) alla stessa persona che non era stata riconfermata, quindi il “fu direttore” e ora Commissario, Quintino Pallante.
Infatti, la Giunta è rimasta lungamente inerte e non ha adottato alcun atto per attivare la procedura di nomina del nuovo Direttore Generale di ARPA Molise – probabilmente troppo impegnata a dirimere beghe di partito che le stanno togliendo senza dubbio il sonno, perché mai come in questo momento, Presidente e assessori rimasti, sono ai minimi storici di gradimento.
Rilevato che Frattura e compagni non sono stati in grado di avviare le procedure di selezione per la nomina di un nuovo Direttore Generale o di attingere alla precedente graduatoria ancora vigente oppure di nominare un dirigente in organico al sistema regionale con specifiche competenze – ipotesi che avrebbe comportato un risparmio per le casse regionali – il Presidente, su conforme deliberazione di Giunta Regionale n. 301 dello stesso 22 giugno, ha adottato il decreto di nomina del Commissario Straordinario dell’ARPA Molise individuando, con atto di dubbia legittimità, la figura di Quintino Pallante fino al mese di novembre.
La conferma di un Direttore nominato dalla precedente Giunta senza procedere ad una più trasparente selezione sulla base di criteri meritocratici, lascia aperte tante interpretazioni oltre a sottolineare la continuità politica tra destra e sinistra. CUI PRODEST? Forse si deve accontentare qualcuno nel mese di novembre?
Ciò appalesa in maniera evidente la grande approssimazione e scarsa competenza unita ad un maremoto di inabilità politica in cui naviga il governo regionale, figuriamoci se in questo marasma di insipienza, con contrasti di partito ai confini della fantascienza, con un assessore “fresco fresco di arresto”, questo esecutivo possa risolvere problemi vitali come sanità, lavoro e la conseguente desertificazione di una terra, che come unico peccato ha quello di aver dato credito a questi figuri.
Loro non si arrenderanno mai ma gli conviene? Noi neppure.