Acqua pubblica Bene comune. Abbiamo suggerito una proposta di delibera a tutti i Comuni del Molise per rilanciare il ruolo degli enti locali nella gestione del Servizio idrico integrato
Dopo le battaglie nelle istituzioni a più livelli, dopo gli incontri e i dibattiti con sindaci, cittadini e associazioni, il Movimento 5 Stelle riporta la questione Egam sull’agenda dei Consigli comunali. Con il referendum del 2011, infatti, il popolo italiano ha detto SI’ in maniera netta alla gestione del servizio idrico che deve restare pubblico. Proprio il rispetto del voto impegna gli enti locali ad attivarsi per questo, riconoscendo proprio quello idrico come servizio di interesse generale senza scopi di lucro.
Il Movimento 5 Stelle vuole accompagnare i Comuni in questo percorso. Già a ottobre scorso abbiamo portato il Consiglio regionale del Molise ad accettare tutte le nostre proposte: acqua, diritto universale; ciclo integrato pubblico, partecipato, sostenibile e solidale; legge di riordino del settore; regime di compensazione per i Comuni virtuosi o per quelli che ora pagano meno; costi gestionali minimi per la struttura dell’Egam; gestione del sistema affidata a un soggetto pubblico.
Dunque, diversi risultati sono già stati raggiunti. Ma non ci fermiamo. Quindi, dopo una costante e proficua collaborazione con il Forum dell’Acqua, abbiamo predisposto una ‘Proposta di delibera consiliare per la modifica dello Statuto’, inviata a tutti i Comuni del Molise, per riaffermare il ruolo delle amministrazioni locali nella gestione del Servizio idrico.
Con questo documento, in pratica, i Comuni certificano il diritto all’acqua, ossia “l’accesso all’acqua potabile come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico” e garantiscono “che la proprietà e la gestione della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili”.
Un atto, inoltre, con cui i Comuni potranno rivendicare il proprio ruolo nella gestione del Servizio. Obiettivo da raggiungere, per esempio, contrastando “tutte le iniziative che predispongono l’ingresso dei privati nelle società, l’ulteriore aumento delle loro quote di capitale e tutte le manovre societarie di inglobamento dei grandi gestori nei confronti delle piccole gestioni”.
I Comuni si impegneranno anche a promuovere un governo pubblico e partecipativo dell’intero ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile ma, soprattutto, solidale, quindi stabilendo che la sua gestione sia svolta senza scopo di lucro. Il documento, infine, impegna i sindaci a promuovere in seno al Comitato d’Ambito “l’istituzione da parte dell’Egam di un regime di compensazione graduale sulla tariffazione” per i cittadini dei Comuni che ora pagano meno rispetto alla tariffa unica in divenire e per gli enti che da anni investono per limitare le perdite della rete idrica.
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