Nello stesso giorno in cui l’assessore Scarabeo veniva arrestato con l’accusa di truffa ai danni della Regione, il Governo nazionale impugnava l’ennesima legge regionale.
Dopo l’impugnativa sulla legge regionale sul cd. “Piano Casa“, impugnata a causa dei soliti “emendamenti dell’ultimo minuto” in favore di pochi, il 23 giugno è arrivata l’impugnativa sul Collegato alla manovra di bilancio, L.R. 8/2015, legge a cui il MoVimento 5 Stelle si è opposto fermamente e per la quale comunque offrimmo il nostro contributo con emendamenti migliorativi mirati, puntualmente rigettati dal Governo regionale.
Nell’impugnativa promossa dal Governo nazionale sono state contestate illegittimità costituzionali di notevolissima entità, di cui:
– il tentativo di conferire la titolarità del Servizio “Centrale unica di committenza” anche a personale esterno all’Amministrazione regionale (art.32 comma 3);
– il tentativo, nell’ambito della soppressione dell’Autorità di bacino dei fiumi Trigno, Biferno e minori, Saccione e Fortore, di trasferimento nei ruoli della Regione Molise personale non assunto mediante concorso pubblico (art.43 comma 3);
– il tentativo di non ricomprendere nelle dotazioni organiche della Regione le figure apicali di dirigenza generale (art. 44 comma 1);
– il tentativo di aggirare i limiti imposti dalla normativa nazionale sui trattamenti economici complessivi dei dirigenti apicali degli enti dipendenti dalla Regione (art. 44 comma 6 lett. h).
Quella del Governo nazionale è una impietosa mannaia sulla legge a firma Frattura, che si abbatte a scongiurare i maldestri tentativi di conferire incarichi regionali a personale esterno alla pubblica amministrazione o piuttosto di provare ad escludere dalla spesa regionale le figure apicali, per poi magari annunciare trionfante una conseguente riduzione di spesa per il personale, salvo poi non introdurre i limiti imposti per legge ai compensi di questi ultimi.
Tra le osservazioni avanzate quella su cui dovremmo tutti noi molisani alzare molto il livello di guardia è quella relativa alla centrale unica di committenza. La centrale di committenza è uno strumento che dovrebbe permettere, attraverso l’aggregazione della domanda, l’ottimizzazione di acquisti a prezzi inferiori e delle procedure di gara delle pubbliche amministrazioni; svolgendo anche funzioni ausiliarie che consistono nella prestazione di supporto alle procedure di gara, è facile quindi comprendere quanto sia necessario mettere al riparo questo strumento dalle mani lunghe della politica e dei suoi “affiliati“.
La Regione Molise, invece, nell’ultima finanziaria ha stabilito che il Servizio “Centrale unica di committenza”, in fase di prima applicazione, possa essere conferito anche a personale esterno all’amministrazione regionale, creando, i presupposti per un ennesimo postificio in un settore così strategico e delicato. Naturalmente, come detto, non si è fatta attendere l’impugnativa del Governo nazionale che, attraverso propria deliberazione del 23 giugno scorso ha fatto notare a Frattura e a i suoi che erano usciti letteralmente dal seminato.
Prima del Governo a queste conclusioni c’era arrivato anche il M5S Molise dato che, durante la discussione del testo di legge, si è fatto notare che un ulteriore aggravio sulle casse già malconce della Regione per degli affidi esterni, oltre che inutile, era insostenibile, considerato tra l’altro che per dare avvio alla Centrale unica di committenza la Regione Molise stanziava in finanziaria ben 400.000 euro.
Noi del MoVimento 5 Stelle, sempre e comunque propositivi, abbiamo presentato un emendamento per risparmiare quei soldi e convenzionarci con la Centrale unica di livello nazionale, il Consip. Questa facoltà è prevista dal legislatore nazionale, ma ci è stato risposto il solito, ridondante “No!” che questo Governo pronuncia sempre troppo spesso a qualsiasi sollecitazione esterna.
Stringere convenzioni con soggetti aggregatori più grandi di noi è una ottima soluzione per risparmiare denari pubblici, soprattutto considerando le dimensioni ridotte della nostra Regione che naviga nei debiti e non può certo permettersi un tale “lusso”.
E’ assolutamente necessario alzare il livello di attenzione su questo argomento perché la possibilità di “maneggiare” soldi pubblici deve essere il più possibile lontana da condizionamenti politici anche potenziali e a dirlo non sono i soliti gufi, ma la legge nazionale anti-corruzione.