Da troppo tempo il Molise è privo di un Garante dei diritti della persona, una figura essenziale per la tutela delle fasce più fragili della popolazione. Un problema serio, frutto dell’inadempienza del governo regionale che finora non è stato in grado di individuare un nome condiviso per ricoprire il ruolo.
di Angelo Primiani
Ora il tempo sta per scadere: come imposto dalla sentenza del Tar 45/2025 del febbraio scorso, sarà il Commissario ad acta – in questo caso il presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante – a dover emanare un decreto di nomina se entro pochi giorni l’Aula non si esprimerà sul tema. Un epilogo grave e inaccettabile la cui responsabilità è tutta in capo alla maggioranza di centrodestra.
È il segnale evidente di un governo regionale diviso e paralizzato da veti e mal di pancia interni. Così, si corre il rischio che il Garante venga scelto unilateralmente, senza alcun confronto democratico, svilendo il ruolo del Consiglio regionale e della stessa figura di garanzia di cui il Molise ha bisogno.
L’auspicio è che il presidente Pallante condivida con tutti i gruppi consiliari il processo di individuazione del profilo migliore. Il Garante dei diritti della persona è una figura di garanzia e, come tale, deve rispondere alla massima convergenza possibile tra tutte le forze politiche. Si provveda subito a colmare questa grave lacuna istituzionale e lo si faccia nel rispetto delle prerogative e della credibilità del Consiglio.