Documenti alla mano, possiamo affermare che il presidente Toma e l’Asrem non hanno fatto valere l’impegno preso in Consiglio di rendere il Vietri di Larino Centro Covid. Inoltre, abbiamo scoperto i veri motivi della carenza di personale sanitario in Molise, da non imputare alla mancanza di richieste di partecipazione ai bandi. Durante l’audizione in Aula dei responsabili della gestione sanitaria regionale, abbiamo smentito due enormi bugie che per mesi sono state raccontate ai cittadini.
Di Andrea Greco, portavoce M5S in Consiglio regionale
Abbiamo dovuto subire un anno di pessima gestione dell’emergenza prima di poter fare chiarezza su come è stata affrontata la pandemia in Molise. E oggi al danno si è aggiunta la beffa. Abbiamo chiesto più volte di ascoltare in Consiglio regionale il Direttore generale di Asrem, Oreste Florenzano, e il Commissario ad acta, Angelo Giustini. Quando finalmente otteniamo questa doverosa audizione, viene negato ai cittadini di ascoltare chi ha in mano i loro destini. La diretta dell’audizione è stata negata per un cavillo nel regolamento consiliare. È assolutamente inaccettabile, per questo abbiamo pensato noi a fare trasparenza.
Vietri Centro Covid, i vertici di Regione e Asrem contro il volere del Consiglio
Proviamo a fare chiarezza su quanto accaduto in un anno di pandemia, partendo dalla prima, grande, bugia raccontata ai molisani. ‘Il Centro Covid al Vietri non si può realizzare – dicevano – il Ministero lo ha bocciato’. Toma sembrava quasi sconfitto, impotente, quando in Consiglio dichiarava di essere a favore del Vietri come Centro Covid, ma che non spettava a lui la scelta. Falso.
Oggi il Commissario Giustini ha ristabilito la verità su questo punto. È stato infatti lo stesso governatore, con una nota del 5 giugno 2020, a mettere nero su bianco la sua reale convinzione che il centro Covid non potesse nascere al Vietri. Nella missiva, indirizzata al Commissario e a gran parte del governo nazionale, Toma si diceva ‘preoccupato’ sui tempi di realizzazione dei lavori al Vietri. Poi abbiamo visto quanto siano stati celeri i lavori all’ex hospice del Cardarelli, da lui caldeggiata. Ma c’è di più. Mentre Giustini chiedeva al direttore sanitario del distretto di Termoli, Giovanni Giorgetta, di verificare la fattibilità del Centro Covid a Larino, Toma già remava contro. La direzione generale della Salute in Regione e i dirigenti di Asrem, Virginia Scafarto e Oreste Florenzano, esprimevano sin da subito un parere tecnico negativo. In pratica, le figure di vertice in Regione e in Asrem bocciavano senza appello il Vietri. Parliamo di figure apicali che sono di diretta nomina del presidente come il Dg Aresm, Oreste Florenzano.
Ma Toma nella nota di giugno aggiunge anche che la scelta del Vietri sarebbe stata in contrasto con le linee guida ministeriali, che dettavano ‘criteri preferenziali’ per definire la rete sanitaria Covid. I criteri ‘preferenziali’ – il nome la dice lunga – suggerivano di dare priorità agli ospedali hub, rimandando comunque la scelta al livello territoriale. E non c’era bisogno di un manager sanitario di fama internazionale per capire le criticità molisane: abbiamo un solo ospedale in grado di curare diverse patologie (pensiamo ad esempio ai politraumi), il Cardarelli di Campobasso. Sarebbe stato folle destinare proprio quella struttura alla sola cura dei pazienti Covid. Eppure è andata così: hanno di fatto amputato una grossa fetta di prestazioni ordinarie perché l’ospedale più importante del Molise è per lo più dedicato alla cura del Covid.
Oggi è quindi finalmente emersa, con chiarezza, una verità incontrovertibile: una leale e fattiva collaborazione tra Commissario, Regione e Asrem avrebbe garantito una gestione dell’emergenza più efficace e adatta alla rete ospedaliera molisana.
Carenza di personale sanitario, il vero motivo è la lentezza di Asrem
L’altra colossale bugia suona come un mantra, che ci siamo sentiti ripetere per anni: ‘i medici non rispondono ai bandi’, ci dicono, ‘non vogliono venire in Molise’. La verità, documentata anche oggi in audizione, è che Asrem è troppo lenta nelle selezioni del personale.
Basta prendere ad esempio proprio i concorsi banditi in piena pandemia, quando si doveva fare il massimo per reperire il personale mancante. Il 24 aprile 2020 viene bandito un concorso pubblico per 5 medici specializzati in Anestesia. Partecipano in 32. Ma la graduatoria degli ammessi al concorso arriva solo cinque mesi dopo, il 14 settembre. Era facile prevedere che, in una situazione di emergenza globale, quando gli anestesisti sono ricercatissimi ovunque, in sei mesi i 17 ammessi avrebbero trovato lavoro altrove. E così è stato tranne per pochissimi di loro.
C’era bisogno anche di medici specializzati in medicina d’urgenza per combattere il Covid. Allora, il 18 febbraio 2020 viene bandito un concorso per 12 medici di medicina d’urgenza. Partecipano in 15, tra specializzati e specializzandi. Anche in questo caso, si è dovuto attendere tanto – ben 5 mesi – per la pubblicazione della graduatoria. E, neanche a dirlo, i 10 medici ammessi al concorso – su 15 partecipanti – nel frattempo erano stati assunti altrove. La storia si ripete, uguale a sé stessa, ad ogni concorso.
Chi ha mentito ai molisani deve dimettersi!
Bastano questi due fatti, che denunciamo da tempo e che oggi sono stati documentati, per spiegare cosa non abbia funzionato nella gestione dell’emergenza sanitaria in Molise: dietro un indecoroso scaricabarile si nasconde una malcelata inadeguatezza di chi gestisce di fatto la sanità in regione. Per questo non ci resta che chiedere, nella prima seduta utile dell’assise regionale, le dimissioni dei vertici di Asrem e della Direzione Salute in Regione. Chi ha perso tempo e mentito ai cittadini, mentre tanti molisani lamentavano la carenza di cure adeguate a combattere contro un virus terribile, deve avere la decenza di fare un passo indietro. I molisani meritano di meglio.