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Gigafactory: ancora un’ultima possibilità, ma agiscano subito

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La grande opportunità della Gigafactory di Termoli sta sfumando sotto i nostri occhi. Il progetto, inizialmente annunciato con entusiasmo da Stellantis e Acc, avrebbe potuto trasformare il nostro territorio in un polo di eccellenza per la mobilità sostenibile, rilanciando non solo l’economia molisana, ma anche il ruolo strategico dell’Italia nel settore automotive. Oggi, invece, assistiamo a uno stallo preoccupante che impone una seria presa di posizione da parte di governo nazionale e regionale, se si vuole realmente salvare il salvabile.

di Angelo Primiani

Durante l’audizione in Parlamento dello scorso 19 marzo, John Elkann ha espresso chiaramente le difficoltà legate ai costi energetici altissimi in Italia — cinque volte superiori rispetto a paesi come la Spagna — e ha confermato che il progetto della Gigafactory di Termoli è in stand-by, mentre le priorità dell’azienda guardano altrove, in Francia, visto il forte sostegno del governo d’Oltralpe. Questo dato, di per sé, sarebbe bastato per accendere un campanello d’allarme a tutti i livelli istituzionali.

Il problema è chiaro: non siamo competitivi. E la domanda è altrettanto chiara: cosa stanno facendo concretamente il governo e la politica regionale per creare le condizioni affinché Termoli torni ad essere attrattiva per gli investimenti? Con la scomparsa dell’investimento per la Gigafactory il futuro industriale della nostra regione appare compromesso. Per questo bisogna tentare tutto il possibile e un’ultima opportunità deriva da ciò che ne sarà del terzo blocco di produzione.

Oggi lo stabilimento Stellantis di Termoli appare in grave difficoltà, con un progressivo calo dei livelli occupazionali e un futuro appeso al filo dell’incertezza. Penso alla produzione della trasmissione eDCT che comunque non vedrà la luce prima del 2026 e potrà riassorbire solo una parte limitata della forza lavoro.

Ma entro la fine dell’anno Acc dovrebbe decidere dove localizzare proprio il terzo blocco. Il tempo per intervenire, quindi, non è ancora finito. Anche se è drammaticamente poco. Bisogna riaprire subito il dialogo istituzionale con Stellantis e Acc, facendo pressione sul governo per predisporre misure concrete, ridurre il gap energetico e incentivare investimenti nel nostro territorio. Servono fatti, piani chiari, incentivi mirati, un impegno politico trasversale e, oserei dire, coraggioso.

Quella per la Gigafactory di Termoli è una partita che riguarda il futuro del Molise, l’occupazione dei nostri giovani, il rilancio del Mezzogiorno e la credibilità del Paese nella sfida globale della mobilità sostenibile. Perdere questa occasione significherebbe compromettere irrimediabilmente il futuro. Non possiamo permettercelo. Per questo, non resteremo a guardare in silenzio.

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