Di seguito l’intervento in Aula del portavoce in Consiglio regionale Vittorio Nola a nome del gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle in occasione del sedicesimo anniversario della tragedia di San Giuliano di Puglia
Sono passati 16 lunghi anni, ma l’eco di quel triste giorno in cui giovani fiammelle si spensero alla luce, continua a farsi sentire e a procurare angoscia e interrogativi.
Erano le 11.32 del 31 ottobre 2002, quando il Molise e San Giuliano di Puglia furono colpiti da un terremoto devastante e inatteso, ma non imprevedibile.
I danni causati dagli eventi sismici furono ingenti in tutta la provincia di Campobasso. Ma tra i numerosi edifici colpiti ci fu il crollo della scuola ‘Francesco Jovine’ di San Giuliano di Puglia, dove all’epoca operavano 8 insegnanti e 2 bidelli che provvedevano alla crescita culturale e civile di 110 bambini distribuiti tra scuola materna, elementare e medie.
Morirono 27 bambini della scuola elementare ed una Maestra oltre due altre persone. Una tragedia che commosse il mondo intero.
Due aspetti particolari scossero il mio animo nel profondo dopo aver visitato, con mia moglie accompagnato dai coniugi Astore, Peppino e Filomena, i luoghi di quel dramma: la scuola ridotta in macerie e un cimitero con troppi bambini.
Sentii una stretta al cuore e non potei fare a meno di trattenere la commozione e di unire le mie lacrime a quelle dell’intera Comunità, delle famiglie e delle madri affrante e afflitte.
In quei giorni si fecero ipotesi varie, critiche, si manifestarono risentimenti, si espressero propositi di rivalsa e rancore perché l’edificio era stato da poco ristrutturato e avrebbe dovuto garantire ai giovani di San Giuliano la migliore evoluzione caratteriale e culturale al fine di trovare, un giorno, il giusto e degno inserimento nella vita.
Ma purtroppo, a causa della cattiva qualità della costruzione e di altre violazioni di legge, il fabbricato non resse alla scossa sismica di magnitudo intorno a 6 gradi, che durò 60 terribili secondi.
60 secondi, un tempo che nella vita normale è un giro d’orologio ma che è stato sufficiente a cancellare la gioia di vivere di piccoli Molisani che oggi avrebbero tra i 22 e i 25 anni.
Oggi sarebbero giovani uomini e giovani donne di questa Regione nel pieno della vita e in corsa verso i propri sogni.
È stata una vera tragedia.
Ma la tragedia, quando nacque come genere letterario, era intesa ‘catarsi’ cioè: redenzione, mezzo di purificazione e insegnamento a non commettere errori commessi da altri.
Sono convinto che anche Noi nella nostra quotidiana vita amministrativa dobbiamo mostrare saggezza e provvedere affinché simili sventure non abbiamo più a verificarsi.
Le Celebrazioni di stamane avranno un senso se Noi istituzioni, e cittadini tutti, ci impegniamo, da subito, a risolvere la problematica della messa in sicurezza del territorio, degli edifici pubblici e privati a partire, proprio dalle scuole e dagli ospedali.
Non sono solo semplici parole ma concetti alla base del nostro impegno concreto per la sicurezza delle nostre scuole, un impegno raccolto dall’intero Consiglio regionale che ha varato un piano d’interventi per il monitoraggio degli Istituti molisani che prevede tante iniziative:
1) completamento, continuo aggiornamento e massima trasparenza dell’Anagrafe regionale dell’edilizia scolastica;
2) assistenza ai Comuni nella fase di raccolta dati e utilizzo delle risorse;
adesione a una task force presso l’Agenzia della Coesione Territoriale;
3) varo di una legge quadro per la programmazione e la riqualificazione dell’edilizia scolastica;
4) valutazione degli atti di pianificazione generale in Consiglio Regionale e nelle Commissioni preposte;
5) maggiori risorse per l’edilizia scolastica in particolare per le scuole dei Comuni colpiti dallo sciame sismico dell’agosto scorso;
6) promozione dei Concorsi di idee a partire dalla fase di progettazione
accelerazione dei pagamenti alle imprese impegnate nei lavori di edilizia scolastica.
Attività concrete che vanno accompagnate a un necessario e radicale cambio di paradigma culturale, politico e istituzionale per ognuno di noi: bisogna avere la volontà civica e politica di svolgere attività preventive, anche utilizzando le tecnologie avanzate oggi disponibili per i monitoraggi (come i sensori dedicati) attività di studio e di ricerca con il coinvolgimento indispensabile degli attori economici e della Protezione Civile, a cui non bisogna relegare solo il compito di estrarre vittime dalle macerie o stilare report dei danni, o semplicemente dare assistenza alle popolazioni, come ancora avvenuto recentemente nel nuovo cratere sismico del 14 agosto scorso.
Bisogna essere certi che ci sono Istituzioni che controllano come e dove si costruisce.
Per non dimenticare i 27 Angeli di San Giuliano, la Maestra e tutte le vittime causate dall’umana ‘irresponsabilità’.
È un fatto storico che la tragedia di San Giuliano abbia innescato oltre i confini nazionali una notevole reazione emozionale e mediatica, con la pubblicazione di libri e approfondimenti tv.
E sotto il profilo legislativo sono state ridisegnate le mappe Nazionali del rischio sismico e introdotte dopo un lungo iter procedurale, concluso nel 2008, anche le nuove normative antisismiche operative nel 2018.
È ormai improrogabile, per onorare degnamente la memoria dei fatti e delle vittime, che stiamo ricordando e celebrando, il completamento, nei tempi più brevi possibili, della ricostruzione di tutti i nostri Borghi, colpiti dagli eventi calamitosi con i quali la nostra Regione è costretta a convivere.
E bisogna tenerne conto, purtroppo, sempre!
Da parte nostra assicuriamo impegno costante su questo tema e il controllo di ogni atto e ogni investimento collegato alle ricostruzioni. Ci sembra il miglior modo di rispettare il dolore e i disagi di tante famiglie.
Un abbraccio ideale a tutta la Comunità di San Giuliano di Puglia.