I cosiddetti vitalizi hanno sempre suscitato indignazione ai cittadini, per la loro entità sproporzionata e perché vengono tecnicamente considerati diritti acquisiti, intoccabili.
In realtà sono privilegi concessi e noi del MoVimento 5 Stelle Molise cominciamo a pensare che non siano più davvero intoccabili.
I vitalizi d’oro, ovvero quelle pensioni da 3-4 mila nette che spettano agli ex-consiglieri regionali, vita natural durante.
La vergogna dei soldi a vita per i politici in salsa molisana però non cade dal cielo. Essa è stata minuziosamente architettata con la legge 10 del 1988 e anche con le successive modifiche. Questa legge istituiva il Fondo di previdenza dei Consiglieri della Regione Molise, un sistema pensionistico autonomo creato ad hoc e che dà origine ad assegni vitalizi ereditabili da consorti, figli e perfino padri, per di più cumulabili con quelli provenienti da altre cariche. Un’oasi normativa extra-lusso costruita esclusivamente con denaro pubblico.
Andiamo a leggere i dettagli normativi. L’art.3 fissa le modalità di contribuzione: “i Consiglieri regionali sono assoggettati d’ufficio al pagamento dei contributi di previdenza nella misura del 22% della indennità mensile lorda corrisposta“. All’art.11 vengono fissate invece le misure dei vitalizi corrisposti in base agli anni di contribuzione. Ovviamente non assimilabili a quelle delle pensioni ordinarie. Quindi con soli 5 anni di contribuzione (anni di legislatura) l’assegno corrispondente è il 30% dell’indennità lorda, con 6 anni il 33%, con 7 anni il 36% fino ai più longevi poltronisti che percepiscono anche il 60%: uno di questi è ad esempio il padre dell’attuale governatore Frattura.
Nel 1995, con la legge regionale n.8 viene modificato l’art 3 di cui sopra in questo modo “…nella misura del 22% (ventidue per cento) dell’indennita’ mensile, al netto delle ritenute fiscali…“. Dopo soli 7 anni quindi il Consiglio decide paradossalmente che le trattenute erano troppo alte e che quel 22% doveva essere applicato sull’indennità netta e non più su quella lorda. Tutto lecito, perché la Regione su questo “terreno” può fare un po’ come le pare.
Da una analisi più dettagliata fatta su una tabella di emolumenti dei consiglieri del 2009, indennità e trattenute, siamo arrivati a capire che percentuali e commi normativi, pur evidenziando quel meccanismo di privilegi, cambiano ancor più a loro favore in base ad una rimodulazione effettuata dall’Ufficio di Presidenza. Quindi il famoso 22% di trattenuta diventa nei fatti 16%, perché la restante parte (6%) va a costituire una indennità separata di fine carica, e l’indennità netta su cui applicare quel 16% è quella base, uguale per tutti, presidenti o semplici consiglieri, ed equivale a 784€.
In sostanza con una trattenuta di soli 784€ su uno stipendio medio di 10.000€ i nostri simpatici ex consiglieri percepiscono o percepiranno in base alla legge un assegno vita natural durante stabilito negli importi col meccanismo progressivo su spiegato.
Prendendo uno a caso. Danilo Leva, attuale deputato del PD ed ex consigliere regionale dal Nov 2006 al Feb 2013 (6 anni di contribuzione a 784€ mensili) percepirà a 60 anni, sempre che non chieda l’anticipazione come hanno fatto in tanti, un vitalizio lordo mensile di 2510€. Che si sommerà ovviamente al vitalizio da parlamentare. Un bambino con un semplice pallottoliere può notare la evidente sproporzione.
Auguriamo lunga vita agli ex consiglieri, ma qui chi avrà vita breve sarà l’amministrazione regionale se non si prendono drastici provvedimenti.
Nella Regione del debito extra-large della Sanità e dell’addizionale Irpef più alta, il sistema di elargizione del vitalizio (ad oggi circa 4 milioni di euro l’anno sulle casse regionali) è diventato una situazione insostenibile dal punto di vista economico. Qui l’elenco dei “pensionati” e i corrispondenti vitalizi netti.
E’ anche vero, bisogna dirlo, che nel 2012 il Consiglio approvò una legge di abolizione dei vitalizi per i futuri e attuali consiglieri, ma questa legge nella sostanza ha solo interrotto le trattenute sulla busta paga e non ha operato tagli sugli assegni maturati e percepiti. Zero risparmio per le casse regionali.
Abbiamo pensato di risolverlo noi il problema, andando a scrivere un provvedimento, sì drastico ma anche motivato con sentenze della Corte Costituzionale: la nostra proposta di legge “Abolizione del vitalizio dei membri del Consiglio della Regione Molise”