di Valerio Fontana, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise
Sull’inquinamento della Piana di Venafro, la sensazione è che il Governo Toma stia facendo di tutto per ridurre i controlli sulla qualità dell’aria anziché per implementarli. La cosa stupisce, soprattutto se pensiamo che molti Consiglieri regionali siano proprio del venafrano e che, nonostante si dichiarino pronti a prendere provvedimenti seri per investire sui controlli e per agire con azioni concrete e immediate, poi nei fatti approvano decisioni che vanno nella direzione diametralmente opposta.
Ma cerchiamo di spiegare nei dettagli. Uno dei primi documenti che mi sono trovato a discutere in III Commissione è stato il famoso Priamo, il Piano per la qualità dell’aria, dal quale è emerso che Venafro è la città più inquinata del Molise.
Il problema era già noto da tempo: è dal 2010 che le due centraline di Venafro registrano sforamenti di PM10 superiori alla norma. Il Priamo, così come giunto in commissione il 13 Giugno 2018, era già stato vagliato e licenziato dalla medesima Commissione del Governo Frattura (febbraio 2018) e prossimo all’approvazione in Consiglio.
Con l’inizio della nuova legislatura il Priamo, a ‘un centimetro’ dalla sua approvazione, viene preso e rispedito in III Commissione dove ci resta circa 6 mesi. In tutto questo periodo di tempo abbiamo audito ogni singola persona in seno alla struttura regionale e all’Arpa Molise, competente in materia di qualità del’aria.
Personalmente non ho fatto altro che ripetere che occorreva modificare il Piano, ovvero la rete di rilevamento dell’Arpa, dotandola di tecnologie che appurassero una volta per tutte l’eventuale contributo alla pessima qualità dell’area venafrana dei 3 camini di Hera, Colacem e Acea. E su questo tutti i Commissari erano d’accordo.
Ci siamo detti che occorreva acquistare una o due centraline in grado di monitorare almeno il PM0,1: una su Venafro, l’altra nel nucleo industriale di Termoli dove ci sono diverse industrie chimiche. E, anche su questo, tutti d’accordo.
Addirittura era stata individuata la voce di finanziamento per 1 milione di euro che rendeva immediatamente esecutivo l’acquisto delle centraline aggiuntive: la voce è presente nel patto per il Molise ed è denominata “Studio, abbattimento e mitigazione inquinamento atmosferico attraverso tecnologie innovative nel Comune di Venafro e nel Consorzio Industriale Valle del Biferno”. Non potevamo trovare di meglio, la questione sembrava risolta.
Eppure, incredibile ma vero, dopo 6 mesi, il Priamo viene licenziato dalla III Commissione senza subìre la benché minima modifica, neanche una virgola. Identico a come era arrivato. Ovviamente senza il mio voto favorevole né quello del collega Fabio De Chirico.
Capite bene che questa operazione si è rivelata inutile, una presa in giro e una perdita di tempo che non ha migliorato il Priamo: non solo non ha recepito le indicazioni provenienti dai Sindaci e dai comitati locali per la salute, ma ne ha ritardato di oltre 6 mesi l’entrata in vigore. Davvero mi sfugge il senso di tutto ciò.
Quando il Piano è approdato in aula ho presentato una mozione che impegnava il Presidente e la Giunta a dotare l’Arpa della tecnologia necessaria per le analisi ulteriori della qualità dell’aria. L’intero Consiglio regionale si è mostrato d’accordo, compresi i Consiglieri dell’area venafrana che avevano sottoposto all’assise i preoccupanti dati emersi dagli studi epidemiologici su Venafro.
E che fine ha fatto la mia mozione? Non è mai stata discussa, né in quel Consiglio né in quelli successivi. Anzi, è sparita, perché non figura in nessuno degli Odg (Ordini del giorno) emessi dalla Presidenza del Consiglio. Ma non solo. Abbiamo scoperto che lo scorso agosto 2018, la Giunta regionale ha modificato proprio la voce di finanziamento che rendeva esecutivo l’acquisto delle centraline aggiuntive per Venafro e Termoli.
La delibera di Giunta, infatti, va a modificare la denominazione dell’azione da“Studio, abbattimento e mitigazione inquinamento atmosferico attraverso tecnologie innovative nel Comune di Venafro e nel Consorzio Industriale Valle del Biferno” in “Studio, abbattimento e mitigazione inquinamento atmosferico attraverso tecnologie innovative”, eliminando così il vincolo dell’acquisto delle due centraline per Termoli e Venafro.
Inoltre, un decreto di Giunta del 2016 vuole ridurre da 10 a 5 il numero di centraline fisse per il monitoraggio dell’aria da parte dell’Arpa. E tra le 5 che verranno dismesse c’è proprio quella di via Colonia Giulia a Venafro, cioè una di quelle che rileva quotidianamente lo sforamento dei valori massimi di PM10.
Non ricordo una maggioranza di Consiglio regionale con una componente così numerosa di Consiglieri venafrani. A maggior ragione, da questo governo ci aspettavamo tutt’altra sensibilità nei confronti di quell’area, visto che stiamo parlando della salute dei cittadini.
Allora perché la Regione sta agendo in questo modo e perché i Consiglieri regionali di maggioranza, dell’area venafrana, stanno condividendo queste azioni?