Il Programma Operativo sanitario continua ad essere rimbalzato da un ufficio romano all’altro, da un tavolo ministeriale ad una commissione: già lo vediamo il Presidente Frattura sballottato in giro per le strade di Roma con al seguito tutta la struttura commissariale e quintali di faldoni di carte e documenti che dice “questa è la volta buona, me lo sento!” Poi puntualmente succede qualcosa e i comunicati stampa da via Genova dai toni trionfalistici passano ad assumere colori più grigi.
Le ultime notizie risalgono al 19 luglio scorso quando, presso il Ministero dell’Economia, si è tenuta l’ennesima riunione del tavolo tecnico sui conti e in particolare sul debito pregresso del sistema sanitario regionale. A quanto pare la partita sembrerebbe circoscritta a soli elementi contabili e di bilancio. Però restano le richieste di integrazione e le prescrizioni riguardanti “la fattibilità dell’integrazione Cardarelli-Fondazione Giovanni Paolo II“.
In Parlamento il Movimento 5 Stelle si è attivato nei giorni scorsi con una serie di accessi agli atti per avere copia dei verbali delle ultime riunioni del tavolo tecnico, mentre qui in Molise proprio oggi abbiamo ricevuto risposta dal Direttore Generale D’Innocenzo in merito alla richiesta dei certificati di collaudo statico delle strutture del Cardarelli e della Cattolica.
All’interno del Programma Operativo di Frattura viene fatta la scelta di non investire 60 milioni per la messa in sicurezza del Cardarelli, ma di spendere di meno e trasferire tutti i reparti del presidio pubblico campobassano presso i locali inutilizzati della struttura privata della Fondazione Giovanni Paolo II, più moderna, più bella, più sicura ed anche a due passi: una scelta di buon senso sembrerebbe. Sappiamo che questo passaggio però non sarà affatto indolore perché sul piatto si mettono interi reparti che verrebbero ceduti al privato, nonché un eventuale fitto da pagare nonostante la struttura della Università Cattolica sia stata realizzata quasi interamente con soldi pubblici.
Ma c’è dell’altro. Questa scelta è stata fatta perché, come si legge nel Programma Operativi Straordinario “da un punto di vista meramente strutturale la Fondazione Giovanni Paolo II è una struttura ospedaliera moderna e razionale, adeguata alla più recente normativa antisismica, antincendio e di sicurezza”. Nella risposta che abbiamo ottenuto dalla struttura regionale si legge che “relativamente al collaudo statico della Fondazione Giovanni Paolo II, si informa che tali atti non sono in possesso della Direzione Generale per la Salute”.
Quindi resta senza risposta una domanda: sulla base di quale documento si è stabilito che la struttura della Cattolica è più sicura di quella del Cardarelli?
PS: dai contenuti del collaudo statico, nonché dalle risultanze delle più recenti verifiche strutturali, possiamo dire che le strutture del Cardarelli rispettano pienamente la normativa in vigore all’epoca della loro progettazione, come del resto si può dire di quella della Cattolica.