di Luigi Di Maio, Capo Politico del MoVimento 5 Stelle
Abbiamo bisogno di riorganizzare il MoVimento in ogni regione per permettere ai gruppi di essere molto più presenti sul territorio, favorire la nascita di nuovi gruppi e consentire al MoVimento di risolvere meglio i problemi degli italiani.
Ogni giorno arrivano richieste e segnalazioni di problemi specifici, da parte dei territori: alcuni sono di competenza del governo, altri sono di competenza degli enti locali, degli enti territoriali.
Con il ruolo dei facilitatori regionali dobbiamo creare un MoVimento che abbia la capacità di relazionarsi continuamente sia verso l’esterno che all’interno, ma anche formarsi e coinvolgere nuove persone. Questi sono i tre obiettivi che vogliamo realizzare.
Prendiamo l’esempio di una regione grande quanto la Campania, il Lazio o il Veneto. Regioni come queste avranno 5 facilitatori regionali, ai quali saranno distribuite tre deleghe: la prima è quella delle relazioni esterne. Una o di più persone che ogni giorno curino i rapporti con gli stakeholders, con i sindaci, anche non nostri, che hanno bisogno di aiuto o di supporto dal MoVimento, che vadano a parlare con gli assessori regionali, con gli enti territoriali, con le associazioni, con il no profit, con tutto il mondo che non è propriamente del MoVimento, ma che cerca aiuto o collaborazione dal Movimento; e soprattutto che tengano un rapporto costante con questi soggetti, perché in molte regioni ci sono tante realtà che vogliono avvicinarsi al Movimento, ma non sanno con chi andare a parlare. O meglio, spesso vanno a parlare con tutti: dai nostri consiglieri comunali, ai consiglieri regionali, ai nostri sindaci, ai nostri attivisti, per poi dover fare una sintesi di quello che gli è stato riferito.
Adesso ci devono essere dei riferimenti chiari per facilitare la presenza del MoVimento in una regione, nei rapporti con i soggetti esterni al Movimento.
La seconda delega che sarà data ad uno o più di questi 5 facilitatori è quella delle relazioni interne, vale a dire irapporti con i nostri eletti all’interno della Regione, i rapporti con i nostri gruppi locali e l’organizzazione delle liste quando ci sono le elezioni comunali.
Con una regia in ogni regione, già ad ottobre noi saremo pronti a formare chi si candida a giugno per le comunali. Mi spiego meglio: se le elezioni comunali sono previste per il mese di giugno, grazie a Rousseau, a Open Comuni, alla Rousseau Open Academy, noi potremo iniziare un percorso di formazione che possa consentire a chi si candida di formarsi da ottobre a dicembre. Poi a dicembre si vedrà se il candidato è all’altezza di una candidatura, perché se non lo fosse, allora meglio non candidarsi affatto.
Se invece si è pronti, allora sarà possibile certificare la lista fra gennaio e febbraio, cosicché sia possibile fare una campagna con tutto il tempo che serve anche per recuperare il gap rispetto ai candidati degli altri schieramenti più conosciuti o che sono più presenti e ramificati sul territorio.
La terza delega che va assegnata ai facilitatori regionali o al facilitatore regionale è quella invece della formazione e del coinvolgimento. Io immagino una persona che ogni giorno pensa a come coinvolgere nuove persone nel MoVimento. Perché, diciamoci la verità, in alcuni gruppi quando qualcuno è interessato al MoVimento e si avvicina ad un meet-up, troppo spesso trova meet-up in conflitto, dove i partecipanti litigano tra di loro e, di conseguenza, quella persona se ne allontana.
Allora io immagino che uno o più facilitatori regionali possano organizzare una volta al mese un incontro regionale con i nuovi, cioè con persone che si stanno avvicinando al MoVimento per la prima volta. Inoltre, sempre una volta al mese, immagino possa esserci un altro incontro: quello sulla formazione. Tutti dobbiamo formarci continuamente. Che tu sia Ministro, che tu sia attivista, che tu sia sindaco o consigliere comunale, abbiamo bisogno di condividere queste esperienze e queste conoscenze, anche con il supporto di chi non è del MoVimento ma è un esperto in qualche settore.
Questo dobbiamo tenerlo sempre ben presente: massima umiltà e formazione continua, in modo tale da capire anche a chi rivolgersi quando abbiamo bisogno di aiuto, perché non vi nascondo che molte delle richieste di aiuto che arrivano a volte da attivisti, consiglieri comunali, consiglieri regionali, non riguardano la competenza dei ministeri, ma magari quella di un comune, di una città metropolitana, di un ente regionale o di una partecipata regionale. Questo è molto importante anche per riuscire ad aiutare i cittadini molto meglio.
Nelle regioni grandi ci saranno 5 facilitatori, in quelle più piccole 3 facilitatori, mentre in una regione come la Lombardia che è grande almeno il doppio di ogni altra regione, ci servono almeno 8 facilitatori.
Come vedete si va delineando un’organizzazione nazionale e territoriale, perché questi facilitatori regionali saranno in continuo contatto diretto con i facilitatori nazionali del Team del Futuro e con quelli che compongono il ruolo di organizzazione: comunicazione, team legale, team comuni e regioni, enti locali, e così via.
Come si può diventare facilitatore regionale? Si deve essere eletti senza doppi incarichi, perché è necessario restare sul territorio. Ciò significa che il facilitatore regionale può essere un portavoce, ma non può essere un Presidente di Commissione, Sottosegretario, Ministro, presidente di un’assemblea. Allo stesso tempo il facilitatore regionale può anche non essere un portavoce eletto ma deve comunque essere una persona di comprovata partecipazione e attivismo nel MoVimento 5 Stelle.
Se si tratta di una regione con 3 facilitatori, gli iscritti di quella regione eleggono un elenco di 10 da cui scegliamo tre persone a cui assegnare le deleghe di cui vi ho parlato. Se si tratta di una regione in cui abbiamo bisogno di 5 facilitatori, gli iscritti della regione eleggono un elenco di 15 persone tra i candidati. Se invece – come nel caso della Lombardia – ci servono 8 facilitatori, allora gli iscritti eleggono un elenco di 20 candidati. Queste persone saranno quelle tra cui andremo ad individuare coloro a cui assegnare le deleghe di facilitatori.
È un percorso che, come per il Team del Futuro nazionale, non vuole individuare capibastone, né tantomeno gente che gestisce potere. Anche i facilitatori regionali saranno sottoposti al “recall” e in ogni caso dovranno dare conto agli iscritti degli obiettivi che raggiungeranno sui tre grandi binari: relazioni esterne, relazioni interne, formazione e coinvolgimento.
Questo è il secondo step della nuova organizzazione del MoVimento, uno step che riguarda l’organizzazione regionale. Nel prossimo e ultimo tutorial parleremo dei consiglieri comunali, del nostro grande popolo di consiglieri comunali che ha bisogno anch’esso di supporto e di essere riorganizzato.
Ciao a tutti!