Due anni fa l’allora Ministro dell’Ambiente Clini diffidò, con una nota protocollata all’ex Governatore Iorio, a procedere alla zonizzazione del territorio regionale per la “valutazione e gestione della qualità dell’aria“. L’ARPA sottopose alla Giunta nel dicembre del 2012 una proposta di “Piano di zonizzazione” in cui si divide il territorio molisano sostanzialmente in quattro aree (Campobasso, fascia costiera, pianura e collina) in base ad alcuni parametri indicati dal DL 155/2010. Nulla più è presente in questo documento. Non è stata fatta una mappatura dei siti inquinanti, non c’è una giustificazione all’ubicazione delle centraline fisse di rilevamento, non vengono considerate la presenza di PM 2.5 e di metalli pesanti nell’aria. Inoltre il “Piano di zonizzazione” non è certo un punto di arrivo, ma uno dei documenti preliminari richiesti dal legislatore per la stesura di quel “Piano di riduzione degli inquinanti” la cui mancanza continua a farci essere inadempienti a livello comunitario, ma soprattutto rende la Regione poco efficace nel tutelare l’aria ambiente e di conseguenza la salute dei cittadini. Una delle funzioni di questo strumento è legato alla concessione di autorizzazioni per l’installazione di nuovi impianti o centrali: tali autorizzazioni possono essere rilasciate infatti solo in base a valutazioni accurate sulla zonizzazione esistente e sulle modifiche che il nuovo insediamento andrebbe a portare. Di conseguenza lasciare molti “vuoti” all’interno del piano non può farci stare tranquilli ogni qualvolta venga autorizzato un nuovo impianto!
Proprio a valle di queste considerazioni il gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle ha protocollato nella mattinata del 23 dicembre una mozione affinché si ottemperi a questi obblighi di legge, evitandoci quindi eventuali sanzioni e dando risposte certe ai cittadini. Contestualmente chiediamo anche la sospensione delle procedure di autorizzazione per tutti quegli impianti che producono emissioni inquinanti (es. inceneritori o centrali a biomasse) perché non é possibile installare nuove centrali che aumentano il carico emissivo in atmosfera, senza conoscere con dati certi qual è la reale condizione dell’aria che respiriamo.