Il #Rally per l’Italia ha fatto tappa in Molise. Luigi è stato ancora una volta con noi per rinnovare la speranza. E la risposta dei cittadini è stata spettacolare
La sala convegni dell’Hotel Meridiano di Termoli era piena già ben prima dell’appuntamento con il candidato Premier del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio che, nonostante gli impegni nelle istituzioni e tra la gente, ha voluto essere ancora una volta in Molise.
Al quinto appuntamento giornaliero, Luigi è il solito fiume in piena di proposte, di idee per il futuro. “Più che una campagna elettorale per noi questo è un un rally: non c’è più paura, siamo una comunità. Questo è solo un punto di partenza abbiamo tanto da fare e speriamo che il 4 marzo gli italiani ci mandino al governo e ci mettano al lavoro”.
La vera vittoria del MoVimento, infatti, “saranno i nostri 20 punti del programma che migliora la vita dei cittadini”. Poi comincia a snocciolare temi e proposte: “Se vogliamo ridurre leggi dobbiamo fare l’elenco delle leggi inutili da abolire. Un esempio? Le leggi contro l’evasione fiscale, studi di settore spesometro, redditometro, split payment. L’atteggiamento qui è ‘siete tutti disonesti fino a prova contraria’: noi vogliamo cambiare il paradigma e dire che tutti gli italiani sono onesti fino a prova contraria e lo Stato deve provare che non lo sono. Aboliamo le norme, aboliamo Equitalia. Ci dicono che si deve combattere l’evasione fiscale, ma poi ogni anno fanno uno scudo fiscale per far rientrare i capitali dall’estero; inoltre incrociamo le banche dati della pubblica amministrazione (Registro Motorizzazione con Agenzia dell’Entrate e Inps). Qui per fare questo siamo ancora fermi al ‘900”.
Il MoVimento 5 Stelle è ormai maturo: “Presenteremo una squadra di persone competenti e che mettano il cuore nelle politiche pubbliche perché serve anche il cuore quando decidi le sorti di milioni di lavoratori, di giovani, di pensionati. Il problema non è far quadrare i conti, lo abbiamo visto con la legge Fornero: qualche conto è quadrato ma intanto non si sono chiesti che fine facevano gli esodati, chi faceva lavori usuranti, i giovani. Per me governare significa avere le competenze ma mettendoci in cuore. Voi non dovete più votare a scatola chiusa, avete il diritto di votare una forza politica che vi dice chi è il presidente del Consiglio e chi sono i ministri. L’Italia è la seconda forza manifatturiera nel mondo, la prima per export. Se il Made in Italy fosse un brand sarebbe il terzo marchio del mondo, abbiamo capacità di attrarre turisti, abbiamo mille risorse ma nonostante la politica non grazie alla politica. Tuttavia abbiamo il 70% di tassazione, 20 miliardi ogni anno spese per burocrazia, centinaia di adempimenti. Immaginiamo uno Stato che sta al fianco dei cittadini, dei dipendenti pubblici: lasciamo in pace chi vuole lavorare, chi vuole fare impresa, chi ha voglia di fare”.
Luigi ha poi parlato dei costi della politica: “Noi possiamo parlare di sprechi e di tagli perché abbiamo dato prova di credibilità. Io termino il mio incarico di vicepresidente della Camera senza aver toccato l’auto blu, senza voli di Stato, ho rinunciato al vitalizio, ho dimezzato lo stipendio, ho rinunciato al doppio stipendio da vicepresidente e ai doppi rimborsi. Questo non ha risolto i problemi dell’Italia ma questo ci da la credibilità: possiamo fare quello che applichiamo a noi con tutti gli altri se ci manderete al governo. Pensiamo in grande: siamo stati opposizione per 5 anni ora dobbiamo immaginarci al governo, in maggioranza. Quello che abbiamo fatto noi senza aspettare una legge lo facciamo agli altri introducendolo per legge”.
E ancora: “Da quando siamo arrivati noi abbiamo tagliato 200 milioni di euro per gestire il palazzo della Camera, da due anni non pagate più la polizza che rimborsava anche le punture d’insetto ai parlamentari in vacanza e da tre anni non pagate più le spese per gli ex parlamentari. Serve la volontà di fare le cose. Ci avevano promesso di tagliare i vitalizi con la legge Richetti, l’hanno votata alla Camera ma affossata al Senato.
Dobbiamo investire nella qualità della vita, quindi mettere al centro lavoro, scuola, sanità. Per la Sanità non servono solo risorse ma serve, ad esempio, che chi sta a capo degli ospedali non sia nominato dalla politica, ci sono tanti altri problemi come quello del personale carente, ma parte da tutto da lì.
Poi la sicurezza: “Prima di dire a un cittadino di prendere in mano un’arma, meglio sarebbe pensare un piano di assunzioni tra polizia e carabinieri che lanciano il cuore oltre l’ostacolo ogni giorno e rischiano per 1200-1300 euro al mese. Il nostro piano sicurezza è: 10 mila assunzioni nelle forze dell’ordine. Ma non mi può venire a parlare di sicurezza chi in questi anni ha fatto lo ‘svuota carceri’, gli indulti, le leggi per non mettersi in galera lui tirando fuori di galera gli altri”.
Ma si è parlato anche di immigrazione, “un business dei partiti di destra e di sinistro. Noi dobbiamo fermare questo business, introducendo il dovere degli altri Paesi di prendere una quota di migranti, poi prendere i soldi dell’accoglienza (5 miliardi di euro l’ultimo anno) fare cooperazione internazionale con i Paesi di provenienza e fare trattati internazionali per rimpatriare chi non può stare qui in un Paese di cui abbiamo contribuito a migliorare sviluppo economico e qualità della vita.
Poi l’appello: “Abbiate memoria, valutateli per quello che hanno fatto negli ultimi 20 anni. Dateci una mano, noi da soli non possiamo portare il MoVimento al governo. Dovete tutti darci una mano: divulgate i nostri 20 punti del programma e raccontate perché avete scelto di dedicare un po’ di tempo stasera ad ascoltare un discorso sulla politica, raccontate perché avete scelto un progetto. Non potete dirci che non ci siamo stati in questi anni. Quindi ora la nostra sfida è ‘partecipa, scegli da che parte stare e inizia a essere il cambiamento che immagini per l’Italia’.
Il nostro percorso è iniziato e continua anche dopo le elezioni. Abbiamo la possibilità di triplicare i parlamentari e costringerli a venire a parlare con noi per fare il Governo. Noi proveremo a salvare il Paese comunque, se riusciamo a raggiungere il 35% bene, altrimenti non ci saranno cambi di casacca o altro ma faremo un appello agli altri: diteci le priorità del Paese e se si convergerà sui temi questo Paese avrà un governo altrimenti si dovrà tornare al voto e quindi quando perderanno la poltrona, forse si convergerà sui temi. Io vi chiedo solo di andare a votare. Non li percepite sempre come la maggioranza, non li percepite sempre come i molti mentre noi siamo i pochi. Non sprechiamo l’occasione del 4 marzo: so che siamo stanchi e disillusi ma questa è l’ultima occasione: o cambiamo il Paese o cambiamo Paese”.
Parole che calzano a perfezione per il nostro Molise, stanco e disilluso. Per fortuna la speranza di una regione e di un Paese migliori ancora c’è. La serata di Termoli è stato il punto di partenza: ora avanti con il programma di governo per un Molise a 5 Stelle. Adesso tocca a noi!