Nelle ultime settimane il tema dei costi della politica è tornato alla ribalta in maniera prepotente. Si tratta di un argomento fondamentale per il MoVimento 5 Stelle, la cui trattazione non può, né deve lasciare spazio a fraintendimenti o ambiguità.
Nell’ultima seduta di Consiglio regionale, in piena notte, è stata votata una proposta di legge di iniziativa popolare firmata da seimila cittadini molisani. Una proposta che prova a ricalcare, ma con proposte meno ‘taglienti’, tutte le azioni portate in Aula dal Movimento 5 Stelle in questi due anni, circa la riduzione dei privilegi di una Casta, ancora lontana dalla realtà. Tutto questo non è stato fatto solo a chiacchiere, ma anche restituendo 248.000 euro di stipendi finiti in un fondo per il microcredito regionale alle piccole e medie imprese.
Questa stessa coerenza è stata dimostrata anche con il secco ‘no’ all’ultima Finanziaria che, tra le altre cose, ha introdotto un nuovo sistema previdenziale per i Consiglieri eletti. Abbiamo però anche provato a correggere l’incorreggibile e siamo riusciti nella riduzione delle percentuali di contribuzione, cosa che ha portato a un risparmio annuo per i contribuenti molisani di circa 240.000 euro: da qui la votazione con il centrosinistra sul loro emendamento. Ma abbiamo sbagliato a non intervenire con la stessa determinazione su altri aspetti che costituiscono ancora dei privilegi, non onorando in pieno le aspettative di chi giustamente vede il MoVimento come unica vera forza di contrasto della Casta.
Una cosa è certa: i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle rinunceranno alla ‘nuova pensione’, come già fatto con molte altre prebende: dai sontuosi stipendi ai rimborsi elettorali; e si impegnano a mettere in campo tutte le azioni che il ruolo concede loro, per limitare i perniciosi effetti che produrrà la recente Finanziaria, lo ripetiamo, comunque bocciata dal MoVimento senza alcun dubbio.