Rivendichiamo il risultato, tuttavia non ci soddisfa. Il presidio sanitario di montagna continua a subire la scellerata politica di tagli ai servizi perpetrata dall’Asrem. A riguardo registriamo l’inspiegabile silenzio di molti sindaci del territorio. È arrivato il momento di dire basta. Nelle prossime settimane incontreremo i cittadini per fare il punto. Serve una grande mobilitazione popolare. Noi siamo pronti a sostenerla in ogni modo
di Andrea Greco
La riapertura della sala operatoria C dell’ospedale ‘Caracciolo’ di Agnone per una volta a settimana è un piccolo risultato, che aldilà delle speculazioni politiche di taluni soggetti, rivendichiamo con forza. Questo però non ci soddisfa e non può essere il palliativo per una struttura sanitaria che serve un bacino di utenza di oltre 30 mila abitanti. L’Asrem, pur accogliendo parzialmente le nostre pressanti richieste fatte attraverso decine di atti e diffide formali al direttore generale, Oreste Florenzano, continua la scellerata opera di tagli ai servizi dell’unico presidio ospedaliero regionale riconosciuto di “area particolarmente disagiata”.
Laboratorio Analisi declassato
Mi riferisco a quanto accade per il laboratorio Analisi declassato a punto prelievo con esami per gli esterni trasferiti al ‘Veneziale’ di Isernia. Così facendo, la coperta resta corta perché è evidente che se da un lato l’Azienda riconosce l’importanza dell’attivazione della chirurgia ambulatoriale semplice con interventi Asa1 e (forse) Asa2, dall’altra esegue sistematicamente un’azione di smantellamento di servizi essenziali per il territorio. Si tratta di un disegno oscuro, frutto del totale scollamento dal territorio del tandem Toma-Florenzano che perseverano nel dire cose, poi smentite dai fatti, a cittadini e amministrazioni locali.
Sindaci del territorio silenti
A riguardo fa specie che nessun sindaco dell’area sia intervenuto sulla vicenda laboratorio Analisi che rischia di perdere l’attuale forza lavoro impoverendo ulteriormente il tessuto socio-economico delle aree interne.
In estrema sintesi la riapertura di una sala operatoria non ci tranquillizza affatto. In primis perché bisogna lavorare per riaprire quella più grande, recentemente ristrutturata, e quindi, riattivare realmente la day surgery così da effettuare al ‘Caracciolo’ interventi che coprano una vasta gamma di casistiche. Ma non solo, perché altri problemi si sono acuiti in tutta la loro gravità e restano irrisolti.
La lista infatti è assai lunga e vede il ‘Caracciolo’ senza una Tac, privo di ambulatori e alle prese con la carenza di medici e infermieri, vedi punto Dialisi e reparto di Medicina che, ancora una volta, mettono a dura prova il personale. Davanti questa fotografia, che rappresenta l’unica verità, non intendiamo scendere a nessun compromesso se non quello di restituire una sanità pubblica dignitosa ad una popolazione che da troppo tempo paga sulla propria pelle decisioni incomprensibili le quali vanno nella direzione opposta a scelte lungimiranti che tutelino le classi più deboli e indifese della regione.
Serve una grande mobilitazione
È arrivato il momento, una volta per tutte, di dire basta a questo modo di agire che sta portando alla morte l’area a cavallo tra Molise e Abruzzo. L’invito è alla mobilitazione generale altrimenti si diventerà complici di un ‘assassinio’ generazionale che cancellerà il futuro dei nostri figli. Per fare il punto su quanto accade stiamo organizzando un incontro pubblico con l’obiettivo di mettere in campo azioni valide che possano contrastare il modus operandi di Regione e Asrem. Tuttavia, per fare ciò occorre il contributo di tutti quei cittadini che ogni santo giorno lottano per avere garantito un diritto sancito dalla Carta costituzionale come, appunto, quello della tutela alla salute.