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Parco del Matese, senza programmazione si rischia l’ennesimo flop

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Sul Parco nazionale del Matese occorre fare chiarezza. Due anni fa, in Consiglio regionale, chiesi a Toma di spiegare a che punto fosse l’iter per l’istituzione dell’Ente che, è bene ricordarlo, esiste su carta grazie ad una legge del 2017, ma in concreto ancora non vede la luce.

di Angelo Primiani

Ad oggi, infatti, non si capisce quali siano le intenzioni del centrodestra sull’argomento, tanto al Governo nazionale, quanto a livello regionale, visto che non si è saputo più nulla dopo i vari passaggi per la perimetrazione tra Regione e Ispra. Intanto migliaia di cittadini aspettano di sapere cosa ne sarà dei loro territori, e milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono sfumati a causa di questi ritardi.

Imperdibile occasione di sviluppo socio-economico

Il Parco del Matese potrebbe rappresentare un’imperdibile occasione di sviluppo socio-economico per una vasta area del territorio molisano. Allo stesso tempo, però, rischia di tramutarsi nell’ennesimo problema da risolvere, se mal gestito come la Regione ha fatto finora. I Parchi nazionali, infatti, possono essere una grande risorsa per il territorio se ben supportati da una programmazione mirata. Al contrario, possono rivelarsi un “buco nell’acqua” se l’approccio è quello della sufficienza, della mancanza di visione e di confronto con chi il Matese lo vive tutti i giorni. È evidente, quindi, che proseguendo lungo la strada imposta dal centrodestra, il rischio sia quello di creare un Ente inutile che piuttosto diventerebbe un danno per il territorio.

Coinvolgere tutti stakeholder del territorio

Perciò ci tengo a ribadirlo: serve un cambio di passo importante sul tema del Parco, che può rappresentare un volano di crescita, ma per questo deve nascere con lo spirito giusto, cioè quello della co-progettazione, del pieno e costante coinvolgimento del territorio e di tutti gli attori presenti oggi al tavolo. Solo così, il Parco nazionale del Matese può ambire ad essere uno dei parchi di maggiore appeal a livello nazionale, al pari di quello delle Cinque Terre. Ma non c’è più tempo da perdere. Sono già troppe le risorse e le opportunità mancate a causa di questi ritardi. Quindi occorre procedere spediti sulla zonazione, andando a colmare dove necessario quei requisiti minimi che oggi mancano.

Cosa prevede la nostra proposta di Legge

Nei mesi scorsi, tra le altre cose, ho presentato una proposta di legge in Consiglio regionale per istituire un Parco fluviale del Biferno. Nella mia visione di futuro per questa terra, queste due entità potrebbero essere direttamente collegate da un corridoio naturalistico che connetta il Matese con l’Adriatico da un lato; con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dall’altro. Tutto questo, per incentivare il turismo, in particolar modo il turismo lento, creando nuovi itinerari, percorsi naturalistici incentrati sulla biodiversità, sulla bellezza dei nostri paesaggi. Ma anche per dare impulso al settore agro-alimentare locale, quindi alle piccole e medie imprese, valorizzando la risorsa idrica, ad esempio con la creazione di marchi per la certificazione dei prodotti di qualità.

In definitiva servono risposte e soluzioni immediate ed efficaci in tal senso, per scongiurare l’ennesimo flop e creare invece economia, occupazione e nuove opportunità d’impresa soprattutto per i giovani.

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