Da sette mesi attendiamo risposta a una interrogazione che chiede conto dei fondi per l’adeguamento antisismico degli istituti regionali. Abbiamo raccolto la preoccupazione e i dubbi dei cittadini, abbiamo controllato le carte e abbiamo scoperto che molti soldi c’erano e non ci sono più: oltre 565mila euro scomparsi e di cui nessuno ha mai parlato
Non si deve strumentalizzare ma non si può neanche tacere. Gli istituti scolastici non sono sicuri. Non lo dice solo il MoVimento 5 Stelle Molise, ma gli addetti ai lavori che più volte hanno spiegato come in Molise le scuole antisismiche regionali sono una su cinque, senza contare che la metà dei plessi è stata costruita prima degli anni Sessanta.
Finanche il governo nazionale conosce questi dati, tanto che ha stanziato fondi seppure irrisori. Purtroppo, però, la Regione non è riuscita ad inviare entro i termini previsti il piano di interventi sulle strutture a rischio sismico, previsto dalla legge e indispensabile per accedere ai fondi.
Come si evince dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri datato luglio 2014, per la precisione il Molise ha perso 565 mila 903, 80 euro, restando fuori dall’assegnazione delle risorse. È un’occasione persa per dare maggiore sicurezza a migliaia di studenti e uno schiaffo in faccia alle loro famiglie.
Già a febbraio scorso il MoVimento 5 Stelle ha presentato una interrogazione in Consiglio regionale chiedendo se la Regione aveva fatto il possibile per accedere al fondo nazionale, ma anche per capire quanto spettava al Molise ogni anno e di quanto aveva beneficiato; sapere eventualmente perché i fondi erano stati persi e di chi era stata la colpa. In quei giorni il Movimento decise di non divulgare la notizia, onde evitare consuete accuse di strumentalizzazione. Ma ora, visto che Frattura non risponde da sette mesi, denunciamo ad alta voce il silenzio e l’immobilismo della Regione Molise su un tema tanto delicato.
Un silenzio che fa ancora più rumore dopo l’ennesimo terremoto a pochi chilometri dal Molise, mentre il tema “scuole sicure” continua a creare problemi in tante zone della regione. Campobasso è alle prese con l’assurda situazione che coinvolge la scuola di via D’Amato, l’istituto comprensivo Colozza e la scuola fantasma di via Berlinguer.
Isernia, invece, da anni sposta i piccoli alunni della materna della San Giovanni Bosco da una struttura privata all’altra, finendo per trasferirsi in territorio di Miranda. Potremmo fare tanti altri esempi simili.
Ormai non possiamo più permetterci di concepire i terremoti come eventi eccezionali. Ce lo dice la storia e già a gennaio ce lo aveva ricordato lo sciame sismico che ha interessato il Molise. Per questo i cittadini pretendono che le scuole dei propri figli siano sicure: una priorità dell’azione istituzionale. E per questo siamo di fronte a un’amministrazione regionale inadeguata, che prima si lascia scappare i fondi diretti in casa propria, poi denuncia la ricostruzione lenta in casa altrui.
Anche stavolta la Regione doveva fare il massimo e non lo ha fatto. Anzi ha perso soldi e ora non può nemmeno scaricare le colpe sulle solite mancanze dello Stato: il governo i fondi li aveva stanziati (anche se briciole rispetto alle reali esigenze) ma la giunta regionale si è voltata dall’altra parte.