Da 12 anni il Molise attende il Piano regionale delle attività estrattive. E pensare che nel 2005 la Giunta si era impegnata a dotarsi di questo strumento entro sei mesi! In questi anni la Regione non ha mantenuto la promessa più di una volta mentre aumenta la preoccupazione dei cittadini come sta accadendo ad esempio a Busso… Accesso agli atti e interrogazione M5S
Il Piano regionale delle attività estrattive (Prae) è l’atto di programmazione che stabilisce indirizzi e obiettivi di riferimento per l’attività di ricerca e di coltivazione di materiali di cava e torbiera nonché per il recupero ambientale e il ripristino delle aree interessate. Mira a individuare gli ambiti estrattivi, cioè le aree in cui è possibile condurre queste attività per utilizzare correttamente le risorse naturali e coniugare le esigenze di carattere produttivo con la salvaguardia di ambiente e territorio. Un documento importante, quindi, che serve anche a monitorare tutte le attività svolte nelle zone di cava, anche per tutelare il territorio da attività illegali come lo smaltimento di rifiuti pericolosi.
Nel 2005 (Giunta Iorio) viene varata la legge 11/2005 che definisce il Piano regionale delle attività estrattive disponendo che venga adottato entro sei mesi, ma già nel 2008 una delibera dell’ente parla di “mancata approvazione del Prae secondo la tempistica prevista”: prima promessa mancata.
Dopo pochi mesi dall’entrata in Consiglio regionale il MoVimento 5 Stelle Molise presenta un atto ispettivo in tema. Il governatore Frattura rassicura: “Entro la fine dell’anno contiamo di definire la ricognizione complessiva, con il relativo documento di programmazione”, il Prae appunto. Seconda promessa mancata.
Così a giugno 2015 presentiamo una mozione per riempire questa lacuna grave e pericolosa. A gennaio 2016 la nostra mozione passa in Consiglio regionale e impegna la Regione a dotarsi del Prae “nel più breve tempo possibile”, ma oggi il Molise non ha ancora un Piano Cave: terza promessa mancata.
In questi anni l’unico piccolo passo fatto dalla Regione è stato la stipula di una convenzione con l’Arpam per la vigilanza e le sanzioni nelle attività estrattive, nell’ambito della legge regionale 8/2015 “Disposizioni collegate alla manovra di bilancio 2015 in materia di entrate e spese”. Anche in quel caso la Giunta promette di stabilire le modalità di questo accordo entro 60 giorni. Ora, in effetti, sembra che questa convenzione sia stata stipulata.
Come dicevamo l’assenza del Piano crea vari problemi, tra cui il mancato controllo delle attività nelle zone di cava. In proposito, nei giorni scorsi, ci sono giunte segnalazioni da parte di un residente di località ‘La Caia’, a Busso. In quest’area c’è una cava attiva da anni e che di recente ha ottenuto una nuova autorizzazione. La cava di argilla, in passato, serviva una fornace di laterizi e un cementificio della zona; chiusa la fornace si fermò anche la cava. Dopo un periodo di silenzio, pare che oggi qualcosa sia tornato a muoversi. I residenti parlano di un particolare via vai notturno di camion e mezzi che operano nell’area. Chiedono di sapere qual è lo scopo di queste attività notturne e se la ditta, ormai in liquidazione, sta operando nel pieno rispetto delle leggi. Se ci fosse un Piano Cave queste risposte già le avremmo. Invece non è così.
Due settimane fa la nostra portavoce in Consiglio regionale, Patrizia Manzo è andata a chiedere lumi presso l’Ufficio Cave della Regione, per una segnalazione giunta da un cittadino proprio sulla cava di Busso gestita dalla Balsamo srl, ma ha constatato che il settore è abbandonato e l’ente non è in grado di garantire un servizio efficiente. Così, già la scorsa settimana ci siamo mossi su un doppio binario. Abbiamo fatto un accesso agli atti per entrare in possesso della documentazione della cava di Busso lavorata dalla Balsamo srl e abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere al governatore Frattura tre semplici cose:
1) lo stato del procedimento del Prae;
2) le direttive emanate dalla Giunta regionale in attuazione della convenzione con l’Arpam per la vigilanza e le sanzioni nelle attività estrattive;
3) il quadro generale cave della Regione Molise aggiornato al 31 dicembre 2016.
La Regione ha il dovere di dotarsi di un Piano Cave e di mantenere alta la soglia d’attenzione sul tema vista l’esposizione del nostro territorio a potenziali attività illecite. Lo conferma anche il recente intervento del Corpo Forestale dello Stato proprio sulla cava di Busso di proprietà della Balsamo srl. I cittadini preoccupati devono avere risposte.