Lo abbiamo sempre detto e lo confermiamo: niente ecoballe da fuori regione e nessun ampliamento di discariche. E su questi due punti abbiamo insistito con i nostri emendamenti
Hanno provato a celebrare la morte della strategia Rifiuti zero. A pagina 12 del Piano regionale dei Rifiuti, infatti, si legge: “Le principali realtà nazionali ed internazionali che vantano da anni sistemi di gestione dei rifiuti urbani che hanno raggiunto pienamente questi obiettivi, hanno dimostrato che l’opzione ‘rifiuti zero’ è un’utopia mentre l’opzione ‘discarica zero’ è un obiettivo raggiungibile agevolmente con scelte equilibrate e sostenibili“. Noi non siamo d’accordo, quella dei rifiuti zero non è una semplice filosofia, ma un principio di sviluppo, che rientra nel campo dell’economia circolare, che è stato illustrato da autorevoli studi e già realizzato in Italia e fuori.
In più è difficile sentir parlare di “opzione discarica zero” visto che in diverse proiezioni e analisi contenute nel Piano si ipotizzano ampliamenti di discariche. C’è qualche contraddizione: il documento mira a raggiungere in tre anni il 50% di raccolta differenziata e quindi ridurre il quantitativo di rifiuti da conferire in discarica, ma allo stesso tempo lascia al centro della strategia di gestione discariche ed inceneritori.
È proprio sul fronte dell’incenerimento dei rifiuti, poi, che non si può stare tranquilli. Certo, almeno sulla carta appare scongiurato il rischio di bruciare ecoballe di bassa qualità provenienti dalla Campania, tuttavia a Pozzilli Hera Ambiente continuerà a bruciare combustibile da rifiuti, nella maggior parte dei casi extra molisane e con tecnologie di recupero energetico scandalose da un punto di vista dell’efficienza. Del resto, come si leggeva nel piano: “La termovalorizzazione ha un ruolo cruciale”.
Insomma, se è vero che bisogna per forza fare i conti con quella che è l’impiantistica presente sul territorio e le autorizzazioni già rilasciate, è altrettanto vero che uno slancio verso processi più innovativi poteva essere dato e bisognava puntare a rendere non economicamente ‘appetitoso’ alcun investimento da parte di privati nell’accoppiata discarica-inceneritore. L’Assessore ha avuto tutto il tempo per pensare e preparare il Piano, noi poche settimane per studiarlo e modificarlo. Come al solito i tempi ce li ha dettati la spada di Damocle dell’infrazione comunitaria.
Nel Piano è però previsto un richiamo ad una pagina web istituzionale sul ciclo dei rifiuti. In pratica alla nostra proposta di legge sull’Anagrafe dei rifiuti depositata da oltre un anno e ferma in Commissione. A parte le rassicurazioni dell’assessore Facciolla sul finanziamento da 200mila euro alla nostra legge, la speranza è che il Piano faccia riferimento proprio ad essa.
Ad ogni modo, a noi il Piano concepito dalla Regione non piace. Il MoVimento 5 Stelle, infatti, ha presentato emendamenti, soprattutto per chiarire gli aspetti legati alle dimensioni delle tre discariche in regione. Molti di questi emendamenti sono stati approvati, altri no. Avevamo pensato all’introduzione del principio di netta separazione tra le attività di prevenzione, quelle di raccolta e riciclaggio e quelle di smaltimento dei rifiuti, prevedendo aziende diversificate per evitare posizioni di monopolio. Inoltre avevamo chiesto che con cadenza annuale, fosse predisposto un Documento di monitoraggio e valutazione del Piano destinato a informare la Giunta Regionale e il Consiglio sul raggiungimento degli obiettivi previsti.
Il Piano dei rifiuti andava varato per mettersi in regola, ma è stato solo acceso un lumicino nel buio. L’attuale modello di sviluppo non ha più futuro. Altro che utopia.
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