Recuperare le terre incolte, favorire l’occupazione e la biodiversità: sono questi i punti principali della nostra proposta di legge sulla produzione di canapa ad uso industriale.
Una proposta dai mille vantaggi
I benefici dell’utilizzo della canapa sono innumerevoli e vanno dall’agroalimentare alla bioedilizia fino al tessile, senza dimenticare i vantaggi nella rotazione che possiede nei confronti delle “colture in successione”, perché lascia il terreno libero da infestanti e migliora la struttura del suolo. Tale aspetto non è di poco conto soprattutto nel caso dell’agricoltura biologica, visto che il controllo delle infestanti va fatto attraverso accorgimenti fisici e naturali e non con la chimica.
Insomma, coniugare un’agricoltura eco-sostenibile con la salvaguardia delle risorse naturali e la visibilità del nostro territorio, è possibile. Nasce così l’esigenza di promuovere la coltivazione e trasformazione della canapa per scopi produttivi e ambientali in modo da contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale, al consumo del suolo e alla salvaguardia della biodiversità oltre che a incentivare l’occupazione e, quindi, creare reddito. Sono alcune delle motivazioni che mi spingono a ripresentare una proposta di legge regionale, che prevede l’impiego della canapa e dei suoi derivati. Parliamo di piante agricole che esulano dalla materia relativa alle sostanze stupefacenti o psicotrope, cure e riabilitazione derivanti dalle tossicodipendenze.
Come avviare un percorso virtuoso sulla produzione di canapa?
Affinché la proposta diventi operativa, si può far leva sugli strumenti per lo sviluppo rurale nonché i programmi regionali Fers-Fse. Non solo, perché la Regione può avvalersi dell’Arsarp (Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo, rurale e della pesca) e della collaborazione dell’Unimol e degli istituti agrari, professionali e tecnici per promuovere attività di ricerca, riproduzione e conservazione del seme di canapa al fine di individuare le coltivazioni più adatte al territorio molisano.
Tra i principali obiettivi che la legge si prefissa vi è quello di raggiungere il recupero delle terre incolte, le quali rappresentano un’opportunità per tutti. A riguardo, la realizzazione di impianti per la lavorazione e trasformazione creeranno un vero e proprio indotto con la produzione finanche di alimenti senza glutine – a base di canapa – molto richiesti sul mercato italiano ed estero.
Inoltre, nell’attuazione dei bandi sarà data priorità alle Ati (Associazioni temporanee di imprese), cooperative, consorzi e alle imprese che al momento della presentazione della domanda hanno sottoscritto un contratto di rete. Infine poi, entro il 31 dicembre di ogni anno, l’assessorato alle Politiche agricole e forestali, sentita l’Arsarp, relazionerà sull’andamento delle richieste ricevute, gli esiti ottenuti e sulle eventuali problematiche da sanare.
In estrema sintesi, ogni intervento previsto dalla legge è destinato esclusivamente alla canapa per uso industriale coltivata senza l’impiego di prodotti diserbanti, nanizzanti o disseccanti prima ancora di escludere ogni attività finalizzata alla produzione e alla estrazione di sostanza stupefacente.
La promozione della canapa quale coltura alternativa ed innovativa, diventa quindi una priorità che questo Consiglio deve cogliere con favore auspicando anche un iter veloce per l’attuazione.