In data 3 luglio 2013, abbiamo depositato la proposta di legge sulla disciplina dell’istituto della rinuncia, totale o parziale, delle indennità e dei rimborsi spettanti ai consiglieri regionali.
Come sappiamo in base alla legge regionale n.16 del 1997 e s.m.i. ai Consiglieri regionali della Regione Molise e alle più alte cariche viene riconosciuto un trattamento indennitario a titolo di funzione e a titolo di rimborso. L’indennità dei membri del Consiglio regionale o della Giunta viene quindi stabilità per legge, come si evince dal’art.10 dello Statuto regionale.
L’attività propositiva in questione nasce dopo una comunicazione ufficiale del Pres. del Consiglio regionale V. Niro, datata 9/5/2013, nella quale, in seguito ad una nostra dichiarata richiesta di percepire dell’indennità di funzione solo 2500€ nette mensili e di rinunciare totalmente all’art.7 della L.R. 7/2002 e allla diaria con rimborsi spese, si spiegava che non era previsto dalle normative vigenti l’istituto della rinuncia agli emolumenti dei consiglieri regionali ma che questa fattispecie poteva essere espressamente disciplinata.
Abbiamo colto positivamente l’apertura a tale disposizione, seppur si segnala la necessità di un adeguamento normativo sulla questione oggetto della legge rimandandolo ad un futuro riordino complessivo di tutta la materia. Ma è nostra intenzione agire immediatamente e separatamente affinché tale libertà ai Consiglieri regionali sia immediatamente disponibile.
Disciplinare l’istituto della rinuncia è un atto dovuto, nei confronti di una nostra richiesta legittima che mira a restituire all’ente Regione ciò che il M5S, tra le principali forze politiche elette in Consiglio, considera un surplus dello stipendio, nei confronti degli eventuali colleghi, presenti e futuri, che sentiranno il bisogno meritevole di fare a meno di una parte dell’emolumento, soprattutto se percettori di altre contemporanee retribuzioni, ma in particolar modo nei confronti degli innumerevoli sacrifici economici che vengono richiesti alla cittadinanza molisana generati anche dalla ‘infelice’ situazione economico-finanziaria dell’ente Regione.
In definitiva è un dovere morale, visto il momento storico, muoversi verso un ritorno allo spirito di servizio, alla sobrietà dei comportamenti da parte degli eletti e dei nominati in posizioni istituzionali. Approvare la presente proposta di legge permetterebbe al Molise di essere di esempio alla nazione e di stimolo per altri ordinamenti regionali. È inoltre un atto di onestà intellettuale, che non fa altro che consegnare al beneficiario delle indennità la possibilità di disporre delle sue spettanze, senza che ciò comporti per lui oneri aggiuntivi. E’ infine riconoscere e far proprio il principio della libertà individuale quale cardine di una civiltà moderna.
Nel solco della piena libertà la proposta di legge dà facoltà ai consiglieri di rinunciare volontariamente alle predette indennità, ovvero di indicare percentuali di calcolo delle indennità inferiori a quelle previste dalla legge e dispone che ognuno possa con propria comunicazione modificare o revocare la propria decisione in ogni momento.
Per quanto riguarda la decisione sull’utilizzo di queste somme risparmiate, (che per ora vengono depositate in un conto provvisorio a rendicontazione pubblica) come già più volte annunciato, abbiamo dato la parola ai cittadini nel mese di Giugno, attraverso un sondaggio pubblico a tre opzioni (Microcredito, Diritto allo studio, Volontariato) che ha visto risaltare nettamente la prima ipotesi. È per questo motivo che il testo della proposta di legge riporta che “la somma pari alle minori spese è destinata ad accrescere il finanziamento di vigenti leggi regionali che prevedono interventi in favore delle piccole imprese e del microcredito”.
Ora la parola sta all’Assise regionale, che, nel momento dell’approvazione, si renderà protagonista, nel bene o nel male, di un periodo storico già controverso, dove l’attenzione mediatica e investigativa agli emolumenti o ai finanziamenti ai gruppi consiliari (vedasi le recenti indagini della CdC e della GdF) non è mai stata così pressante. Ed era quasi ora, aggiungiamo noi!
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