Nella consueta conferenza stampa di fine anno il Presidente Frattura, abbandonato dai big del PD Leva e Ruta, ha sciorinato una serie di dati e cifre asettiche sulla situazione contabile-patrimoniale della Regione e sulla gestione amministrativa dell’ente di Via Genova. Non una parola, invece, sulle scelte politiche fatte e da fare per dare delle risposte chiare ai cittadini molisani. Ma andiamo con ordine e vediamo i punti programmatici stabiliti dalla premiata ditta Ruta-Frattura in una mattinata di ottobre.
Cominciamo.
La sanità resta il più grande fallimento di tutta la gestione Frattura: il Tavolo Tecnico ha bocciato per l’ennesima volta la proposta di riorganizzazione sanitaria e, constatato un deficit di 400 milioni di euro, ha chiesto il commissariamento di Frattura. Decisione quasi normale visto lo sbilanciamento della rete ospedaliera verso il privato, vista l’assenza di risposte e le tante false promesse fatte ai cittadini di Venafro, Agnone e Larino.
Sul fronte grandi opere tiene ancora banco l’autostrada del Molise: il MoVimento 5 Stelle è stato sempre contrario a quest’opera faraonica e sotto alcuni aspetti inutile e dispendiosa. Eravamo convinti che l’Autostrada non si sarebbe mai fatta ed infatti è uscita fuori dal comparto delle opere strategiche nazionali. Il progetto inoltre non prometteva nulla di buono per la presenza di tangentisti o presunti tali, come la Maltauro, e nasceva anche con il peccato originale delle consulenze richiamate nella vicenda Bain&Co. In campagna elettorale Frattura si è garantito voti dicendo NO al progetto, poi ha cambiato idea appena prima di esporre le linee programmatiche in Consiglio regionale. In seguito ha parlato di “superstrada” e successivamente ha annunciato invece di voler riconvertire il finanziamento per investire su ferrovie e rete stradale: peccato che quando lo dicevamo noi ci sentivamo dire puntualmente “non si può fare”. Nel frattempo resta in piedi un Consiglio di Amministrazione della società “Autostrade del Molise S.p.A.” di cui davvero non si sente il bisogno.
Per quanto riguarda la filiera avicola e la filiera saccarifera, Frattura sta mettendo 15 milioni del PSR in mano a un investitore privato di chiara provenienza berlusconiana, consegnandogli di fatto il futuro di due importanti settori dell’economia molisana. Un privato con un progetto economico di cui nessuno conosce né il piano commerciale, né il piano industriale. Aria food, infatti, riconducibile a Diego Volpe Pasini, sta manifestando il suo interesse per la GAM, con annesse richieste di fondi pubblici, e per lo Zuccherificio, per cui resta in piedi la possibilità di riconversione in impianto energetico. Ma le grandi malate restano in condizioni critiche: la GAM ha presentato conti talmente negativi che ci asteniamo dai commenti per non infierire, basterà citare quasi 40 milioni di perdita d’esercizio e oltre 21 milioni di patrimonio netto negativo; lo Zuccherificio è sempre più vittima della stagionalità, diviso tra good e bad company. Infine ITTIERRE, divenuta OTI, che ancora attende il rilancio e il recupero di tutti i posti di lavoro persi.
Sulle centrali a biomasse Frattura ha revocato le autorizzazioni invece di annullarle. Lo ha fatto con un atto di fiducia politico in Consiglio, (per giunta dando la possibilità al suo ex socio di chiedere un risarcimento milionario) al quale si è opposto solo il MoVimento 5 Stelle.
Attenzione anche agli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico. Frattura e soci sono rimasti alla finestra a guardare come 27 milioni di euro (per il momento, dato che ne sono in arrivo altri 32) vengono spesi con procedure negoziate senza previa pubblicazione di bando di gara o, peggio, per somma urgenza, quindi con affidamenti diretti, aspetto da noi più volte denunciato in Consiglio e alla base di un esposto già inviato alla Procura della Repubblica. Le somme messe a disposizione dal Ministero potevano essere impiegate per un reale contrasto al dissesto idrogeologico, invece sono gestite per tamponare a malapena le emergenze con approssimazione e, soprattutto, con procedure non trasparenti. Insomma, nessuna boccata d’ossigeno per le imprese, nessun vantaggio per i cittadini: solo i soliti aiuti agli amici della politica.
La riqualificazione del patrimonio edilizio doveva passare per l’approvazione del nuovo “Piano Casa” che, nonostante gli impegni presi e il grande lavoro in Commissione, il Consiglio regionale ancora non discute: un ritardo ormai ingiustificabile.
Sulla raccolta differenziata i dati regionali del “porta a porta” sono ancora a livelli percentuali imbarazzanti. I 25 milioni di euro esibiti dall’assessore Facciolla in Consiglio regionale in verità sono somme già assegnate in passato e non bisogna dimenticare il progetto di riqualificazione della discarica di Montagano che prevede un impianto biogas assolutamente sovradimensionato.
Infine un passaggio sulle attività culturali. Frattura ha bocciato la nostra proposta di chiudere la Fondazione Molise Cultura (altro annuncio da campagna elettorale del centrosinistra) che ormai gestisce in maniera monopolistica e discutibile gli avvenimenti culturali in regione, con compensi stellari per i dirigenti. Sempre in ambito culturale, inoltre, l’intera Giunta regionale è rimasta immobile quando il sovrintendente Famiglietti ha svenduto la gestione di tutti i siti archeologici molisani per 3.400 euro all’anno!
Può bastare?
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