La gioia di un posto fisso costretta a fare i conti con il dolore della lontananza. La storia che vi presentiamo è quella di una molisana che, appena dopo il matrimonio, ha dovuto cambiare vita per lavorare. Una storia come altre mille, che ci ha colpito e che mette in luce gli aspetti negativi di una riforma della scuola osteggiata dagli stessi insegnanti. Ora vogliamo che su questa riforma si pronuncino tutti i cittadini. Ecco perché proprio in queste ore stiamo raccogliendo le ultime firme per chiedere l’indizione di un referendum.
È la storia raccontata in prima persona da una donna che ha inviato un messaggio al nostro Antonio Federico e che noi riportiamo integralmente, escludendo i dati sensibili. Eccolo:
“Buongiorno Antonio Federico, non mi conosci ma ti ho sempre appoggiato. Sono un’insegnante della scuola primaria e vivo a Milano perché la Buona scuola, terribile per noi docenti, mi ha esiliata a 800 chilometri dalla mia amata terra e mi ha cambiato la vita! Era da un po’ che volevo scriverti per esporre la forte ingiustizia che noi insegnanti molisani stiamo vivendo! Come accennavo prima, a causa della folle riforma di Renzi, siamo stati catapultati a centinaia di chilometri dal Molise. Ma… noi nella nostra amata terra lavoravamo già da anni, come precarie, ma lavoravamo.
Famiglie separate, mariti abbandonati da giovani mogli, figli separati dalle madri, affitti altissimi al nord e mutui da pagare al sud. Insomma un delirio. La riforma ha suddiviso i docenti per fasce e la più sfortunata è stata la ‘fase B’ (uno step del ricollocamento insegnanti, ndr) in cui noi docenti molisani siamo stati assunti. Felici, senza dubbio, del posto a tempo indeterminato… ma a quale prezzo? Siamo plurilaureati, con master, corsi e anni di servizio ma ‘quel tizio’ non ha tenuto conto di nulla e ci ha esiliati… senza umanità, senza criteri, senza motivo.
Ti starai chiedendo ‘ma io che c’entro?’ Sicuramente nulla, anzi in Parlamento avete votato contro e siete stati a nostro favore ma nessuno vi ha ascoltato! Ti chiedo solo di non dimenticarti di noi! Io mi sono sposata questo inverno e mi sono dovuta separare dal mio amato marito (che soffre la mia assenza) e, come la mia, ci sono 8000 storie, circa 80 in Molise. Ho potuto confermare solo il rito civile al Comune e rimandare al prossimo anno quello religioso perché vivendo a Milano non è facile organizzare il tutto e lo abbiamo rimandato. Ma la sofferenza è tanta!
Lo scorso mese abbiamo fatto la domanda di mobilità per ottenere un trasferimento o anche un avvicinamento (non si pretende nulla) ma abbiamo il timore di restare esiliati qui! Il nostro Provveditorato molisano deve permetterci di tornare o perlomeno di concederci le tanto sperate ‘assegnazioni provvisorie‘, ossia tornare dai nostri cari nella nostra terra!
La mia voce è quella di tanti insegnanti della fase B Molisani.
Ti ringrazio per aver letto il mio messaggio e sono a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Ti stimo e ti saluto. Scusami per lo sfogo e grazie ancora”.