La linea ferroviaria Bologna-Bari è una delle direttrici fondamentali delle ferrovie italiane e collega città ed aree produttive tra le più importanti dell’Italia centro-meridionale con il Nord Italia ed il centro Europa, costituendo così un’opera di importanza non solo nazionale ma comunitaria. Da essa si diramano numerose linee, alcune delle quali di cruciale importanza per il collegamento Adriatico-Tirreno.
Il suo percorso è ottimale poiché quasi privo di gallerie, si sviluppa a ridosso della costa adriatica ed è tutto a doppio binario, eccezione fatta per il tratto Termoli-Lesina che risulta attualmente a binario unico guadagnandosi così l’appellativo di “collo di bottiglia” della linea Adriatica.
Il potenziamento tecnologico della tratta Termoli-Lesina risulta quindi strategico e necessario al fine dell’ efficientamento di tutta la tratta adriatica con i relativi benefici in termini di collegamenti che le regioni interessate ne traggono, in accordo con gli obbiettivi del Piano di Sviluppo per il Sud che mira a promuovere l’unificazione nazionale e lo sviluppo del mercato interno del Mezzogiorno attraverso la realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto, soprattutto ferroviario.
L’intervento di raddoppio, ad opera di ITALFERR, interessa un tratto di linea di circa 38 km di cui circa 20 km in territorio pugliese.
Il progetto, a cura di RFI, il cui costo di realizzazione è di oltre 500 mln, risulta diviso in 3 lotti funzionali: Termoli-Campomarino, Campomarino-Ripalta, Ripalta-Lesina.
Per quanto concerne le prime due tratte, in territorio molisano, la zona costiera interessata risulta attualmente costretta da un’ ampia fascia infrastrutturale composta dall’autostrada A14, SS16 e la linea ferroviaria Adriatica, che genera così un forte “gap” tra la costa ed il territorio immediatamente interno.
Inoltre il territorio in oggetto, nel comune di Campomarino, risulta sottoposto a vincolo paesaggistico per la presenza di elementi naturalistici di pregio; un paesaggio contraddistinto, dal mare all’ entroterra, da spiagge sabbiose, dune litoranee, macchia mediterranea, pineta, zone umide e infine aree dedicate alle pratiche agricole nonché dalle foci dei fiumi Biferno e Saccione. Inoltre, l’area in esame fin non molto tempo fa era anche attraversata dal tratturo L’Aquila – Foggia (attuale strada statale Adriatica) e costituisce Sito d’Interesse Comunitario.
Uno sviluppo infrastrutturale che potrebbe risultare in contrasto con la vocazione turistica e naturalistica auspicabile per questo territorio, è richiesta quindi una particolare attenzione alle scelte progettuali riguardanti l’intervento di raddoppio, al fine di salvaguardare il delicato ecosistema limitrofo.
In quest’ottica si colloca il parere negativo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la successiva variante al progetto che, opportunamente, mira ad allungare quanto più possibile il tratto di affiancamento all’autostrada A14, spostando il tracciato verso l’interno con conseguente distacco della linea ferroviaria dalla costa.
Dal 2001 si sono succedute diverse ipotesi progettuali, circa 5, la prima, “soluzione 0”, prevedeva il raddoppio della sede esistente, ad eccezione di un breve tratto nei pressi dell’attraversamento della valle del fiume Biferno.
I pareri della Commissione Speciale VIA furono sempre negativi fino all’ipotesi denominata “soluzione D” scaturita dalla richiesta fatta dai Ministeri a RFI di compiere una variante al tracciato, allontanando un ulteriore tratto di raddoppio ferroviario dalla costa all’altezza della intersezione con la strada statale 16, poco più a sud di Campomarino Lido, affiancando l’autostrada a partire da località Bufalara fino al Canale Capo d’Acqua e porsi poi in affiancamento fino a Lesina.
Ad oggi, questa è la soluzione condivisa da tutte le parti in questione, supportata dalla nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Struttura Tecnica di Missione del 6 dicembre 2011, dove si indica a RFI che il tracciato denominato “soluzione D” è quello che si è ritenuto di adottare.
Il MoVimento 5 Stelle è attento agli sviluppi, di concerto con alcuni deputati 5 Stelle e con l’Assessore ai lavori pubblici e infrastrutture Nagni, che si è pronunciato sul tema proprio durante l’ultimo Consiglio regionale; riteniamo necessario questo intervento anche perché rientra in un ottica di sviluppo della viabilità che il MoVimento 5 Stelle promuove, ovvero quello su rotaia, il meno inquinante che il nostro paese attualmente conosca. Ad ogni modo resta alta la guardia, al fine di garantire quel delicato equilibrio tra sviluppo e tutela dell’ambiente, troppe volte alterato a discapito di quest’ultimo.
La scelta di non raddoppiare l’esistente nella tratta di Campomarino ci sembra una decisione giusta e condivisa, anche se avremmo preferito che la tratta affiancasse l’autostrada per un tratto maggiore. Resta da stabilire come il nuovo binario impatterà nei restanti 8 km sul territorio tra Termoli e Campomarino; per farlo rimandiamo l’analisi ad un progetto definitivo, garantendo a tutti i cittadini termolesi e molisani il nostro impegno e la nostra attenzione alla questione.
2 commenti
Posso sapere che cosa ha di paesaggistico Campo Marino rispetto a termoli, san Salvo, Pescara, teramo E via discorrendo fino a milano? No, perchè qua si tratta di bloccare un pezzo di futuro (a meno che in italia non si voglia continuare a impiegare 7 ore per fare 500 Km, quando in giappone la stessa distanza la coprono in 1 ora scarsa…). TAnto il vincolo paesaggistico volendo ce l’ha qualunque territorio (che sia pianura, montagna o collina…).
E come al solito, in nome di uno sviluppo sostenibile e blablabla, si penalizza lo sviluppo vecchia maniera, quello che ha portato il benessere in tutto il mondo, compreso da noi (solo che noi adesso facciamo finta di ignorarlo…)
Luca, siamo favorevoli al raddoppio non contrari.