Il Movimento 5 Stelle firma la doppietta in Consiglio regionale portando a casa il risultato. Ieri, in assemblea, sono state accettate all’unanimità le nostre richieste su randagismo e attività estrattive
Una bella notizia, anzi due, per ambientalisti e animalisti. Il Movimento 5 Stelle è riuscito a far votare dal Consiglio regionale due documenti fondamentali. Il primo è la mozione riguardante il “Piano per la Prevenzione e controllo del randagismo”. Un argomento spesso sottovalutato, ma non dal Movimento 5 Stelle che da mesi è in contatto con le associazioni e già in passato ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale.
La mossa successiva è stata quella della mozione che, in pratica, riporta il Piano in Commissione permanente per un aggiornamento. Quello nuovo dovrà risolvere la questione randagismo “attraverso una pianificazione attenta delle campagne di monitoraggio, censimento, sterilizzazione e affido”. Tra gli altri obiettivi della mozione, il contenimento della spesa pubblica e la effettiva collaborazione tra forze e associazioni presenti sul territorio.
Un risultato importante dato che, se guardiamo ai dati dell’Italia e alle modalità con cui si fa fronte in Molise al fenomeno randagismo, è chiaro che siamo fermi all’età della pietra e scarso interesse viene riservato a questo che è un problema di natura etica ed economica.
Già nel 2005 la Regione ha disciplinato la gestione dell’anagrafe canina e le modalità di intervento per prevenire il randagismo. Nel 2012, poi, è arrivato il Piano triennale 2013-2015, redatto dalla Direzione generale per la Salute, Servizio di Prevenzione, Veterinaria e Sicurezza Alimentare. Un documento che fino ad ora è stato solo una nobile dichiarazione di intenti. Non possiamo dimenticare la strage verificatasi nel 2014 presso il canile municipale di Campobasso e lo stato in cui versano i randagi in tutto il Molise.
Dunque, il piano deve essere aggiornato, ma soprattutto attuato e abbiamo impegnato le istituzioni a farlo in collaborazione con “tutti i soggetti interessati”. Nota dolente, l’ostilità dei Consiglieri Lattanzio e Niro su una parte della nostra proposta che, con auspicio, rafforzava e indirizzava la commissione competente alla cooperazione con Comuni, Asrem, associazioni, Ordine dei veterinari e chiunque altro di competenza. Alla fine il Consiglio ha detto no a questa collaborazione.
Ad ogni modo, poco dopo, l’aula ha approvato un’altra nostra mozione sul “Piano Regionale delle Attività Estrattive”. Il cosiddetto Prae mira ad individuare gli “ambiti estrattivi” al fine di “rendere compatibili le esigenze di carattere produttivo con quelle di salvaguardia dell’ambiente e territorio e delle vocazioni agricole”. Come si legge nella nostra mozione, il Piano è l’atto di programmazione settoriale che stabilisce gli indirizzi e gli obiettivi di riferimento per l’attività di ricerca e di coltivazione di materiali di cava e torbiera nonché per il recupero ambientale ed il ripristino delle aree interessate ai fini del corretto utilizzo delle risorse naturali compatibilmente con la salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
Nobili intenti, disattesi però dalla Regione visto che in una delibera dell’ente, già nel 2008 si parlava di “mancata approvazione del Prae secondo la tempistica prevista”, per poi scoprire che un piano c’è, ma giace nei cassetti regionali come tanti altri atti di pianificazione territoriale. Una ennesima grave lacuna, in questo caso superata.
Grazie al Movimento 5 Stelle, infatti, il consiglio regionale ha impegnato Frattura “a far sì che la Giunta, nel più breve tempo possibile, adotti lo schema di piano regionale delle attività estrattive”. Detto, fatto.