Il problema dello smaltimento rifiuti nelle discariche molisane resta irrisolto. Malgrado i nostri appelli, ancora una volta, la Regione Molise ha dimostrato evidenti errori gestionali. E con l’arrivo dell’indifferenziato da altre regioni, il rischio concreto è di trovarsi davanti una vera e propria emergenza che il Molise non può permettersi. Ecco perché è urgente una revisione del Piano rifiuti.
Sulla gestione delle discariche in Molise, leggendo i dati e le informazioni fornite dall’ufficio tecnico, ho constatato che i miei dubbi si sono trasformati in certezze. La sensazione è che l’intera gestione delle discariche, così come l’attuazione di quanto pianificato sei anni fa, siano state lasciate all’improvvisazione. Come spesso accade, a pagarne le conseguenze potrebbero essere i cittadini, che non vogliono assolutamente l’apertura di una nuova discarica, né volevano e vogliono uno spropositato e immotivato traffico di camion per il trasporto dei rifiuti.
Toma ha scarsa conoscenza del problema
Se ne è parlato durante il Consiglio regionale, in cui il presidente Toma si è limitato a leggere la nota tecnica e, dopo la mia replica, ha mostrato una scarsa conoscenza della situazione. Dalle informazioni fornite, è emerso che il progetto per una nuova discarica nell’agro di Colle d’Anchise, presentato qualche anno fa dalla ditta ‘Giuliani’ (che gestisce il sito di Montagano), è stato definitivamente bocciato. Sul sito web istituzionale però non si trova traccia del diniego e, comunque, non è detto che non ci siano altri progetti simili in procinto di essere presentati. Intanto, stando agli attuali ritmi di conferimento, è scritto che la discarica di Montagano arriverà alla piena saturazione nel 2023. Infatti, la volumetria disponibile a inizio anno era di 20.400 tonnellate. Dopo quella data cosa succederà? Che la discarica di Montagano avrebbe esaurito la sua capienza era chiaro da anni, da prima che la Comunità montana, proprietaria del sito, approvasse l’ampliamento volumetrico del 2018. Ma di fronte alla prossima saturazione del sito, sorgeva spontanea una domanda: come mai in questo luogo conferiscono i rifiuti anche i comuni del basso Molise, pur avendo a pochi chilometri il sito di Guglionesi, con ampia volumetria disponibile?
Rifiuti dal basso Molise a Montagano
Leggendo la nota tecnica, Toma ha risposto che il principio di prossimità – richiamato da norme nazionali e comunitarie – viene rispettato in questo caso, perché l’Ambito territoriale è unico. Paradossalmente, quindi, il Comune di Campomarino potrebbe portare i suoi rifiuti nella discarica di Isernia, a patto che gli convenga economicamente. Tant’è che, negli anni passati, alcuni comuni bassomolisani hanno ricevuto l’ok a conferire presso la discarica di proprietà pubblica di Montagano, nonostante fosse noto a tutti dell’imminente saturazione. Quindi di fatto hanno contribuito ad accelerare in maniera irragionevole i tempi della chiusura. Questo in virtù di un canone di conferimento inferiore rispetto a quello di Guglionesi, anche tenendo conto del maggior costo del gasolio per il trasporto e compreso quello, non secondario, relativo alle emissioni inquinanti.
In Molise l’indifferenziato di altre regioni
Il paradosso sta nel fatto che il Comune di Campobasso, che per ovvie ragioni produce una buona fetta dei rifiuti regionali, si troverà costretto nel 2023 a trasportare l’indifferenziata nei siti di Guglionesi o Tufo Colonoco (Isernia), visto che il principio di prossimità, secondo la Regione, sarebbe rispettato.
Leggendo le altre risposte ho trovato poi grave che la Regione non sappia, o finga di non sapere, che nelle discariche molisane arrivano rifiuti indifferenziati da fuori regione. Eppure la legge è chiara: “È vietato smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali”. La norma è stata richiamata nella stessa risposta di Toma alla mia interrogazione, quasi a dire: “se lo dice la legge, allora non potrà che essere così”. In realtà, ci risulta che diversi comuni di fuori regione trasportino i rifiuti in Molise, in barba al Piano rifiuti regionale. Piano che, approvato nel 2016 e non ancora revisionato, scongiurava la necessità di fare nuove discariche, in quanto la dotazione impiantistica esistente risultava essere già sufficiente “purché impiegata preferenzialmente per i rifiuti molisani”. In conclusione se la previsione era di non aprire nuove discariche in Molise, l’immobilismo dell’esecutivo Toma va nella direzione opposta.
Allora, torno a chiedere: non è opportuno rivedere il Piano rifiuti, che attende una revisione dal 2019, prima che scoppi anche in Molise un’emergenza rifiuti?